«Give me any reason to believe
'Cause I swear I'm done here
'Cause I've seen a bigger picture
And I'm looking for some answers»
Capitolo 6Dopo aver parlato la notte prima-- o forse meglio dire mattina?-- con Tom mi resi conto che avrei dovuto risolvere la questione una volta per tutte.
Quindi decisi che avrei parlato con Nate e gli avrei spiegato tutto. Non gli davo una colpa se non avesse capito. Ma parlargli in ogni caso era la cosa più giusta da fare.
Avrei dovuto farlo prima o poi, no?
Anche se avrei preferito il poi piuttosto che il prima.
Ma, per evitare che la mia codardia potesse prendere ancora una volta il sopravvento, presi un profondo respiro e dialogai il suo numero con le mani che tremavano leggermente.
Di cosa avevo paura?
Forse ero ancora piuttosto stanca del viaggio, il jetlag non era di certo uno scherzo, forse troppi cambiamenti improvvisi, forse ero semplicemente io il problema.
Ma in realtà, in fondo al mio cuore, percepivo un po' di paura per quello che sarebbe potuto succedere, per come Nate avrebbe reagito, per quello che pensava di me in quel momento.
E mentre pensavo a tutto ciò, non mi accorsi che Nate aveva già risposto.
"Aileen?" la sua voce roca mi fece rabbrividire.
Da quanto che non la sentivo? Oh, giusto.
"Risposta esatta, hai vinto un orsetto di peluche!" Cercai di sdrammatizzare. Fallendo miseramente, naturalmente.
"Aileen, che diamine...?" Il suo tono di voce era confuso e non dava spazio al divertimemto. Prese dei profondi respiri prima di continuare "Mi devi molte spiegazioni. Puoi iniziare a parlare da adesso, sono tutto orecchie"
"Non saprei da dove cominciare" borbottai imbarazzata.
"Puoi iniziare ad esempio dal perché non hai risposto nemmeno ad una mia singola chiamata?"
"Non è così facile come sembra"
"Rispondere al telefono, invece, è un'azione molto semplice da compiere"
"Anche se ti dicessi cos'è che non va, so già che non capiresti!" Sputai le parole non pensando nemmeno a cosa esattamente stessi dicendo. Me ne pentì l'attimo dopo.
"Sarò lì a casa tua tra mezz'ora. Vedi di farmi entrare" pronunciò solamente con voce severa prima di riattaccare senza aspettare una mia risposta.
Sospirai e chiusi gli occhi. Era davvero incazzato.
Mi coprì il viso con le mani e gettai urlo di frustrazione, sapendo che era solo colpa mia. Sprofondai sul divano e gettai il capo all'indietro, poggiandolo malamente sul morbido tessuto. Chiusi nuovamente gli occhi e cercai di rilassarmi.
Solo io potevo far arrabbiare due delle persone più dolci e pazienti che avessi mai conosciuto. Che disastro che ero.
Mi aspettava una giornata davvero dura. Nate, come Tom, non si arrabbiava facilmente-- che gradevole combinazione-- e quando succedeva non era mai una cosa piacevole.
Cosa gli avrei detto? Avrebbe pensato di stare con un'infantile dodicenne dopo avergli spiegato le mie stupidi motivazioni?
La testa mi scoppiava, piena di possibili scenari di come sarebbe potuta andare la conversazione. Mi feci così tanti filmini in testa che senza accorgermene sentì suonare il campanello, segno che era già passata una buona mezz'ora.
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Lay Your Heart On Me [A Tom Hiddleston Fanfiction]
Fanfiction"Quando dovresti partire?" Chiese improvvisamente, cogliendomi ancora una volta di sorpresa. "Cosa c'è Hiddleston? Vuoi già cacciarmi dall'America?" Ridacchiai. Poi improvvisamente mi agitai perché forse non mi ero poi sbagliata così tanto. Rise aff...