Capitolo 22

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Cosa diavolo ci fa lei qui? Dev'essere sicuramente un bruttissimo scherzo questo, loro due insieme no. NO. CAZZO.
Mi giro lentamente e la vedo correre per poi saltare sulle sue spalle, lui la prende al volo e la fa girare, sembra quasi una bambina e al posto di Richard vorrei esserci io.
Perché? Cristo, PERCHÈ? Urlo e mi chiedo nella mia mente.
Devo essere davvero idiota per averla fatta scappare da me. E si, lo sono, senza ombra di dubbio.
Vado verso di loro, e lo fermo.
"Le chiavi."
"Te ne vai subito ora?"
"DAMMI LE CHIAVI, CAZZO!"
"Oh, Ei va bene, ma che ti succede?"
"Non sono affari tuoi, i soldi sono lì, dammi le chiavi e me ne vado."
"Ecco a te."
"Ciao."
"Ah, Lauren, volevo chiederti un favore."
"Che vuoi?"
"Senti, io non posso, ho molto lavoro da fare e non riesco ad accompagnarla, non è che..-" lo blocco subito, non posso proprio.
"Vorrà dire che tornerà coi mezzi."
"Eddai, era proprio questo che volevo evitare."
"No, non ho nemmeno il casco da darle."
"Jauregui, per favore.. abita anche vicino a te"
"So benissimo dove abita."
"L-Lauren.." la sua vocina si infila nella mia testa e non posso fare a meno di girarmi a guardarla.
"Dimmi."
"Ti prego.."
"Muoviti." Le porgo il casco e vado ad accendere la moto, mi giro e, piano, arrivo al cancello aspettando Camila.
"Muovi il culo se non vuoi essere lasciata qui."
"Non riesco ad agganciarlo." Scendo ancora, tirando giù il cavalletto, le allaccio il caso e per far veloce, la prendo in braccio caricandola sulla moto. Torno su e partiamo subito.
So che ha paura e forse sto andando troppo veloce, ma non mi interessa, questa me la deve pagare. Le sue sottili braccia si stringono intorno a me premendo sulle costole ancora un po' livide, ma posso sopportare e senza pensarci, accelero ancora un po'. Il casco si poggia sulla mia schiena, potrebbe voler dire che ha paura, infatti, si spinge ancora di più verso di me e stringe ancora più forte le braccia intorno al mio corpo. Più accelero e più mi stringe.
Dopo 10 minuti siamo davanti a casa sua, ci passo davanti senza fermarmi, ho deciso di divertirmi un po'.
Faccio un paio di giri dell'isolato con un'andatura abbastanza elevata e lei non smette di sbattere i pugni sulle mie spalle, dicendo qualcosa che non posso sentire per via dei rumori.
Quando finalmente smette, decido di fermarmi. Siamo davanti al cancello di casa mia, la moto è ancora accesa, ma siamo ferme e Camila è ancora attaccata a me con il casco poggiato alla mia schiena e la testa china. Spengo e aspetto che scenda, ma questo, non accade.
Scendo prima io spostandomi bruscamente dalla sua presa e la alzo insieme alla moto per fissarla sul cavalletto intero. Ha ancora su il casco e ora si è rannicchiata sul sedile portando le mani come a tenersi la testa, ogni tanto sento qualche lamentio uscire da quel poco spazio che lascia la visiera per respirare e capisco che sta piangendo. Sono una stronza, lo so, ma la mia gelosia supera ogni limite quando la vedo insieme a qualcuno che non sono io. Mi avvicino piano e decisa, la prendo per le spalle e la faccio alzare togliendole il casco delicatamente. Piange in silenzio portando le mani agli occhi per coprirsi, ma senza che me ne accorga, le afferro i polsi per poterla guardare. Anche quando piange è adorabile, le guance rosse, gli occhi lucidi, il trucco che è un disastro e per me resta comunque la ragazza più bella che abbia mai visto. Senza pensarci due volte, prendo la moto e sempre con Camila sopra, la porto, a mano, in garage. Torno in sella sedendomi al contrario, la luce è spenta ed entrano pochi spiragli di sole. Avvicino una mano al suo viso, accarezzandolo dolcemente, come posso essere così stronza con lei? Come posso sopportare di vederla piangere? Mi fa male. Si. Mi distrugge. Vorrei solo poterla rendere felice, ma come?
"Camz.." sussurro debolmente, continuando ad accarezzarle la guancia, ma non risponde.
"Camz.. perché piangi?"
"S-sei.. sei una stronza Jauregui." Oh wow. Non me l'aspettavo. Ma.. mi piace(??)
"Ridillo."
"Co.. cosa?"
"Ridillo, si. Insultami."
