È da ormai due settimane che Camila viene a casa mia a studiare e fare esercizi e ogni giorno mi devo trattenere dal fare stronzate, tipo baciarla o saltarle direttamente addosso.
Il primo giorno, mentre eravamo una davanti all'altra, praticamente attaccate, nel tentativo di fare un passo indietro è inciampata sulla corda e per poco non cadeva di culo a terra, ma sono riuscita a reggerla dai fianchi, mentre lei ha subito messo le braccia intorno al mio collo nel tentativo di tenersi in equilibrio.
Bene, siamo di nuovo qui, nella mia palestra, nelle stesse posizioni.
Le mie mani sono sui suoi fianchi, è leggermente sudata ed è davvero irresistibile, ma sto cercando di controllarmi. SI. TRATTIENITI LAUREN. CONTROLLATI. Continuo a ripetermelo da quando siamo scese. Siamo davvero a pochi centimetri di distanza, mi basterebbe poco.
"Allora.. tu tieni la corda e salta solo quando salto anche io, okay?" I miei occhi lottano per restare concentrati sui suoi, per non scendere a guardarle le labbra e il mio cervello sta andando in tilt. Non posso baciarla. No.. NO.
"Ehm.. si, certo."
"Ogni salto, conta insieme a me."
"V-va.. va bene."
Iniziamo a saltare e siamo perfettamente sincronizzate
"Tre" diciamo insieme, le nostre voci sembrano una sola.
Continuo a saltare e contare, nonostante mi stia perdendo nella sua naturale bellezza, la mia voce e le mie gambe vanno da sole, quasi come fossi un robot.
Potrei cedere da un momento all'altro, continuiamo a saltare, le mie mano ancora sui suoi fianchi e il suo respiro sul mio collo.
"10"
Si morde il labbro in un modo così sexy e naturale da farmi perdere la testa in meno di mezzo secondo.
Mentre la corda è a mezz'aria dietro di me, faccio finta di saltare, rimanendo con i piedi a terra, guardando la figura di camila poco più in alto di me. Reagisco velocemente. La corda si blocca alle mie caviglie, le mie mani si posizionano sulle sue natiche e le sue gambe si incrociano intorno alla mia vita. Libera le mani lasciando cadere le due manopole e non ci penso due volte ad avanzare verso la panca alta, mi avvicino adagiandola sul comodo sedile e mi isso facendo leva con le braccia sui due porta pesi, per arrivare alla sua altezza. I nostri volti tornano a pochi centimetri di distanza e lei riporta le gambe a circondarmi il bacino, permettendomi di sedermi di fronte a lei. Non posso aspettare. Non ancora. È da una settimana che impazzisco cercando di mantenere le distanze, ma non ce la faccio più.
Alzo le braccia e sempre restando attaccata ai due ganci, sollevo di poco tutte e due per portare la sua schiena a contatto con la colonna dietro di lei.
Allungo le mani verso i suoi fianchi tirandola sopra di me, ma facendola comunque restare appoggiata.
Il mio sguardo si sposta dai suoi occhi alle sue labbra, mentre mi avvicino lentamente. Lei non si muove, non mi viene incontro, ma non cerca neanche di scappare.
Ecco quello che stavo aspettando, ecco la sua mossa. Si morde il labbro inferiore e non capisco più niente, porto le mani dietro di lei, aggrappandomi al palo per spingerla sopra di me ancora di più, le sue gambe sempre intorno alla mia vita e le mie sono ormai intorno alla colonna a cui è appoggiata Camila. Finalmente la bacio, riportando le mie mani sui suoi fianchi e dopo qualche secondo, sento le sue posizionarsi una sulla mia guancia e l'altra dietro al mio collo, con le dita leggermente intrecciate ai miei capelli. È un bacio dolce, uno di quelli che sa di desiderio, di voglia, ma non di sesso, voglia di sentire l'altra persona il più vicino possibile e certe cose non si possono far capire a parole.
Non è molto esperta, ma ci sa fare.
Ci stacchiamo dopo non so quanto tempo, dobbiamo recuperare aria e voglio assicurarmi che stia bene.
Le sue guance sono arrossate, è in imbarazzo come sempre, ma non il solito imbarazzo 'triste', abbassa la testa, ma sul suo volto vedo un sorriso che non riesce a trattenere.
È davvero bella.
Appoggio due dita sotto al suo mento facendole alzate il viso, sorrido anche io e appena i nostri occhi si incontrano, entrambi i sorrisi si ampliano ancora di più.
"Stai bene?"
"S-si"
"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, ne fare qualcosa che non volevi, ma non ce la facevo più, giuro di aver provato a trattenermi in tutti i modi, ma quando ti sei morsa il labbro, era troppo, non potevo sopportarlo e.. e ho ceduto"
Si lascia sfuggire una lieve risata. Ogni volta che ride socchiude gli occhi, sembra che sorridano anche loro.
"V-va.. va bene. D-devo dirti u-una cosa però.." questo mi preoccupa un po', ma non credo sia qualcosa di grave.
"Certo, dimmi."
"I-io non.. si, insomma.. q-que.. questo era i-il mio pri..primo bacio." Conclude abbassando la testa, io resto immobile per qualche secondo per rielaborare le sue parole e appena capisco faccio un gran sorriso, per poi.. OH CAZZO. LE HO RUBATO IL SUO PRIMO BACIO. Dio, ora penserà che sono una stronza, già lo so.
"Dio, Camz, perché non me l'hai detto? Giuro, non volevo 'rubartelo' -gesticolo, facendo le virgolette nell'aria- potevi fermarmi. Magari ci tenevi, magari sei etero o non ti piacciono magari ti faccio anche sch.." non riesco a finire la frase, una sua mano si appoggia sulla mia bocca e.. "mi piaci e mi è piaciuto molto" dice con un sorriso timido.
Sto per riavvicinarmi per baciarla, sono almeno di un centimetro dalle sue labbra, le accarezzo una guancia con la punta delle dita, delicatamente, l'avvicino ancora un po' e.. ovviamente squilla il telefono. Sempre nel momento meno opportuno, vero? Guardo Camila, facendole uno sguardo dispiaciuto e scendo dalla panca andando verso il suono.
Guardo il display che si illumina a intermittenza e mette in evidenza il nome di MANI. IO LA UCCIDO. Spero per lei che sia qualcosa di serio.
Decido di rispondere "NORMANI KORDEI, SAPPI CHE SE NON È QUESTIONE DI VITA O DI MORTE, TI SBATTERÒ IL TELEFONO IN FACCIA."
"LAUREN, CORRI, TI PREGO. SIAMO A CASA, DA SOLE. FAI VELOCE." Dice la nera urlando e piangendo. Il che mi fa preoccupare.
"Mani, che succede? Sei con Dinah? Lei dov'è? State bene?" Con la coda dell'occhio vedo Camila cercare di scendere velocemente per poter sentire di più e sapere se stanno bene, ma la vedo molto male, quindi metto il vivavoce lasciando il telefono su alcuni pesi accanto a me e CORRO verso di lei per evitare che si faccia male. La prendo per i fianchi, facendo aderire il suo corpo al mio per evitare di farmela scivolare dalle mani e farla cadere a terra, in sottofondo sento ancora la mia amica che parla, anche se non la sto ascoltando. Guardo La ragazza davanti a me e lei mi fa cenno di si, quindi corriamo verso il telefono, interrompo il discorso di Mani dicendole che le stiamo raggiungendo e metto giù, trascinandomi il corpo della più piccola su per le scale e infilandoci tutte e due in macchina, dato che ha paura della moto.
Arriviamo davanti al cancello di casa Kordei, parcheggio di fretta, come meglio posso e vado a spalancare la porta cercando le due "MANI! DOVE SIETE?"
Da dietro al divano vedo spuntare la nuca di Dinah che si volta per guardarmi con occhi lucidi e un secondo dopo sbuca anche normani.
"LAUREN ATTENTA! È LI!" Urla la nera. Mi giro di scatto e..
"MA STATE SCHERZANDO? MA SUL SERIO? DAVVERO MANI? MI HAI CHIAMATO PER UN FOTTUTISSIMO RAGNO SUL MURO? Io non ho parole. Non potevi semplicemente ucciderlo?"
"Ma Lo io.." "STAI ZITTA PER FAVORE." La interrompo bruscamente andando verso la porta e trovo Camila paralizzata al cancello.
"Ei, che succede?" Non si muove, delle lacrime scendono dai suoi occhi e io non ne capisco il motivo.
"Camz, tutto bene? Stai bene?"
"Lauren.. c-c'è.."
Non finisce la frase, si accascia a terra strisciando con la schiena sul cancello e inizia a piangere.
E ora che succede?
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TROUBLEMAKER
FanfictionLauren Michelle Jauregui Morgado. 19. La badgirl tanto temuta. Spaventosamente bella, ribelle e 'terribile' a primo impatto, tanto da tenere lontano tutti, o almeno.. tutte le persone superficiali. La ragazza che nessuno capisce e che nessuno ha il...