Firenze 1548, Casa di Marina Cavalcante, 12 marzo.
Ludovico
Non riuscivo a credere di avere tra le braccia mia figlia.
Uscii dalla stanza dove Marina l'aveva confinata, ma quando varcai la soglia sentii un forte odore di sangue aggredirmi le narici.
La scena che mi si presentò davanti agli occhi fu tremenda. Marina giaceva a terra in un lago di sangue.
Anna si strinse affondò la testa nel mio collo tremando dalla paura.
-Venite fuori! Vigliacchi! - ruggii.
Come richiamati dalla mia voce dalla foresta uscirono sette uomini vestiti di blu notte armati fino ai denti.
Misi a terra Anna e le sorrisi appena per poi ordinarle di nascondersi.
Dovevano essere gli stessi che avevano attaccato Ace.
-Chi siete?
Non ottenni risposta. Ma subito dovetti evitare di essere infilzato.
Sguainai un pugnale e incrociai la lama con quella di un altro uomo in blu.
Non riuscivo a vederli in faccia per via dei baveri alti che coprivano il viso fino al naso.
Feci una mezza capriola in aria per allontanarmi dai miei aggressori.
-Non hai scampo Eynard Liliun! - affermò uno.
-Non sottovalutatemi! - dichiarai disarmandone due.
Gli altri fecero per avvicinarsi quando li vidi cadere a terra come pere cotte. Non avevo sentito il sibilo delle frecce in aria, ma i dardi piumati di nero che spuntanvano sulle schiene degli uomini morti mi fecero capire chi fosse il loro assassino.
Ace.
-State bene messer Ludovico?- domandò l'arciere entrando nella casa con l'arco pronto all'uso.
-Sì, non sono ferito.
Il ragazzo si guardò intorno notando il corpo senza vita di Marina.
Lo vidi scuotere la testa mentre io mi avvicinavo alla cassapanca aiutando Anna ad uscire.
La bambina si strinse forte mentre la prendevo in braccio.
-Chi è questa bambina, Messer Ludovico?
-Lei è mia figlia, Anna, sopravvissuta alla morte di Cecilia.- risposi accarezzando i capelli della bambina che mi guardò con occhi stupiti.
-Vostra figlia?
Annuii.
-Tu hai parecchie cose da spiegarmi, Ace.
-Risponderò a tutte le vostre domande, ma non qui. - rispose Ace uscendo dalla casa.
Sapevo che non avremmo dovuto lasciare quei cadaveri alla luce del sole, ma Ace non mi dette il tempo di pensarci perché era già uscito.
-Come facevi a sapere che ero qui?
-Mia sorella mi ha detto dove eravate.
-E le tue ferite?
-Non sono del tutto guarite anche perché erano fresche, ma so usare l'arco anche se le braccia mi fanno male.
Ace si mise l'arco sulla schiena e poi tornò a guardare me e Anna.
-In effetti assomiglia molto alla vostra prima moglie, ma i capelli sono del vostro stesso colore.
Anna lo guardò senza dire una parola. A dire il vero non l'avevo ancora sentita parlare.
Era vero. La piccola era il ritratto di Cecilia.
-Riesci a scoprire chi sono gli uomini che hai ucciso e soprattutto chi li manda?
Ace annuì con un sorriso che non seppi interpretare mentre tornava verso la casa.
-Noi invece torniamo a casa - sorrisi osservando Anna che sorrise.
Narratore esterno
Messer Marzio Arrighetti aspettava seduto su uno dei divani del salotto privato di madonna Amalia Bagnoli.
Non avevano notizie degli uomini che avevano mandato nei boschi per far tacere per sempre Marina Cavalcante. Quella maledetta donna sapeva troppo.
Inoltre con lei doveva morire anche la bambina che avevano fatto rapire tempo prima. La figlia di Ludovico.
-Secondo voi perché quegli incapaci non sono ancora tornati? - domandò Arrighetti lasciandosi il mento.
-Vedrai che presto torneranno con la notizia della morte di Marina e della bambina.- fu la risposta della donna.
Ma non ebbero il tempo di aggiungere altro perché un uomo vestito di blu comparve sulla soglia della stanza con lo sguardo esausto e in mano reggeva un dardo piumato di nero.
-Cosa è successo? - chiese Amalia livida di rabbia.
-Sono tutti morti signora.
Arrighetti si alzò di scatto afferrando il poveretto per il colletto della divisa e sollevandolo da terra.
-Chi li ha uccisi?
L'uomo mostrò il dardo piumato di nero e Marzio buttò per terra il sicario strappandogli la freccia di mano.
-L'arciere nero...
Amalia congedò con un gesto stizzito il sicario.
-Maledetto! Non era morto a Siena quella notte?- domandò Arrighetti a denti stretti.
-A quanto pare no. E non è tutto...ricordi Isabella, la schiava circasse che era con me?
Arrighetti annuì.
-Ebbene, lei è la sorella dell'arciere nero.
L'uomo la guardò con un ghigno malefico sul volto.
-Stai pensando a quello che penso io?
-Oh certamente mio caro Marzio...Ludovico non sa che Cosimo è solo un burattino nelle nostre mani. Non sarà difficile attirarlo in una trappola che gli sarà fatale. - affermò Amalia.
-Ma a te non interessa Ludovico?
-Ha un bel fisico, questo sì, ma voglio farlo soffrire molto per la sua ribellione. Mi supplicherà, vedrai.
Arrighetti rise freddo.
-E la ragazza?
-Di lei potrai farci quella che vuoi. Saranno nostri loro e il tesoro di Volta Stellata.
-Un ultima cosa, Amalia. Cosa ne facciamo di Cosimo?
La donna guardò Marzio con uno sguardo terribile che lo fece rabbrividire.
-Lo farò sparire.
Angolo autrice: Lo so il capitolo è molto più corto del solito, comunque cosa ne pensate? :) Vi aspettavate che dietro a tutto questo ci fossero Amalia e Arrighetti? :) fatemelo sapere :)
Un abbraccio :)
RagazzaAngelica
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Ficción históricaVincitore del concorso THE GIRLS nella sezione narrativa storica e generale :) [Storia in revisione e correzione continua] Firenze 1548 . Il nobile Federico Eynard Liliun viene ritrovato morto nel suo letto con al fianco una meretrice anche lei mort...