Tic tac-tic tac
L'ora di trigonometria continuava da più di un'ora e io,con la testa appoggiata al banco di legno freddo,non avevo ascoltato nemmeno una minima parola di quello che la professoressa Richardson aveva da dire.Tic tac-tic tac
Aspettavo,insistentemente,che quella stupida campanella suonasse,non chiedevo altro.
Avevo passato tutta la mattina a riflettere su quello che era successo con Thomas.Non riuscivo a togliermi dalla mente il suo viso.Non volevo passare altro tempo a pensare a lui,perchè ogni volta che si presentava nella mia testa,una miriade di emozioni iniziavano a crearsi, facendomi quasi impazzire;a che scopo poi?!Non ne avevo idea.Tic tac-tic tac
Mentre ero immersa dai pensieri più assurdi un picchiettio continuo sulla mia spalla iniziava ad innervosirmi.
Mi girai e vidi Jackson con un sorriso provocante e un bigliettino in mano.
-Che cavolo vuoi?!-
Non rispose,piuttosto allargò la scollatura della mia maglia e lo lanciò Lì.
Gli Rivolsi uno sguardo agghiacciante che lo fece immobilizzare.
Presi il bigliettino e cominciai a leggere:
'Ehi Santarellina,Ti ho visto oggi per i corridoi.
Che c'è,ora la piccola gazzella indifesa ha trovato il coraggio di sfidare il leone?Vedremo...'
Il presuntuoso aveva audacia da vendere.
Richiusi il bigliettino e lo misi nell'astuccio.Tic tac-tic tac
Il rumore delle lancette, dell'orologio appeso al muro della classe,mi rimbombava nelle orecchie,provocandomi un forte mal di testa.
Se non avesse suonato subito sarei scoppiata.
Driiiiiiiiiin
Uscii velocemente e mi diressi in mensa.
'Chissà se Thomas mangerà con me'
Quello che era successo aveva causato,a tutti e due,un forte imbarazzo.
Passai dall'esterno perché i corridoi,a quell'ora,erano sempre ostruiti da valanghe di persone affamate,e io odiavo i posti ristretti.
Una folata di vento freddo mi rabbrividì,così mi ritrovai a correre per ritornare dentro la calda,seppur opprimente, scuola.
Dentro vidi Thomas,seduto ad un tavolo,che batteva insistentemente le dita sul vassoio del pranzo.
Appena mi vide,mi fece un cenno con il capo a mó di saluto,che io ricambiai sorridendo.
Mi misi vicino a lui e cominciai a mangiare,non sapendo come rompere il ghiaccio che si era formato fra noi due.Non era mai successo e la cosa non mi piaceva.
Per fortuna,dopo un interminabile silenzio,fu lui a parlare:
-Allora...com'è andata la lezione di Tecnologia?Insomma,oggi c'era il compito in classe.-
Disse normalmente,per poi addentare il suo Hamburger.
Lo stava dicendo come se fra noi non fosse successo nulla...e da una parte era meglio così,forse stavo solo esagerando.Ero solo inciampata,nulla di più.
Ma da un'altra parte speravo che ne parlasse,per chiarire.. anche se sapevo non ne avevamo bisogno.Non so cosa volessi davvero,in realtà.
-Bene-
-È successo qualcosa?-Mi chiese preoccupato.
-No- risposi freddamente.Non doveva sapere o la conseguenza sarebbe stata fatale...
-Ok...-Disse poco convinto.
-Che lezione hai ora?-Chiesi tralasciando il discorso di prima.
-Storia,tu?-
-Ci vediamo lì - risposi lanciandogli un bacio sulla guancia e lasciandolo da solo.Questa volta,l'azione che facevo più volte,mi colorò le guance di un porpora acceso.Cercai di nasconderlo tenendo il viso chino e camminando via da lui;sentivo i suoi occhi su di me e ciò mi fece velocizzare il passo ancora di più.
Non riuscivo a trovare una risposta per quella reazione inaspettata.
Corsi,intenta ad arrivare al mio armadietto,ma il perfetto corpo di Rebecca mi si posò davanti.
E adesso che voleva?!
-Ehi..ehm..!?-
-Natasha -Risposi
-Sì sì,comunque...Ti ho visto oggi nei corridoi-
'Bene'
-Carino il tuo completo- Disse mettendosi le mani sui fianchi.
-Beh...grazie-
-E così,ora ti vesti in questo modo?povera cara...-
-Perché?-Chiesi,riducendo gli occhi a due fessure.
-Perché lo sanno tutti che tu non hai gusto,e insomma..oggi hai tipo...rotto le regole-
'proprio quello che volevo'
-credo di si.-
-Allora,dovevo dirti:
Stai alla larga da Jackson,lui è troppo popolare per stare dietro a una bambina perfettina come te,quindi vedi di smammare.Stai cercando di prendere il mio posto, vero?!Non succederà mai.
Ti sei vista?!Seriamente...non prenderti in giro,ti fai solo del male.-
Non sapevo che rispondere,oramai ne avevo sentite tante,ma la mia reazione era la stessa:Le parole mi restavano bloccate in gola,per paura di sbagliare e poter farmi male anche solo ribattendo.
Dovevo essere forte.
Ora.
Niente esitazioni.
Il rispetto veniva dalle mie parole.
Quindi ora dovevo dire quello che pensavo.
Presi un respiro profondo,cercando di prendere più coraggio possibile.
-Davvero Rebecca?,Hai veramente paura di farti mettere i piedi in testa da una come me?Wow...Sei caduta in basso.
Ah,e per tua informazione:
Quell'idiota del tuo fidanzato non potrebbe interessarmi neanche se fosse l'ultima persona sulla terra.-Le sputai la verità in faccia.
-Non sfidarmi,Saputella-
-Tranquilla,non voglio metterti in difficoltà -Le feci l'occhiolino e me ne andai.
Dovevo imparare e non pensare agli altri...a pensare solo a me stessa.
Dovevo diventare quella con la battuta pronta,almeno non mi sarei ferita ancora.
Dovevo essere forte,rialzandomi da sola.
Avevo il vuoto,stavo morendo dentro,ma dovevo continuare a sorridere.Potevano dirmi quello che volevano:
Che ero diventata arrogante, insensibile,fredda...
Oramai non mi importava più.
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Una ribelle in uniforme
Teen FictionNatasha:ragazza timida,bella ed intelligente ma goffa nei movimenti, rimasta sola con la madre e il suo migliore amico,Thomas,triste per la mancanza del padre,andato via di casa quando lei era piccola,scomparso dalla sua vita senza un motivo apparen...