"Fottiti." Oh mio dio, ma che sto facendo? Da quando mi piace farmi insultare? Ma che mi sta succedendo? Avrei preso a badilate chiunque, ma con lei.. Dio. È un attimo. Un gesto istintivo. Succede tutto in una frazione di secondo. Mi avvicino velocemente afferrandola dal collo e dal mento e la bacio. La bacio, si.
"Cosa fai?" Mi chiede appena ci allontaniamo per riprendere aria.
"Ti bacio, non è ovvio?"
"Mi hai lasciata sola nel tuo letto per andare da un'altra Lauren."
"Non è andata proprio così, poi te lo spiegherò, prima però, ho altro da dirti."
"Cosa?"
"Davvero? Vuoi parlarne qui? Sulla moto?"
"E dove?"
"Ehm.. c'è una casa attaccata al box in caso non ci avessi fatto caso."
"Idiota."
"Andiamo, dai."
Saliamo passando dalla palestra, andando direttamente in camera mia, in casa non c'è nessuno o almeno, così sembra.
Arriviamo in camera e senza pensarci, mi cambio mettendo qualcosa di comodo, per poi prendere la sedia e sedermi di fronte a lei che sta sul letto.
"Che dovevi dirmi?"
"Che ci facevi con lui?"
"Non ti interessa."
"È qui che sbagli. Non mi interessa? Non mi interessa dici? E poi, tu puoi fare la pazza e farti quasi investire se mi vedi con un'amica e io non posso nemmeno farti una domanda? Dimmi che cazzo ci facevi con lui."
"L'ho incontrato a una festa, mi ha chiesto di uscire e ho detto di sì."
"Non dire stronzate, quando gli hai detto di sì? E a quale festa?"
"L'altra sera, è stato l'unico con con cui sono riuscita a parlare oltre a Shawn e poi.. lo sai."
"E perché mai ci saresti uscita?"
"Ora non posso uscire con chi mi pare?"
"NO -urlo senza nemmeno accorgermene- no, cazzo. Non se non si tratta di una semplice amicizia, ora dimmi perché cazzo ci sei uscita."
"Perché mi hai abbandonata Lauren, mi hai lasciata nel tuo letto da sola per andare da quella e quindi ho preso il telefono e ho deciso di chiamarlo per uscirci, tanto a te non cambia la vita, tenne scopi una diversa ogni notte e poi non stiamo insieme, quindi, come io non posso incazzarmi per quello che fai tu, tu non hai diritto di dirmi con chi posso uscire e chi no."
"Smettila, smettila cazzo, perché io non ti ci faccio uscire con lui."
"E tu chi sei per dire questo, eh? Non sei mia madre, non sei mia sorella, ne tanto meno la mia ragazza, quindi non dirmi cosa devo fare"
"Camila, porcatroia, lo capisci che se faccio così è solo perché sono gelosa? Lo capisci? Non ti voglio vedere con quello, ne con altri, non ti voglio vedere con nessuno che non sia io, perché si, sarò anche una stronza, testa di cazzo e tutte quelle cose che pensi su di me, ma io sono anche fottutamente gelosa e possessiva, io non ti voglio vedere tra le braccia di nessun altro se non tra le mie, capiscilo, cazzo." Oh mio dio, ma cosa cazzo sto facendo?
"Cosa significa?" Come.. cosa significa?
"Vuoi un disegnino? Significa che sono gelosa."
"Quindi tu puoi uscire e scopare con chi vuoi, ma io non posso vedere nessuno? E non stiamo nemmeno insieme, non Lauren, perché ora sei tu che devi capire, non sei nessuno in questo momento nella mia vita, perché.. cosa sei?" Cosa? Nessuno? Anche se effettivamente.. cosa sono? Riprende ancora lei a parlare, voglio chiarirmi anche io questa cosa.
"Non sei una mia parente, non sei la mia ragazza, non sei una conoscente, ne tanto meno un'amica, perché si, ci conosciamo, ma ci vediamo tutti i giorni, ci parliamo e tutto, ma non siamo nemmeno amiche, di certo non sei la mia ragazza o a quest'ora non staremmo affrontando questa conversazione e quindi.. cosa sei? Cosa sei tu per me?" Cosa sono io per lei? "Ti avvicini, poi scappi e io come una stupida ti rincorro, ti guardo mentre ti fai le altre e poi torni da me come se nulla fosse. No, mi dispiace, non posso sopportarlo."
"Quindi non siamo niente?" Chiedo, perché nemmeno io ci sto capendo, però, dovremmo pur essere qualcosa, insomma..
"Non ho idea di cosa siamo, non siamo niente, ma allo stesso tempo siamo qualcosa, ci dovrà pur essere un nome a questo." Non reggo più, la voglio, ma allo stesso tempo voglio allontanarla, non voglio che rimanga ferita per colpa mia.
"Camila, io..."

CONTINUA..

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