-"Gigi vattene, lo sposo non può vedere la sposa in anticipo, porta male" la vice stridula di mia madre rieccheggiò tra le pareti della mia stanza facendomi svegliare.
Guardai l'orologio posto sul mio comodino e notai che erano soltanto le 6 del mattino. Mugugnai infastidita per questo risveglio ed infilai la testa sotto al cuscino per non sentire le urla.La sera prima ero stata alzata fino a tardi per sistemare e modificare il vestito rosa bomboniera. Nonostante le mie preghiere mia mamma aveva insistito per farmi indossare quell'abito, diceva che anche i testimoni di Gigi avrebbero avuto una cravatta rosa e che era tutto abbinato con i colori della chiesa e per questo motivo non si poteva cambiare nulla.
Per mia fortuna ero riuscita a fare qualche "lieve" modifica e ora il mio abito non sembrava più quello di Barbie e la magia di Pegaso.
-"Paola, sono le 6 del mattino, il matrimonio è tra 8 ore, lasciami dormire ti prego" sentii protestare la voce roca e bassa di Gigi.
-"hai idea di quanto passino veloci otto ore? Devi andartene via immediatamente e io devo svegliare Alice, anche lei deve iniziare a prepararsi". Mia madre continuava a sbraitare nervosa.
All'udire quelle parole la paura si impossessò del mio corpo e con uno scatto felino mi alzai e serrai la porta a chiave.Non feci in tempo a tornare nel letto che sentii colpi insistenti alla mia porta, seguiti da urla.
-"Alice, brutta dormigliona che non sei altro, alzati, dobbiamo iniziare a prepararci" la donna ripeté per la millesima volta l'antifona.
Io infilai la testa sotto alle coperte e con mia grande gioia i colpi si attutirono e mi riaddormentai.
Una strada buia di parava interminabile davanti a me, era esattamente la stessa che mi aveva fatta svenire pochi giorni prima, la luce emanata dai lampioni della strada principale era debole ed offuscata dalla lieve nebbia che aleggiava nell'aria rendendola umida. Ero sola e non sapevo cosa stessi facendo, mi guardavo attorno freneticamente e in preda all'ansia. Poi un rumore soffuso di passi mi fece bloccare ed irrigidire, provenivano dalle mie spalle. Non parlai, non mi voltai, rimasi li immobile con lo sguardo rivolto verso i miei piedi e le orecchie attente.
Poi fu un attimo, una mano grande si posò sulla mia bocca e il freddo dell'anello che portava all'indice lambì la mia pelle mentre soffocavo un urlo.
Mi alzai di colpo con la fronte imperlata di sudore, mentre la mia testa pulsava e spiragli di luce cercavano di penetrare attraverso le piccole fessure delle tende.
Sospirai e guardai l'orario, segnava le 9, perciò decisi che dovevo alzarmi.Con la mente ancora intenta a pensare a quello strano sogno aprii le tende lasciando entrare la luce prepotente dei raggi solari. Il cielo era blu acceso e qualche piccola nuvola bianca contornava un caldo sole autunnale.
Aprii la porta e percorsi il lungo corridoio per raggiungere la cucina mentre il mio stomaco brontolava per la fame.
Feci il mio ingresso nella stanza e fui subito accolta da un grido da parte di mia madre che aveva la faccia coperta da una maschera verde acido e diverse strisce di carta stagnola tra i capelli.-"Alice, sei spaventosa!" Disse lei indicando la mia faccia.
-"Non credo di essere io la fotocopia di Fiona la moglie di Shrek in questo momento" risposi indicandola a mia volta con un sorriso.
-"Signorina, non è il momento di fare la simpatica, sono tre ore che provo a svegliarti e tu ti presenti a me con un viso sconvolto come se non avessi chiuso occhio tutta la notte. Ti ci vorrà un miracolo per apparire come minimo decente" sbuffò lei prendendo tra le mani i miei capelli aggrovigliati.
-"Buongiorno anche a te mamma" risposi ironica sedendomi al tavolo e prendendo una tazza piena di cereali, un panino con la nutella e due crostatine al cacao.
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#21-Paulo Dybala
Fanfiction-"Mi chiamo Alice Buffon-Franchi, vivo a Torino. Ho perso la memoria. Mia mamma si chiama Paola ma non ricordo il suo volto, mio papá Marco ma è morto. Ora vivo a casa del compagno di mia mamma, si chiama Gianluigi. Non ricordo chi sono o come sono...