10-it's just a game

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P.O.V PAULO

Guardavo quel piccolo cumulo di riccioli castani che stringevo tra le braccia e non potei fare a meno di intenerirmi nel guardare come le sue guance si arrossavano al mio contatto.
Provai a guardarla negli occhi mentre lei distoglieva lo sguardo mordendosi le labbra.
Era ironico come ci incontrassimo sempre per caso e ogni volta lei si trovasse in situazioni imbarazzanti o cadesse da qualche parte.
In quel momento era li che rincorreva la coppa dello scudetto che per non so quale motivo aveva fatto rotolare lungo tutto il corridoio, come se non fosse altro che una semplice palla di gomma.

Era tutto così ironico, e lei era così ridicola.

Vorresti dire adorabile.

No, cioè non che non lo sia, ma intendevo proprio ridicola.

Ma non puoi negare che abbia un corpo incredibilmente eccitante.

Perché devo avere una mente perversa?

Perché se non ci pensassi io a risvegliare l'uomo che è in te, tu ora la avresti già lasciata andare aiutandola a raccogliere la coppa.

Esatto, è proprio quello che dovrei fare.

Sei forse gay? Hai una ragazza incredibilmente sexy tra le braccia che non sembra propensa ad andarsene e tu vuoi aiutarla a raccogliere una dannata coppa?

Ma è lo scudetto! E poi se per caso lei non volesse?

Si va bene, vai a giocare a FIFA.

Cosa c'è ora?

-"Ehm, si forse... ecco... ora potresti anche lasciarmi" balbettó Alice facendo un cenno alle mie braccia attorno alla sua vita.

-"Ehm, si, giusto" mi schiarii la voce. Ero talmente preso dal dibattito con la mia coscienza che mi ero dimenticato di quanto potesse sembrare strana questa situazione.

La lasciai immediatamente e istintivamente voltai lo sguardo verso il basso. Non capii per quale motivo, ma non appena lasciai la presa dal suo corpo sentii come un filo rompersi, come se si fosse creato un campo magnetico dal nostro contatto e una volta interrottosi quest'ultimo tutto si fosse dissolto.

-"Grazie" rispose lei ricomponendosi e cercando di mostrare ora un viso più rilassato e tranquillo.

-"Figurati, vuoi che ti aiuti a prendere la coppa?" Domandai.

Come se ci volessero due persone per raccogliere una misera coppa.

Non parlare così dello scudetto!

Sei un caso perso.

-No grazie, penso di potercela fare da sola." Ridacchiò lei prendendo ma.mia domanda per una stupidata.

-"Non si sa mai, non vorrei mai che ti inciampassi in un filo invisibile e facessi cadere lo scudetto" ribattei mettendola dell'ironia.

Davvero simpatico.

Ma smettila via.

-"cavolo, proprio un gentiluomo colui che decide di salvare una coppa piuttosto che la ragazza che la porta" rispose lei sorridendo e io non capii se stesse parlando sul serio.

-"Immagino che siano cose diverse" ribattei grattandomi la nuca.

-"Penso che abbia senso, immagino che correre dietro alla palla per una volta riesca a distrarre quelle strane tendenze perverse di voi maschi" ridacchiò. Non l'avevo mai sentita fare battute ironiche così fini e pensate, e non mi aspettavo nemmeno che avesse il coraggio di dirle davanti ad un ragazzo come me.

#21-Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora