Sono ormai le 10 e sia io che Nathasha ci stiamo rivestendo, tra 20 minuti devo essere a casa per sistemare i pacchi in ordine e tra mezz'ora dietro al parco.
La scuola ormai è finita e la sera ci sono molte più macchine in giro, quindi è meglio muoversi, anche se io, essendo in moto, mi muovo molto più facilmente e velocemente.
"Ti ricordi quando ci siamo conosciute?" Parla lei, con il suo bellissimo accento russo e una storia molto più spaventosa della mia.
"Si, certo.. ci siamo incontrate sulla tomba di tua cugina." Anche se è brutto da dire, questo era il modo più dolce e delicato con cui avrei potuto dirlo.
"Si, e io amavo mia cugina, ma non faccio altro che ringraziare di essere andata lì quel giorno."
"Si, anche io le volevo bene."
"Ti ricordi la seconda volta che ci siamo incontrate?"
"Ovvio, come potrei dimenticarmi di quel giorno?"
"Era il funerale di Alex.."
"Già.. amavo mia cugina.." Sussurro con voce tremante. Sono passati anni, ma ogni volta che ci penso, mi manca sempre di più.
"Si, lo so. Anche io.." Afferma a voce bassa, più della mia.
"Hai sempre avuto una specie di ossessione per lei, anche se aveva 10 anni più di te e tu avevi solo 7, forse 8 anni."
"Già.."
"Sia per lei, che per Niki."
"Ei! sono gusti, ma non farti strane idee."
"Certo, certo. Andiamo va." Accenno una risata ed esco dal magazzino aspettando la ragazza, per poi chiudere a chiave.Ho sistemato i pacchi, quello da 3 sotto, quello da 1 e sopra quello da 2, ora mi trovo sulla moto, con lo zaino davanti, appoggio la busta sul serbatoio, chiudo la cerniera riportando la borsa dietro alle mie spalle e mi preparo.
Mi avvicino alla porta della casa che si affaccia al parco rimanendo in sella, appoggio silenziosamente la busta a terra, metto in moto, suono 3 lunghe volte e parto.
La busta da 2kg si divide in più pacchi e su ognuno di loro c'è segnato un locale, non è li che devo portarle, ma in dei piccoli edifici che si trovano accanto.
Il primo è nel mio quartiere, uno di quei Irish pub per ubriaconi che faticano ad arrivare a fine mese, tutti in abito da lavoro, ancora puzzolenti e madidi di sudore, lasciando mogli e figli a casa e loro vengono qui a bere e dire stronzate, chiamando queste poche ore di svago 'divertimento'.
Distribuisco tutti e 7 i pacchi che si trovavano nella busta da 2kg e torno verso la costa, dove i locali sono molto più belli e più costosi, ma non esiste posto, luogo, città o paese, al mondo, che per quanto possa essere una zona ricca e presentabile, non abbia senza tetto e gente che muore di fame e farebbe di tutto pur di star meglio.
Arrivo all'Absolute, tiro fuori un pacco e vado direttamente nel vicolo stretto sul retro. Prendo velocità, quando arrivo davanti a uno dei tanti materassini buttati a terra, lancio il pacco e accelero andando via per non farmi vedere troppo.
Mi allontano un po' e decido di vedere se ci sono notizie da Niki per il resto del carico che è 'sparito' dal magazzino.
-Messaggio da Nikinick.
<attenta, ti stanno dietro>
-Messaggio a Nickinick.
<Da quanto? Quanto vantaggio ho?>
Cerco di fare il più veloce possibile le altre consegne per poi tornare a casa, ma poco prima di finire, i lampeggianti e la sirena della polizia le sento troppo vicine, guardo dalle specchietto e ovviamente sono proprio dietro di me.
Fortunatamente ero appena ripartita e non avevo ancora preso velocità, così accosto e mi fermo senza muovermi da sopra alla moto. La spengo togliendo il casco e aspetto che l'agente si avvicini. Mi farà sicuramente aprire lo zaino per controllare e fortunatamente ho nascosto tutto con cura.
"Buonasera signorina, dove andiamo a quest'ora?" Chiede con quel ghigno stampato su quella faccia da culo.
"Semplicemente a trovare degli amici, agente."
"A quest'ora?"
"Si, è sospetto per lei?"
"Si, abbastanza. Mi dica, dove sta andando precisamente?"
"Vicino a un locale sulla costa."
"E l'indirizzo?"
"Non credo sia una sua priorità sapere dove sto andando, vuole la patente? Okay, ma faccia domande che le sono consentite fare, sapere dove sto andando, quando e perché, non sono tra le domande consentite."
"Devo chiedere un mandato?"
"E domani mattina non si vergognerebbe di tornare a lavoro? Per quanto ne so, non le daranno mai un mandato per sapere dove, una ragazza nemmeno ventenne, stia andando, specialmente se non è sospetta a nessun tipo di crimine." Spero di cavarmela con questa risposta e che mi lasci andare, non vorrei fare stronzate.
"Bene, apra pure lo zaino." Oh, merda.
"Okay." Lentamente, prendo lo zaino e lo apro, tirò fuori quello che c'è all'interno e non trova altro che magliette e cibo, un quaderno, qualche penna e un libro.
