3 settimane.
3 settimane che evito e allontano Camila da me. 3 settimane che Austin è in ospedale. 3 settimane di incubi. 20 giorni da quando il preside ha deciso di buttarmi fuori da scuola, lasciando comunque la mia iscrizione così che risulti un'altra bocciatura.
Non dormo più in camera mia, non perché non voglia, ma perché sto passando tutto il tempo che ho in palestra, tra pianti isterici e 'lotte' con il sacco, quando non mi risveglio in palestra, sono in camere sconosciute, su letti che non conosco, con ragazze mai viste.
Passo le mie serate tra una bottiglia di vodka e ragazze vogliose, saltellando da un pub all'altro, se è presto, a volte anche più di una a notte, ho perso il conto ormai.
C'è chi mi chiede come faccio, se posso dare consigli, chi mi reputa un 'boss'. Certo, è bello sapere che in tante sono disposte a venire a letto con te, volete la verità? SCHIFO. Fa tutto fottutamente schifo. Perché? Perché non importa chi loro siano, da quanto le conosco, se le conosco, non importa che siano davvero belle, potrebbero essere anche miss. Universo per quanto mi riguarda, ma in quel momento, mentre loro mi pregano di andare più veloce e di non fermarmi, io mi immagino la sua voce. La sua voce, si. Nella mia mente appaiono i suoi occhi, il suo sorriso, semplicemente lei, così piccola, tenera, dolce e ingenua, che ogni volta è sempre più difficile andare avanti.
Si, è vero contengo l'astinenza, scopo una notte si è l'altra pure, ma quello che mi manca di più ora, è il suo profumo, l'immagine di lei nella mia palestra, mentre con le sopracciglia un po' inarcate, il naso arricciato e la lingua tra i denti, con lo sguardo di chi è davvero molto concentrato, si impegnava a saltare la corda o a fare una ruota piuttosto che la verticale.
Mi ritrovo almeno 10, forse 20 volte al giorno, seduta a terra, con la schiena al muro, mentre fisso il vuoto, a rivivere quel momento, sedute lì sopra, con i corpi attaccati. Quel bacio.. IL BACIO. Era il suo primo bacio, non il mio, ma è stato come se fosse così anche per me.
Ora sono qui, con un pantaloncino da calcio e un semplice reggiseno in pizzo rosso, non ho idea di che ore siano e non sono sicura di sapere se sia notte o giorno.
Sto prendendo a pugni e calci il sacco, senza guantoni, senza nessun tipo di protezioni, il sangue cola dalle mie nocche, sporcando la pelle nera e grigia che ricopre quello che una volta era solo un ammasso di catene in ferro e segatura e il pavimento.
"Lauren.." Taylor mi chiama con voce timida da dietro la porta, oggi sarà almeno la terza volta.
"Dimmi, è ancora qui?" Mi fermo e vado verso la porta per poter guardare mia sorella mentre parla.
"Passa da qui ogni giorno, vuole ringraziarti per averla aiutata, le hanno tolto il debito in educazione fisica."
"Congratulazioni."
"Lau.. non ti ha fatto niente lei, perché fai così?" Dice bassa voce.
"Non sto facendo niente."
"Lauren. Non ti sei nemmeno accorta che passa tutti i giorni per dirti un semplice 'grazie', solo per vederti. Non ci vuole un genio, anche quello stupido di Chris ha capito che è innamorata di te."
"Smettila, non è vero."
"Ah no? Sei sicura? Viene qui solo per poter vedere te e sinceramente io sono stufa di tornare su ogni volta per dirle che ho una sorella stronza che non la vuole vedere, di vederla piangere dopo ogni tuo 'no', di vedere come prova a trattenere le lacrime, di vederla addormentata sul tuo letto perché esausta per colpa tua."
"Ora dov'è?"
Non fa in tempo a rispondere, viene anticipata dalla voce di mio fratello.
"Esausta sul tuo letto."
Le sto facendo più male di prima, da quello che ho capito, non sta andando molto bene, devo fare qualcosa, ma anche proteggerla da me. Se stare con me potrebbe farla sentire meglio, devo trovare il modo di starle accanto, ma allo stesso tempo di tenerla a distanza.
Abbastanza vicina da farla star bene, ma abbastanza lontana da non metterla nei casini.
È questione di un secondo, le mie gambe si muovono da sole, portandomi davanti alla mia stanza. Rimango a fissare la maniglia per un paio di minuti, riflettendo.
Mi faccio coraggio, un respiro profondo e apro la porta.
È rannicchiata su se stessa, le ginocchia al petto, la testa poggiata sul cuscino e coperta da un cappuccio e le braccia a coprire il volto. Mi avvicino silenziosamente, mi sdraio dietro di lei, circondandole la vita con un braccio e facendo aderire i nostri corpi. La sento muoversi e trattengo il respiro per quelli che sembrano infiniti secondi, alzo di poco il braccio e si gira, posizionandosi con la faccia nell'incavo del mio collo. Non resto a pensare, conto fino a tre e la circondo con entrambe le braccia. Resto a guardarla per forse una decina di minuti, ma la stanchezza si fa sentire, chiudo gli occhi per riposarli, ma finisco per addormentarmi anche io.Qualcosa mi accarezza la faccia, non mi dà fastidio, anzi, è piacevole. Per la prima volta dopo tanti anni, mi sento davvero riposata. Non voglio che smetta, qualsiasi cosa sia.
Apro leggermente un occhio e appena vedo Camila, mi ricordo di prima. Un momento. Che ore sono? Apro gli occhi di scatto, lei fa una faccia spaventata, ma appena sorrido, mi rivolge il più bel sorriso che abbia mai visto in vita mia.
"Buongiorno Camz"
"Giorno Lolo" dice timidamente, affondando il viso nella felpa.
"Sai dirmi che ore sono?"
"Certo, le 9"
"Ah. Wow, abbiamo dormito un po', vuoi cenare qui?"
"Ehm.. le 9 del mattino.."
"COSA? Dici sul serio? Abbiamo dormito per 14 ore consecutive??"
14 ore.. 14 ore consecutive. Ho dormito per 14 ore consecutive senza mai svegliarmi per colpa di incubi o altro..
"Ehm.. si, a-abbiamo dormito tanto.. ma devo dirti una cosa."
"Da quanto sei sveglia?"
"Un'ora.. credo."
"Okay, dimmi"
"Ho parlato con Taylor prima, m-mi ha de..detto che non dormivi c-così t-tanto da molto tempo.."
"Già.. è la prima volta dopo quasi 12 anni che dormo più di due ore."
"Okay. Ne sono contenta." Ed ecco che libera un altro sorriso.
Dovrebbe essere illegale.
Resto a fissarla, non so perché, neanche me ne accorgo, ma non posso spostare lo sguardo da lei, dal suo corpo.
"Ora devo andare, i miei mi aspettano a casa."
"Certo, vuoi che ti accompagni?"
"No, sai che abito proprio dietro al tuo giardino." Fa una cenno con la mano per salutare e si incammina verso il corridoio, ma alle mie parole, si blocca.
"Camz.. dobbiamo parlare."

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TROUBLEMAKER
FanfictionLauren Michelle Jauregui Morgado. 19. La badgirl tanto temuta. Spaventosamente bella, ribelle e 'terribile' a primo impatto, tanto da tenere lontano tutti, o almeno.. tutte le persone superficiali. La ragazza che nessuno capisce e che nessuno ha il...