Firenze 1548, Palazzo della Signoria
Ludovico
Il tragitto non fu lungo, forse perché passai metà del tempo a fare domande su come Dafne volesse essere addestrata. Poiché c'erano delle armi che lei non sarebbe mai riuscita a sollevare.
-Penso che la daga, i coltelli da lancio e l'arco siano armi appropriate per una donna - affermai serio lisciandomi il mento.
-Vorrei imparare a usare anche la spada - intervenne timidamente lei e io sorrisi.
-Si mi sembra giusto, dovremo forgiarne una adatta ad una donna -
-E chi potrebbe fare un lavoro simile?- mi guardò curiosa per mezzo secondo perché abbassò subito la testa.
-Chi? Beh c'è l'hai davanti - risposi
-Voi?
-Si
Dafne mi guardò senza comprendere se la stessi prendendo in giro oppure se ero serio.
-Mi state prendendo in giro?
-No, sono serio, ormai dovresti averlo capito che non parlo mai di cose che non so fare- lo ammetto ero stato un po' duro con lei.
-Avete ragione, scusatemi io, sono molto nervosa - dichiarò stringendo le pieghe del vestito e io mi sedetti di fianco a lei guardandola.
-Tranquilla, non succederà niente vedrai.
-Non sono mai stata a Palazzo e ho paura di farvi fare brutta figura - di nuovo aveva sottratto lo sguardo al mio. Le alzai il viso sorridendole
-Ti fidi di me?
-Certo
-Allora non preoccuparti
Dafne
Messer Ludovico era riuscito a calmarmi, anche se avevo un brutto presentimento, sentivo che presto gli sarebbe successo qualcosa.
-Siamo quasi arrivati, signore - affermò Roberto dal posto del cocchiere.
-Va bene -
Il sorriso di messer Ludovico mi aveva rasserenato, ma avevo paura di fargli fare brutta figura, io ero comunque una serva, una serva vestita da principessa, ma pur sempre una serva.
-Messer Ludovico... -cercai di dire qualcosa, ma dalle mie labbra secche non uscì alcun suono.
-Dimmi
-Nulla
Non riuscivo proprio a dire quello che provavo in quel momento, il cuore mi batteva a mille ed ero sicura che le mie guance erano in fiamme. Le nostre mani si sfiorarono quando la carrozza si fermò davanti all'entrata del palazzo e io lo guardai per pochissimo tempo prima che se ne accorgesse.
Il salone principale era addobbato a festa e vi erano tavoli con sopra ogni ben di Dio, a vedere tutto quel cibo mi venne un po' di rabbia, fuori da quelle mura vi erano tantissimi poveri che soffrivano la fame.
Messer Ludovico mi strinse la mano come per essere certo che non me ne fossi andata, avevo notato che si era irrigidito appena avevamo attraversato il portone di ingresso.
-Ludovico Eynard Lullin di Volta Stellata - affermò l'araldo mentre noi entravamo nel salone delle feste.
Lo vidi guardarsi intorno come un animale braccato, non conoscevo il motivo del suo nervosismo, ero solo certa che non l'avevo mai visto così teso.
-Mio signore sono felice di vedere che siete venuto - dichiarò una donna comparendo da un punto imprecisato della sala. Al suo fianco vi era una giovane donna più grande di me, una bellissima ragazza che avrebbe incantato chiunque, meno che Ludovico.
Poiché il suo sguardo era diventato di pietra, come non l'avevo mai visto, inoltre i muscoli delle spalle si erano contratti, non doveva nutrire buoni sentimenti per quella donna.
-Buonasera madonna Amalia, Isabella - fece un mezzo inchino, e notai che madonna Amalia lo stava praticamente mangiando con gli occhi.
-Buonasera Ludovico e chi è la splendida fanciulla al vostro fianco? - domandò un uomo che doveva essere il granduca Cosimo De Medici.
-Buonasera Vostra Signoria, la ragazza è Dafne e questo vi deve bastare - rispose Ludovico con aria tesa.
-Bene, allora benvenuta madonna Dafne - sorrise il granduca. Mi sembrava che tutto fosse nascosto da una patina di cortesia, ma avevo capito che non era così. Tutto era falso esattamente come diceva messer Ludovico.
-Vostra Signoria ora se permettete - capii che Ludovico si era congedato.
Ci districammo tra gli ospiti e notai che molte ragazze guardavano Ludovico nello stesso modo in cui lo fissava Amalia.
-Siete nervoso, mio signore?
-Da cosa l'hai capito?
-Vi conosco bene ormai non avete segreti per me - sorrisi dolce
-Sei bellissima sai?
Arrossii al suo complimento, anche io lo trovavo bellissimo.
-Ti va di ballare? - Mi tese la mano con fare cordiale e io sorrisi
-E come posso rifiutare un ballo a voi?
Ci portammo al centro della pista da ballo e iniziammo a volteggiare perfettamente sincronizzati. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, prendevo dalle sue labbra e non solo. Si temevo di essermi innamorata. E stare tra le sue braccia mi faceva sentire bene, non eravamo più padrone e serva, ma soltanto Dafne e Ludovico.
-Messer Ludovico - feci per dire qualcosa ma alla fine non dissi niente.
Lui sorrise mentre le nostre labbra si avvicinavano pericolosamente, non potevamo baciarci davanti a tutte quelle persone.
-Vieni andiamo fuori -
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Tarihi KurguVincitore del concorso THE GIRLS nella sezione narrativa storica e generale :) [Storia in revisione e correzione continua] Firenze 1548 . Il nobile Federico Eynard Liliun viene ritrovato morto nel suo letto con al fianco una meretrice anche lei mort...