"Richiuda grazie."
"Sono ancora una sospettata?"
"Favorisca la patente per favore." Tiro fuori la patente, sempre molto lentamente e gliela porgo.
"Lauren Michelle Jauregui Morgado?"
"Si, signore. In persona."
"Figlia di quel Jauregui?"
"Non lo so, quale?"
"Mike, Michael Jauregui."
"Mh.. si, c'è qualche problema?"
"Oh, nono. Vada pure, buona serata."
"Grazie, anche a lei."
Se l'avessi saputo, avrei fatto prima il nome di io padre.
Riparto per finire le consegne e a lavoro finito, raggiungo Normani al solito pub.
Sono già a tre drink, ma della mia amica, neanche l'ombra, decido di aspettare altri dieci minuti e poi la chiamerò.
1.47 A.M.
Sono ubriaca marcia e a stento ricordo di dover chiamare Mani, è passata più di un'ora, ma meglio tardi che mai.
"LO, DOVE CAZZO SEI?"
"Mmmh.... stai calma nera." Biascico un po' per colpa dell'alcol.
"Sei ubriaca?"
"Mi annoiavo ad aspettarti."
"Si, okay, lascia stare. Dovevo dirti una cosa, ma facciamo che non importa."
"Cosa? Mi interessa? Riguarda me? Se no, sai che non me ne può fregar di meno, vero?"
"No, non riguarda te, ma so che ti interessa."
"E tu come lo sai?"
"Lo so perché si tratta di Camila."
"Cos'è successo a Camila?" Il mio tono ora è serio, mi riprendo un po' dalla sbornia e mi metto sull'attenti.
"C'è un tipo qui, Shawn, prima stavano ballando insieme e ora lei cerca di staccarsi, ma lui non sembra molto contento della cosa."
"Avvicinati a lei e passamela."
Il tempo sembra non passare mai, questi pochi secondi stanno diventando un'eternità, ma alla fine, ecco la sua dolce voce.
"P-pronto, Lo.. Lauren."
"Dove sei?"
"A casa d-di D-Dallas e Me..Mendes."
"E con chi sei?"
"Con Shawn."
"E chi è?"
"U-un ra.. ragazzo."
"Ma dai? Voglio sapere chi è." Sento un leggero muoversi del telefono e capisco che si sta spostando dalla sua posizione per poter parlare liberamente.
"Quindi? Chi è?"
"È quello che è venuto a prendermi a casa tua.." dice con tono basso e leggermente triste.
"E perché sei triste? Non dovresti stare con il tuo ragazzo?"
"Non è il mio ragazzo." Risponde quasi come se fosse irritata.
"Vabe, ma sei lì alla festa con lui, non è educato stare al telefono."
"Si, lo so.. ma non mi piace quando mi mettono le mani addosso.." Una scossa di adrenalina passa per tutto il mio corpo, il sangue scorre più veloce del normale, il cuore rallenta il battito e sento la giugulare battere e rimbombare nella mia testa, la gelosia si sta impossessando di me.
"Le mani addosso in che senso?"
"Cerca d-di.. di to-toccarmi."
"Stai ferma e non ti muovere da lì."
Metto giù il telefono, corro a prendere la moto e ovviamente sembra che stia per arrivare la fine del mondo. Piove a dirotto e faccio fatica a vedere la strada, le ruote attaccano poco e se arrivo sana alla meta è un miracolo. La novantacinquesima è un deserto, non c'è nessuno, quindi ne approfitto per accelerare e superare qualche limite. Alla fine della strada vedo qualcosa, ma non capisco cosa sia, cerco di rallentare, prima piano e quando mi accorgo essere troppo vicina a quella che ho riconosciuto come una rotonda, stringo di più la leva del freno e per un pelo non ci salgo sopra, ma vado comunque troppo veloce, la ruota posteriore slitta sull'asfalto bagnato e scivoloso, mentre quella anteriore si gira, e nel tentativo di non cadere e rimanere in piedi, sterzo ancora di più finendo per schiantarmi non so bene contro cosa. Ci metto almeno una decina di minuti a rialzarmi, i miei jeans sono quasi completamente stracciati ormai, alzo la moto e metà della carrozzeria è graffiata e smontata, la rimonto 'bene', per quanto possibile e torno in sella.
1. Non va.
2. Non va.
3. Non va..
la moto non si accende e sono ad almeno 3 km da casa di quello, ma è più vicino di casa mia, quindi decido di andarci a piedi.Manca poco, sono bagnata fradicia e la moto sembra pesare quanto un macigno, la sento cadere e non so se sia perché è saltata la luce o per altro, ma non sento più niente. Non vedo, intorno c'è il buio totale, credo di avere gli occhi aperti, o forse ce li ho chiusi, non lo so. Non riesco a muovermi, non un braccio, non una mano, una gamba, un dito o un piede. Cosa sta succedendo?
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TROUBLEMAKER
FanfictionLauren Michelle Jauregui Morgado. 19. La badgirl tanto temuta. Spaventosamente bella, ribelle e 'terribile' a primo impatto, tanto da tenere lontano tutti, o almeno.. tutte le persone superficiali. La ragazza che nessuno capisce e che nessuno ha il...