11-It's all gonna be alright

458 23 1
                                    

P.O.V PAULO

Richiusi il finestrino di colpo, in modo da evitare che tra le due scoppiasse una rissa verbale senza precedenti.
Non riuscivo a capire tuttavia il perché di così tanto odio, considerando che si conoscevano da poco meno di un'ora e che in totale si erano scambiate solo insulti e qualche sguardo assassino.

-"Bella partita amore" mi disse Maria petulante mentre passava la mano sulla mia gamba risalendo sempre di più verso il cavallo dei pantaloni.

Grugnii un grazie in risposta, cercando di mantenere il contatto al cervello mentre lei provocava i miei istinti.

Ricordai le parole di Alice riferite al fatto che noi uomini avessimo un collegamento diretto tra pene e cervello in modo da ragionare con lo stesso organo e non potei fare a meno di sorridere pensando che, tutto sommato, non aveva totalmente torto.
Nella mia mente immediatamente si soppiantò l'immagine di me sopra di lei mentre la tenevo con le spalle al muro.
Non mi riuscivo a spiegare il perché avessi reagito così, mi dava fastidio lei non fosse neanche lontanamente toccata dalla mia presenza, quando ero sempre stato abituato a ragazzine di tutte le età che ogni volta che mi vedevano sembravano avere uno svenimento.

Normalmente venivo circondato da modelle o comunque bellissime ragazze a cui interessava più il mio portafogli e tutte le cene di gala che lo stare con me, tra queste vi era anche Maria.
Tuttavia a me non era mai dispiaciuta più di tanto questa cosa, ero giovane e andare a letto con diverse modelle sarebbe stato il sogno di tutti.
Invece ad Alice non sembrava interessare niente, tanto che la prima volta che ci siamo incontrati non aveva la più pallida idea di chi fossi.
Sembrava che la mia fama e la mia ricchezza non la toccasse.

È la figliastra di Gianluigi Buffon, non ha bisogno della tua fama per stare sotto i riflettori.

Una ragazza così bella ci starebbe anche senza dover condividere quelli di qualcun altro.

Come siamo sdolcinati

Avevo impresso nella mente il suo sguardo impaurito e sorpreso mentre era con le spalle al muro e io le accarezzavo il corpo. Sembrava che i suoi occhi esprimessero terrore, come se si fosse già trovata in una situazione simile e non fosse riuscita ad uscire.
Era vero, inizialmente non avevo avuto intenzione di fare nulla ma poi il suo profumo, la sua pelle morbida e i suoi morbidi ricci castani non mi lasciavano la possibilità di allontanarmi.
Probabilmente se lei ci fosse stata e non mi avesse respinto con disprezzo e paura, l'avrei baciata.
Aveva qualcosa dentro di lei che mi attirava, forse era proprio quel fatto di essere immune dal mio fascino, o quell'ingenua sbadataggine che la caratterizzava, o forse il fatto che fosse incredibilmente bella e che ne fosse consapevole.
Il suo tono superiore mi intrigava e mi spingeva a volerla conoscere meglio.

-"Mi stai ascoltando?" Domandò la bionda al mio fianco riportandomi con la mente alla realtà della situazione.

-"Si, sono d'accordo con te" risposi pensando che con le donne quella fosse una risposta che andava sempre bene.

-"Ti ho chiesto quanto manca ad arrivare a casa" ribattè sbuffando.

Ottima scelta ragazzo!

-"Posso sapere a cosa stavi pensando?"chiese nervosa.

-"Stavo pensando a cosa fare una volta arrivati a casa" dissi di getto con un po'di falsa malizia nella voce sperando che quei pochi neuroni nel suo cervello si bevessero questa scusa.

Si, con una ragazza dagli occhi tempestosi come il mare, pensavi a come sarebbero stati bene i suoi capelli riccioli sopra al tuo petto nudo.

#21-Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora