Firenze 1548, Palazzo della Signoria 24 gennaio
Ludovico
Avevo un brutto presentimento, la presenza di Arrighetti non era un buon segno, misi istintivamente la mano all'elsa del pugnale che portavo al fianco, c'era qualcosa che mi sfuggiva. Tutti gli ospiti se ne erano andati. Eravamo rimasti solo io e Dafne.
-Dafne stammi vicino- ordinai, ma la ragazza non rispose, mi girai verso di lei e vidi che era scomparsa, guardai in mezzo alla folla e vidi che anche Arrighetti era scomparso.
-È finita Eynard Lullin - ridacchió una voce gracchiante alle mie spalle, sentii il rumore di un'arma sguainata. Senza pensarci su due volte sfoderai il pugnale d'argento e incrociai la lama di una delle guardie del granduca.
Ero circondato, ma non mi sarei lasciato sconfiggere, purtroppo i numeri mi erano contro.
-Ti arrendi, Ludovico? - domandò il granduca Cosimo comparendo sul balcone che dava sulla grande sala da ballo.
-Dovrete passare sul mio cadavere! - affermai mordendomi il labbro.
-Allora direi che arrivato il momento di dirci addio! -ridacchió lui.
Oh non sai quanto ti sbagli! fu il mio pensiero, ero pronto a combattere anche a costo di imbrattarmi di sangue.
-Guardie prendete quel traditore! -
Non sapevo di essere diventato un traditore, ma non gli avrei permesso di darmi la morte in quel modo, senza nemmeno un equo processo.
Le guardie mi furono addosso in meno di due minuti, ma non sapevano con chi avevano a che fare.
Con il pugnale in mano incrociai parecchie spade, una guardia riuscì a oltrepassare la mia difesa ferendomi al braccio, mi morsi di nuovo il labbro e con due colpi lo disarmai appropriandomi della spada.
-Insomma razza di imbecilli, lui è da solo come è possibile che non riuscite a sconfiggerlo! - ruggì dalla scalinata Cosimo.
Ma loro non sono capaci di combattere pensai ingenuamente.
Riuscii più o meno a districarmi tra i miei avversari, alcuni erano abili, ma, a parte il taglio sul braccio, nessuno di loro era riuscito a penetrare la mia difesa.
L'addestramento al quale mi aveva sottoposto l'eremita stava dando i suoi frutti.Due spade incrociarono la mia, davanti a me vi erano due giovani uomini, più o meno della mia età, abili spadaccini, perché mi trovai al muro in men che non si dica. Ringhiai mentre li disarmavo oltre a ferirli alle braccia.
-Guardati, sanguini - affermò ridendo il capitano. Mi resi conto che ero ferito anche al fianco. A quel punto lanciai il pugnale che avevo in mano contro il capitano colpendolo nello stesso punto dove ero ferito io.
-Bene, ora sanguiniamo in due - ridacchiai.
Il plotone non la prese bene perché mi dovetti difendere il doppio, ma non era per me stesso che mi preoccupavo, ma per Dafne.
Dove l'avevano portata? Stava bene?Se le succedeva qualcosa non so come avrei reagito. Cosimo doveva solo sperare che non le avessero fatto del male o lo avrei passato a fil di spada.
Mi ritrovai al muro molto presto. Ero ferito e stanco dai duelli che avevo affrontato, mi tenevo il fianco dolorante, anche il braccio mi faceva male, ringhiavo. Non mi sarei arreso così facilmente, avrebbero faticato se mi volevano prendere, o se avrebbero faticato.
Sbuffai ancora e sputai sangue come a sfidarli.
-Beh cosa aspettate? Avete paura di me?- chiesi tentando di fare lo spavaldo.
Non mi sarei umiliato implorando pietà, oh no, non mi avrebbero messo in ginocchio così facilmente.
-Allora?- li stuzzicai
Le guardie si avvicinavano pericolosamente, era solo questione di minuti e di me sarebbe scomparsa anche l'ultima briciola.
Dafne
Quando io e messer Ludovico rientrammo in sala mi resi conto che gli altri ospiti non c'erano più, in compenso avevo notato le guardie personali del granduca Cosimo che si erano avvicinate, era strano. Ma non avevo fatto in tempo ad avvertire Ludovico perché Arrighetti era arrivato dietro di me e mi aveva trascinata via tappandomi la bocca impedendomi di urlare.
-Ehi bellezza era da un po' che non ti vedevo, sai volevo divertirmi ancora un po' con te- ridacchió maligno l'uomo sbattendomi contro un muro di una stanza laterale immersa nella penombra, non mi soffermai a osservare l'arredamento, perché dovevo stare attenta ai movimenti di Arrighetti, non gli avrei permesso di toccarmi, non di nuovo.
-Stammi lontano! - ruggii seria cercando di sembrare coraggiosa, ma in realtà stavo morendo di paura.
Messer Ludovico il mio pensiero volava a lui
Cosa gli stavano facendo?
Era vivo? Lo avrei rivisto?
Sapevo che era un combattente abile, ma persino lui non poteva nulla contro un plotone intero di guardie armati di baionette.
-Sono stanco della tua resistenza donna! - Arrighetti mi sbatté contro la finestra e io sentii un vetro rompersi mentre una scheggia mi feriva alla guancia. Sgranai gli occhi, Arrighetti aveva una terribile espressione in volto, esattamente come quella notte in cui mi aveva strappato la mia dignità, ma non glielo avrei permesso una seconda volta. Afferrai un pezzo di vetro e lo ferii alla mano che mi teneva ferma al muro.
L'uomo urlò di dolore e io ne approfittai per fuggire. Dovevo ritrovare messer Ludovico.-Non puoi sfuggirmi maledetta ragazzina!-
-Invece si!- dichiarò una voce che non conoscevo.
-Tu!- ruggì Arrighetti mentre un uomo ammantato di nero con una maschera in viso si frappose tra me e il mio avversario.
L'uomo mascherato colpì in pieno Arrighetti che svenne.
-Coraggio mia signora, troviamo Ludovico! È in pericolo!
Annuii seria, messer Ludovico aveva bisogno di noi.
Ludovico
Maledetti! Mi avevano circondato, frapposi la spada tra me e loro, se sarei morto sarei morto con la gloria delle armi.
Ero pronto a morire, l'unica cosa che mi faceva arrabbiare era il fatto che non sapevo nulla di Dafne.
La vista mi si stava oscurando, anche le forze se ne stavano andando insieme al sangue che colava dai tagli che avevo sulla pelle, dovevo resistere. Una delle guardie alzò la spada pronto a colpirmi, ma il fendente non arrivò mai.
-State bene? - La voce era quella del Cavaliere di Cristallo.
-Si- rantolai mentre sentivo qualcuno sostenermi
-Sono qui, mio signore - era Dafne.
-Dafne
-Non affaticatevi, resistete
Il Cavaliere stava abbattendo una guardia dietro l'altra ma anche lui era ferito.
-Attento! -
Una guardia lo colpì in pieno alla spalla che iniziò a sanguinare copiosamente.
-Oh no!
-State tranquilli, non vi toccheranno con un dito!
Avrei voluto afferrare la spada e combattere ma ero troppo debole per riuscire anche solo a sollevarla.
-Giù le mani! - affermò una voce femminile.
Alzammo tutti lo sguardo e vidi quello di Alessandro diventare odio puro. In quel momento però vidi tutto nero.
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Ficción históricaVincitore del concorso THE GIRLS nella sezione narrativa storica e generale :) [Storia in revisione e correzione continua] Firenze 1548 . Il nobile Federico Eynard Liliun viene ritrovato morto nel suo letto con al fianco una meretrice anche lei mort...