Capitolo 15

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Apro la porta e quello che vedo, lo vedo il slow-motion. Credo che in questo momento la mia mandibola stia facendo il filo al pavimento. Non ci posso credere.

Camila. In camera mia. Vedo la scena come se stessi guardando il replay di un gol. A rallentatore. Indossa il mio intimo. Nero. In pizzo. Sopra, per 'coprirsi', la camicia color 'jeans' che avevo lasciato sulla sedia, l'ha lasciata aperta e io vorrei solo prenderla e sbatterla al muro. La sua pelle è scura, ma non troppo, olivastra oserei dire. Il suo ventre piatto, un accenno di addominali, non perché sia allenata, ma perché nonostante quello che mangia, il suo fisico è quello e ne sono molto felice. Sopra al seno, le clavicole sporgono leggermente. Non riesco a far altro che pensare a quanto vorrei baciare quel corpo e a lasciar liberi i miei occhi su di lei. Il mio sguardo scende sulla sua pelle, arrivando così alle sue gambe perfette. Lascio correre le mie iridi su tutto quel ben di Dio e solo quando lei chiude la camicia, mi accorgo di aver, forse, esagerato un pochino.
"Ehm.. scu.. scusa."
"Da quando Lauren Jauregui balbetta? Non ero io quella timida?"
"Beh, questa non è colpa mia o della timidezza."
"Ah no?" I pugni che prima stringevano la stoffa che copriva il suo corpo, si rilassano, lascia cadere le braccia lungo i fianchi e si avvicina pericolosamente a me.
"No.. non affatto colpa mia"
Lei continua a camminare verso di me, ogni passo che fa, la camicia si apre sempre un po' di più, rendendo visibile tutto quello che vorrei restare a guardare per ore. "E di chi è la colpa?" È ormai a pochi centimetri da me e sto usando tutto il mio autocontrollo per non saltarle addosso.
Non rispondo alla sua domanda, non so neanche più aprire bocca, tutto ciò che riesco a fare è guardarla.
"Non mi rispondi?" Il suo tono ora è basso, i suoi occhi puntati nei miei, si morde le labbra e si avvicina ancora, mentre io indietreggio fino ad arrivare con la schiena contro la parete. Le sue mani ora accarezzano le mie braccia, arrivando a toccare i miei polsi, li stringe delicatamente, come solo lei sa fare e li porta all'altezza del mio viso, appoggiati al muro dietro di me. Sta iniziando un gioco sporco, ma io non riesco a muovermi, sono completamente in estasi. Ora le sue labbra premono contro il mio collo, baciandolo dolcemente, giro la testa dall'altra parte, per concederle più spazio e lei lascia uscire la punta della lingua accarezzandomi la pelle, da sotto l'orecchio, fino alla mia clavicola. Si stacca delicatamente, guardandomi negli occhi, per poi riavvicinarsi e dire "Ti stavo aspettando per poter andare a dormire. Buonanotte Jauregui." Mi da un bacio sulla guancia e sparisce dietro alla porta della mia camera.
Tutto quello a cui riesco a pensare ora è.. COSA. CAZZO. È. SUCCESSO? Fisso la finestra per almeno 10 interminabili secondi e poi mi decido. Nessuno mi lascia in questo stato.
Con passo svelto e deciso raggiungo la stanza accanto alla mia e senza far rumore cerco di entrare.
Ha ancora la mia camicia addosso, appoggiata al davanzale della finestra con i gomiti e quel magnifico culo in bella vista. In questa posizione la stoffa nera arriva poco sopra le mutandine e Dio. Potessi morire ora, vi assicuro che morirei felice.
Mi avvicino a lei, sempre in silenzio. Quando sono abbastanza vicina, appoggio le mie mani sui suoi fianchi e faccio aderire il suo corpo al mio. Non si spaventa, non si irrigidisce, sembra quasi che già sapesse.
"Il tuo profumo è come la tua reputazione, arriva molto prima di te."
"Per questo non ti sei spaventata?"
"No, per essere sicura fossi tu, ho guardato dal riflesso della finestra e ho seguito ogni tuo passo." È intelligente. Dio se lo è. Mi abbasso, facendo toccare anche il mio petto e la sua schiena, le sposto i capelli ancora un po' bagnati su una spalla e inizio a baciarle il collo.
Lei si tira su, mettendosi in posizione eretta, ma restando comunque attaccata a me, spostando tutte e due verso il davanzale, dove può appoggiarsi più facilmente con la mano, portando invece l'altra, dietro al mio collo. Non conoscevo questo suo lato e mai avrei pensato di poterlo conoscere così presto, ma devo ammettere, che si, è eccitante da morire. Passo la lingua sul suo collo, sfiorando dolcemente la pelle con i miei denti, in quel preciso istante, un gemito 'scappa' dalle sue labbra. No, non posso più trattenermi. La faccio voltare, mettendola a sedere davanti a me, sul davanzale, con le gambe aperte, in modo da potermici posizionare in mezzo. Mi abbasso, arrivando al suo volto e inizio a baciarla come se le sue labbra fossero la cosa più delicata su questa terra. Porto le mani ai suoi glutei, sollevandola e lei incrocia le gambe dietro alla mia schiena e la porto così fino al letto, dove la lascio 'cadere' per poi stendermici sopra e riniziare a baciarla. Il mio braccio sinistro regge il peso del mio corpo, mentre la mano destra, vaga sul suo.
Parto da appena sotto il ginocchio, passando leggermente la punta di due dita, appoggiando pian piano un pezzo in più, arrivo ad accarezzarle la coscia, massaggiandone l'interno, sfioro piano la stoffa delle sue mutandine, mentre le mie labbra sono ancora impegnate a baciare e leccare la parte superiore del busto.
Con la punta di indice e medio, provo a sollevare il tessuto che è decisamente di troppo, ma qualcosa mi ferma. La sua voce. La guardo bene, ma non è lei a parlare, fisso la sua bocca e cerco di capire, ma non si muove. Lei non sta parlando. Mi concentro un po' di più e lo sento ancora. Inizio ad avere freddo, quel tipo di freddo pungente che ti penetra le ossa. Eccola ancora, la sua voce.
"LAUREN! LAUREN! SVEGLIATI PER FAVORE, DAI"
"Camila calma, ora ci pensa Chris."
Che succede? Non capisco più nulla.
Ed ecco che un mare di acqua congelata mi colpisce in pieno. Ma non stavo male, non sono svenuta e non stavo avendo incubi.
"LO! COME STAI?"
"Lolo, stai bene?"
"Sorella, il letto è più comodo"
Parlano tutti e tre insieme e ridacchio un pochino, lasciando i tre con sguardi perplessi. "Tranquilli, sto benissimo, mi sono semplicemente seduta sotto al getto caldo dell'acqua e mi sono addormentata." Taylor mi guarda come se volesse uccidermi, chris invece, se la ride, prendendo nostra sorella per un braccio e riportandola alle camere. Camila invece è qui, non sa bene come reagire, mi guarda e basta, sembra incantata. Poi realizzo. OH CAZZO. SONO NUDA. Ho uno sguardo terrorizzato e la prima cosa che vado a coprire, non sono la mia intimità e il seno, ma le poche cicatrici ancora visibili, rimaste sulle mie gambe.
Mi porto le ginocchia al petto e senza che neanche chieda, Camila mi porge l'asciugamano per potermi coprire.
"Scusa, ma eri in doccia già da più di un'ora e mi stavo preoccupando.." abbassa la testa come se si sentisse in colpa, guardando le sue mani, mentre gioca con le dita.
"Tranquilla, non è colpa tua. Ora mi vesto e arrivo, okay?"
"Okay." Detto questo, esce chiudendosi la porta alle spalle.

