18-"Cinderella"

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-"Quindi vorresti dirmi che davvero quando eri piccola hai ribaltato la culla di tua sorella soltanto perché non ti aveva lasciato un po' di omogenizzato?" Risi io dopo che Christian mi aveva raccontato di questo episodio della sua infanzia.

Nella mia mente si era formata l'immagine di un piccolo bambino dai capelli dorati che si arrampicava su una culla più alta di lui con aria malefica.

-"Me lo aveva promesso" protestó cercando di far sembrare la sua azione ragionevole.

-"ma se non sapeva nemmeno parlare" ribattei io ancora ridendo, quasi con le lacrime agli occhi.

-"Infatti le avevo chiesto:' se vuoi lasciarmi un po' di omogenizzato di qualcosa' e lei subito dopo aveva mugulato. Ciò vuol dire che aveva detto di si." Disse con ovvietà.

-"Probabilmente non aveva nemmeno capito cosa stessi dicendo"

-" invece si, voi ragazze siete tutte subdole però: fingete di non sentire quando qualcosa non vi va a genio" disse lanciandomi un'occhiata accusatoria.

-"Cosa mai ho fatto io per farti pensare questo?" Ribattei portandomi le mani al petto e facendo una faccia sorpresa.

Nel frattempo la cameriera si avvicinò portando i nostri ordini. Io avevo ordinato un panino con cotoletta, insalata, pomodori e maionese; assieme a delle patatine e ad un tiramisù. Christian aveva invece ordinato una semplice bistecca con le patate al forno.

-"Il panino?" Disse la ragazza che agitava la sua lunga coda rossa in maniera provocante, porgendo il piatto a Christian.

-"No, quello è mio" protestai strappandoglielo di mano.

-"scusa, pensavo che..."

-"ah si? Pensavi? Io pensavo che avessi un tic per il modo assurdo con cui muovevi quella coda" ribattei acida senza nemmeno degnarla di uno sguardo.

-"Fossi in te starei attenta, quella roba li fa male al corpo; se vuoi avere un fisico decente dovresti evitare di mangiare come un elefante" cercò di ribattere la rossa con un tono acuto.

-"Anche le persone stupide fanno male alla società, eppure si vede che c'è gente che se ne frega siccome esistono ancora".
Diedi un morso al mio panino, che nonostante fosse stato portato da una ragazza così odiosa, era straordinariamente buono.

La cameriera fece per ribattere, quando il suo capo la richiamò per andare a servire un altro tavolo.

Alzai gli occhi su Christian, del quale sentivo lo sguardo addosso.
Lo vidi che mi fissava con le braccia incrociate ed un sorriso divertito sul volto.

-"Che c'è?" Dissi con la bocca ancora mezza piena.

-"nulla, è che sei.... diversa" disse senza modificare la sua espressione.

-"se l'è cercata, e poi scusa, diciamocelo, non è che fosse tutta questa bellezza per potersi permettere di dire cose simili" mi voltai per guardarla, cercando di ignorare le sue gambe snelle e slanciate e il suo fondoschiena tonico sul quale ricadevano i suoi bellissimi capelli rossi.

Anche Christian era voltato in quella direzione e ridacchiava tra sé e sé.
-"Proprio uno schifo eh" disse con un tono decisamente ironico.

Alzai le spalle e gli occhi al cielo e continuai a mangiare.

Una volta finito il pranzo entrambi ci alzammo per andare a pagare il conto, e per nostra gioia ci trovammo davanti di nuovo la cameriera dai capelli rossi.

Christian insistette per pagare tutto il conto, al che non potei rifiutare e rimasi li a osservare con aria di sfida la rossa che mi guardava a sua volta.
-"Ecco a te il tuo resto" disse appoggiando violentemente delle monete sul bancone.
Nel fare ciò però alcune rotolarono dal ripiano cadendo sul pavimento.

#21-Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora