Nel pomeriggio io e mia madre ci dedicammo ai preparativi per matrimonio, o meglio, la costrinsi ad occuparsene.
Lei insisteva dicendo che non voleva fare niente di sfarzoso, solo qualcosa per la famiglia e pochi intimi in una piccola chiesetta fuori Torino. Io invece avevo in mente un' idea migliore che comprendeva un vestito con Swarovski incastonati, un coro, tappeto floreale, damigelle con vestiti abbinati, una chiesa delle dimensioni di Superga, e perché non proprio Superga.
Tutti quei giochi di simulazione di wedding planner a cui giocavi da piccola ti hanno fatto male.
Alzai gli occhi, forse dopo l'incidente, o qualsiasi altra cosa fosse stata, avevo risvegliato questa mia presenza interiore o forse anche questa voce era parte del mio trauma, sta di fatto che non era una compagnia piacevole con cui convivere.
Non è molto meglio vivere nel tuo cervello. Mi sento così sola.
Piagnucoló e io reagii colpendomi la testa con la mano.
-"Alice? Cosa stai facendo?"
Disse mia mamma certamente stupita da quel mio atto improvviso.
-"ecco... avevo una mosca in testa".
Mia mamma fece spallucce guardandomi storto a cui io risposi con un sorriso smagliante.
Con mia grande gioia ci stavamo dirigendo a scegliere il vestito da sposa, era la parte che in assoluto preferivo, ovviamente dopo la scelta del mio abito che avremmo fatta subito dopo.
Entrammo in un negozio letteralmente immenso, vestiti da sposa costellavano le pareti e diverse donne girovagavano tra i manichini probabilmente fantasticando sulla loro camminata all'altare con quel vestito indosso.
Un uomo si avvicinò a noi con una camminata leggermente femminile che mi fece sorridere perché mi ricordò il ragazzo di "abito da sposa cercasi". Indossava un completo blu notte con una cravatta bordeaux e camicia bianca, aveva i capelli rialzati e sfoggiava un sorriso tipico di di quelle persone che sono pronte a venderti persino la casa.
-"Posso aiutarvi?" Domandò retorico, come se un commesso solitamente accettasse un no come risposta.
-"Stiamo cercando un abito" risposi io facendo girare gli occhi attorno a me con la speranza di addocchiare qualcosa.
-"Venga pure signorina che le mostro subito quali vestiti potrebbero essere adatti ad un corpo come il suo. Poi se per caso ha delle preferenze saremmo pronti a fare modifiche e aggiustamenti" partì in quarta trascinandomi letteralmente in direzione di una fila di abiti dall'aria costosissima pronto a rifilarmi un "a milion-dollar dress".
-"in realtà penso di essere un po'troppo giovane per sposarmi, e inoltre non ho nemmeno un ragazzo e penso che rimarrò zittella per tutta la vita in compagnia dei miei tre gatti." Dissi con un sorriso riguardante i miei ambiziosi progetti di vita.
Il ragazzo mi guardò confuso.
-"L'abito è per me" chiarì poi mia mamma creando un leggero imbarazzo sul volto del giovane che prontamente ci indirizzó verso un' altra area del magazzino.
Dopo quattro ore passate all'interno di quel posto ne uscimmo soddisfatte ma ancora a mani vuote, mia mamma aveva ascoltato le mie manie di grandezza optando per un vestito dalla gonna ampia e il corpetto ricamato con le maniche in velluto che la coprivano fino a metà braccia. Aveva comunque rifiutato gli Swarovski, alla quale decisione avevo risposto con uno sbuffo e aveva abolito la mia idea del velo lungo due metri così come lo strascico del vestito che nelle mie fantasie sarebbe dovuto essere portato da due damigielle dai capelli biondi.
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#21-Paulo Dybala
Fanfiction-"Mi chiamo Alice Buffon-Franchi, vivo a Torino. Ho perso la memoria. Mia mamma si chiama Paola ma non ricordo il suo volto, mio papá Marco ma è morto. Ora vivo a casa del compagno di mia mamma, si chiama Gianluigi. Non ricordo chi sono o come sono...