Torno su in camera dopo circa 10 minuti, lei è seduta sul mio letto con le gambe incrociate, la schiena poggiata alla testiera e gli occhi chiusi. Non sono sicura stia dormendo, ma non voglio disturbarla. Chiudo le tende spesse per non permettere al sole di accecarmi l'indomani mattina e poi con passo lento e leggero mi reco sul mio letto.
Ho un letto matrimoniale e Camila è esattamente dove dormo io di solito, ma non importa, per questa notte non credo che riuscirò a dormire, mi appoggio anche io come lei e la guardo.
"Vuoi una foto?" Dice ridendo e io spalanco gli occhi.
"Ma non stavi dormendo?"
"No, affatto" la sua risata riempie ancora la stanza e poi continua dicendo "stavo solo aspettandoti per darti la buonanotte e andare a dormire."
"E mi hai aspettata per tutto questo tempo?"
"Volevo chiederti una cosa ma.. ma.."
"Ma..?"
"Non importa, buonanotte Lauren." Mi manda un bacio con la mano e scende dal letto.
"Buonanotte Camz"
E con questo, torna nella 'sua' camera.

10 minuti dopo.
Sto 'saltellando' da un social all'altro, da Twitter a Tumblr ad altri mille account che ho. Appoggio il telefono, sento dei rumori, ma non ne capisco la provenienza. Appoggio l'orecchio al muro e sento la piccola cubana singhiozzare. Il tempo di alzarmi dal letto e le mie gambe vanno da sole, spalanco la porta e la trovo rannicchiata a terra.
Non dico niente, la prendo tipo sposa e la metto sotto alle coperte, le sue braccia restano intorno al mio collo e capisco che non vuole che vada via quindi, dato che non riesco a dormire in questa stanza, mi viene un'idea migliore. La sollevo ancora e torno in camera mia con lei in braccio, la sistemo sul mio letto stendendomi accanto a lei. Alza la testa, guardandomi con le guance rigate dalle lacrime e senza dire nulla, si accoccola contro il mio petto. Sarà una lunga, ma interessante notte.

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