Voglio iniziare leggera, quindi questo sarà un capitolo con una Lauren normale.
Con la valigia in mano, il borsone in spalla ed il biglietto solo andata, mi lascio alle spalle la mia famiglia, dirigendomi verso i controlli per fare il check-in.
Mia madre piange, come sempre quando parto.
Mia sorella non è da meno.
Mio padre stava lì, guardandomi con sguardo fiero e orgoglioso così come mio fratello.
Ogni volta che parto per andare in tour con le ragazze, è sempre uno strazio lasciare la mia famiglia.
I manager ti danno una settimana per stare con i propri cari, ma ti fanno stare lontani per mesi e mesi.
Prendo il bagaglio a mano, mentre vedo la valigia entrare attraverso il nastro trasportatore dentro l'aereo, per poi girarmi un'ultima volta verso la mia famiglia.
Li saluto brevemente con la mano, sapendo che se fossi stata ancora di più a guardarli, non avrei più avuto il coraggio di partire.
Perciò mi volto velocemente e mi diriggo al gate.
La mia destinazione è New York, é lì che devo incontrarmi con tutte le ragazze, lì ha sede la casa discografica(non so dove ha sede la vera casa discografica, é tutto inventato, tanto a voi interessa altro😏).
<Volo Miami-Florida, New York. Gate 6. Ultima chiamata per il volo Miami Florida, New York> sento diffondersi in tutto l'aereo.
Mi affretto ad arrivare in tempo al gate indicato, quando una voce mi ferma.
<Lolo aspetta> mi sento dire alle spalle.
La sua voce, come non riconoscerla.
Soprattutto dopo tutte quelle volte che l'ho sentita.
Mi giro e la vedo corrermi incontro con una borsa da viaggio, ma all'ultimo momento cade, fra le mie braccia.
Io d'istinto la afferro dai fianchi, facendoci ritrovare faccia a faccia.
Flashback di momenti insieme mi ritornano alla mente, così stacco subito le mani da lei.
Si morde il labbro, cosa che mi fa distogliere lo sguardo...sa cosa succede quando lo fa.
<Emh...ciao> dice lei imbarazzata.
La osservo, é così tenera.
Anzi, sembra così tenera.
<Ehi, ci sei anche tu? Pensavo che fossi con Dinah> le dico prendendo il mio borsone da terra e dando il biglietto all'hostess sorridendo.
Camila fissa l'hostess, con uno sguardo che non riesco a decifrare, ma appena sente la mia domanda, si volta verso di me.
<Emh...si, anzi no, perché sapevo che c'eri tu, quindi sono voluta restare a Miami> si tortura le dita, mentre aspetta che l'hostess le dia nuovamente il biglietto e passaporto.
Una volta preso tutto, ci dirigiamo dentro il portellone dal lungo corridoio che ci porterà all'interno dell'aereo.
<Quindi per tutto il tempo sei stata qui?> le domando un po' infastidita, mentre percorriamo il lungo corridoio.
Perché non me l'ha detto?
Lei, nervosamente, stringe la cinghia del suo borsone.
<S-sono uscita con Paul...> dice quasi in un sussurro, ma che io sento benissimo.
Stringo la mascella, arrabbiata e delusa.
Guardo dietro di me e davanti a me, le persone sono ognuno per i fatti propri, non badano a noi.
