16-"I am here for you"

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Leggete le mie scuse finali e la mia piccola gioia mensile pleasee

P.O.V ALICE.

La dolce musica che mi aveva trasportato fino a quel momento si fermò, e così anche i nostri corpi si immobilizzarono uno davanti all'altro. Le mie mani erano ancora incastrate con le sue e i miei occhi erano incatenati con quell'azzurro profondamente infinito.

Paulo prese un mezzo respiro con l'intenzione di parlare, ma fu subito interrotto da una voce anche troppo familiare.

-"Scusa il disturbo, amico, ma vorrei chiedere un ballo alla regina della cerimonia" mi voltai di scatto e, come immaginavo, alle mie spalle si stagliò l'alta e imponente figura dai capelli biondo cenere.

-"Daniele, da quando balli?" Disse Paulo stupito da quella sua richiesta, anche se nel suo tono riuscivo a leggere una nota di fastidio.

-"Da quando è necessario ballare per prendere la mano di una ragazza così bella" rispose rivolgendomi un sorriso sbilenco e malizioso. Si avvicinò e di istinto mi ritrassi, il ricordo di quella sera allo Stadium era ancora vivida nella mia mente e non faceva che alimentare il profondo odio che provavo nei confronti del biondo.

-"Cosa c'è principessa? Non vuoi ballare con me? Preferisci il bambino?" Fece un cenno a Paulo con tono di sfida; Paulo a sua volta strinse le mani nei pugni e potei percepire il suo respiro accelerare ed affannarsi.

-"Se non ti ha ancora risposto evidentemente non ha voglia di ballare con te. Vattene" lo minacciò l'argentino con il suo inconfondibile accento. 

-"Non sarai mica geloso Paulo?" Domandò ancora con una nota di sarcasmo.
È ironico il fatto che giusto qualche giorno prima le stesse identiche parole fossero uscite dalla bocca del moro riferite proprio a me.

Le parole erano le stesse, è vero, ma c'era qualcosa di diverso che avevo percepito. Era come se il tono di Daniele fosse solo provocatorio, malizioso o comunque lo facesse solo per creare disagio in Paulo. Il tono dell'argentino invece era stato diverso, era come se avesse voluto sfidarmi, era come se avesse voluto mettermi alla prova.

Paulo stava per ribattere quando una voce stridula sopraggiunse.

Non esiste limite al peggio.

Alle spalle del moro, infatti, scorsi la bionda finta avvicinarsi nel suo striminzito abito blu elettrico adatto più ad un night club che ad un matrimonio.

-"Paulo, ho bisogno di te" disse prendendolo per mano e appiccicandosi a lui come una cozza.

-"Non è il momento Maria" cercò di scostarla senza però perdere il contatto visivo con Daniele.

-"Non starai di nuovo perdendo tempo con questa poveretta? Ieri l'hai definita una bambinetta petulante che si è lasciata prendere dalla fama ma che rimane sempre povera dentro." Nel frattempo che parlava però rivolgeva gli occhi verso di me, come se volesse percepire la mia reazione.

Mi aspettavo di esplodere, sia le parole che uscivano dalla sua bocca che la sua voce mi provocavano un senso di fastidio a primo impatto. Paulo mi guardava come se fossi una bomba ad orologeria mentre Daniele stava li in piedi a fissarmi con il suo solito sorrisetto sul volto.

-"Alice..." iniziò Paulo cercando di avvicinarsi a me.

Io non esplosi, rimasi in silenzio e sorrisi. Uno di quei sorrisi sarcastici e poco sorpresi, uno di quelli che significano "come ho fatto ad essere così stupida", uno di quelli che esprimono rassegnazione.

-"Alice, ascoltami" mi pregò lui prendendomi la mano sotto gli occhi sorpresi e soddisfatti di Maria, che nel frattempo continuava a stringerlo con il braccio.

#21-Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora