Firenze 1548, Volta Stellata nove mesi prima
Ludovico
Era notte fonda e io non riuscivo proprio a dormire. Mi alzai prendendo una candela e andai verso lo studio di mio padre e iniziai a scartabellare su quelle carte. L'intera villa dormiva e io non avevo voglia di svegliare nessuno.
Avevo posizionato alcune candele sullo scrittoio così da avere una visuale migliore. Un foglio in particolare attirò la mia attenzione. Era datato 26 aprile 1478, la data della congiura dei Pazzi.
Anno del Signore 1478
A Jacopo de' Pazzi
Prego la Signoria Vostra di ripensare al folle gesto che ci preparando a compiere. È davvero necessario ucciderli? Vi prego di rispondere
Il vostro devoto servitore
Angelo Eynard Lullin
Posai i fogli con fare stizzito, mio nonno si era davvero abbassato a tanto? Osservando meglio notai era firmato proprio da Angelo Eynard Lullin. Questo voleva dire che era stato proprio mio nonno Pazzi a uccidere Giuliano de Medici e a ferire Lorenzo. Il mandato di arresto che nel pomeriggio mi aveva mostrato il granduca Cosimo era purtroppo autentico, come mi aveva suggerito il mio istinto.
Passai ad un' altro foglio che recava lo stemma del doge Leonardo Loredan allora doge di Venezia. La data era quella del 1516, un anno dopo la nascita di Elena. A quanto ne sapevo mia madre si era sposata a sedici anni, quando mio padre ne aveva venti.
Non ricordavo niente che mi suggerisca che quel matrimonio fosse stato quello che forse mia madre sperava nei suoi sogni di fanciulla.
Abbassai di nuovo gli occhi sulla lettera, mentre un nodo di disgusto mi si formava all'altezza dello stomaco. Il doge garantiva a mio nonno che la figlia avrebbe portato in dote numerose ricchezze che avrebbero dato prestigio alla nostra famiglia, non c'era una riga che mi facesse capire che Leonardo fosse preoccupato per la sua prole mandata allo sbaraglio in un altro luogo, circondata da persone che non conosceva, ma , alle quali, doveva obbedienza. Trovai quelle parole crudeli e quasi spietate, come se Elena fosse solo una merce di scambio e non una donna con una testa e soprattutto un cuore.
Non vi amore, verso la figlia, nelle parole del Doge solo la freddezza calcolatrice di un uomo d'affari. Sbuffai guardando le candele che si stavano lentamente consumando, dovevo sbrigarmi a trovare i documenti che andavo cercando. I miei occhi caddero sul diario di mia madre.
Come avevo fatto a dimenticarmene? Le risposte le avevo sotto il naso.
In fretta aprii il libricino ma con delusione notai che molte pagine nel mezzo erano state strappate, qualcuno non voleva che si sapessero alcuni fatti. Tuttavia ero certo che le pagine mancanti non fossero a casa del granduca Cosimo, ma qualcosa mi suggeriva che fossero ancora qui, dove tutto era cominciato.
Le candele erano quasi del tutto consumate dovevo essere lì dentro da ore, ma la mia ricerca era solo all'inizio. Sfogliai distrattamente le pagine del diario finché una data non mi saltò all'occhio.
27 maggio 1531
Caro diario ieri sono andata in sposa a Federico Eynard Lullin, un uomo molto bello e anche forte, ma ahimè completamente disinteressato a me.
La cerimonia è passata velocemente, quando ci siamo uniti ai nostri invitati per i festeggiamenti lui non ha fatto altro che girare intorno ad una bellissima donna molto più grande di me, probabilmente sua coetanea. Mi ha ignorata per tutta la serata, quando poi è giunta l'ora di ritirarci nella nostra stanza per la nostra prima notte di nozze è stato davvero terribile. Lui era ubriaco e io non ne volevo sapere di stare con lui quella notte. Ma era mio dovere. È stata la notte peggiore della mia vita, non ho mai provato tanto dolore come in quel momento. Quando ha finito di divertirsi con il mio corpo mi ha minacciato dicendo che avrei dovuto dargli un erede il prima possibile perché lui non aveva tempo da perdere con una ragazzina che non valeva niente. Sono scoppiata a piangere lì sul letto e lui se ne andato senza prestare la minima attenzione a quello che stava succedendo.
Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?Elena
Abbandonai la schiena contro lo schienale della sedia. Il mondo mi era crollato addosso in quel preciso momento. Sapevo che il matrimonio dei miei genitori non era stato felice, ma non pensavo che la sofferenza fosse solamente di uno solo di loro, ovvero mia madre. Mi scompigliai i capelli sentendomi terribilmente in colpa perché ero nato da una donna infelice che non ha nemmeno avuto il tempo di stringermi tra le braccia come avrebbe fatto una qualunque madre.
-Madre perché ve ne siete andata così presto? Perché non ho potuto conoscervi e portare sulle mie spalle un po' di quel fardello che portavate voi?- domandai rivolto all'aria. Le palpebre si stavano facendo pesanti, non sapevo quanto avrei resistito ancora, ma dovevo almeno provarci. Tornai a concentrarmi su quelle poche righe ma dopo qualche minuto le parole iniziarono a danzare nella mia testa senza un nesso logico. Mi risultava quasi impossibile tenere aperti gli occhi, di colpo tutto fu nero.
Narratore esterno
Fuori dalle mura di Volta Stellata ai confini con la foresta due figure incappucciate osservavano il profilo della grande casa stagliarsi contro il nero del cielo.
-È passato tantissimo tempo - mormorò la prima figura sospirando.
-Si, ma presto lo incontrerete di nuovo.
-Lo so, è diventato così bello, non pensavo che fosse costretto a crescere tanto in fretta.
-È la vita mia signora.
La prima figura annuì per poi rabbrividire. Si strinse ancora di più nel mantello scuro che celava il suo aspetto ancora giovane.
-Andiamo adesso.
Dafne
Non riuscivo a dormire, osservavo il soffitto senza riuscire a chiudere occhio. Non sapevo il motivo di quella agitazione.
Mi alzai dal letto iniziando a camminare avanti e indietro lungo la mia camera. Decisi di uscire. Presi una candela e uscii dalla mia stanza.
Il corridoio della parte della tenuta riservata alla servitù era vuoto, tutti stavano dormendo, tranne me.
Era strano perché ero sempre riuscita a dormire anche sulle travi del pavimento.
Salii le scale verso il piano nobile, e notai una porta socchiusa e mi avvicinai. Vidi oltre la porta uno studio, probabilmente era quello del padre di messer Ludovico.
Addormentato, appoggiato alla scrivania vi era proprio messer Ludovico entrai e mi avvicinai.
Sembrava un angelo in quel momento. Gli accarezzai la testa e me ne andai.
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Historische RomaneVincitore del concorso THE GIRLS nella sezione narrativa storica e generale :) [Storia in revisione e correzione continua] Firenze 1548 . Il nobile Federico Eynard Liliun viene ritrovato morto nel suo letto con al fianco una meretrice anche lei mort...