Capitolo XX

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Non ebbi la forza di affrontarlo.
Neanche di andare lì e dargli un sonoro schiaffo,nulla.
Ero pietrificata davanti a lui,con gli occhi lucidi e uno sguardo di disprezzo stampato in viso.
Di certo,questo non aveva migliorato la mia giornata.
Scossi la testa,corrugando la fronte e chiudendo gli occhi con forza,per non far uscire le lacrime,e me ne andai.

Passai il resto delle lezioni interdetta,con lo sguardo impassibile,immobile.

Non è successo niente.Questo è solo un brutto sogno.Ora tu ti sveglierai e ti ritroverai al fianco di un bell'uomo che ti sorriderà,abbracciandoti.

Ora tu ti sveglierai e ti ritroverai al fianco di Thomas,diventato un uomo,che ti sorriderà,abbracciandoti.

Ora tu ti sveglierai e sarai amata dall'uomo giusto.Dalla persona con cui avresti passato tutta la vita.

La persona a cui avresti dato tutto l'amore possibile,immaginabile.La persona che ami e che amerai per sempre.

Una persona che non potrai mai avere.

Avevo un groppo in gola,che non riuscivo ad ingoiare.
Non potevo continuare così.

Avanti Natasha,pensa a qualcos'altro.
Qualsiasi cosa,tranne lui.

Cominciai a concentrarmi,con ancora gli occhi chiusi e le mani che picchiettavano sul banco.

-Natasha...-un sussurro quasi impercettibile si fece largo tra i miei pensieri.

-Natasha-disse,alzando la voce.

Aggrottai le sopracciglia,concentrandomi su chi avesse parlato.
Una voce profonda,maschile.

-Natasha!-un urlo straziante mi fece fischiare le orecchie e aprire gli occhi di scatto.

Alzai lo sguardo,e mi ritrovai faccia a faccia con la professoressa di francese,che mi osservava con sguardo accusatorio.

-Signorina Ross,i suoi sogni hanno a che fare con le mie lezioni?-mi domandò,con il suo irritabile accento.

-Ehm,no-borbottai,massaggiandomi la fronte.
-Allora perché stava dormendo?-
Non risposi.Che mi sarei dovuta inventare?
-Non stavo dormendo.Stavo potenziando i miei poteri da veggente.- oppure: -Mi scusi,stavo solo cercando di prevedere il futuro o,magari,di capire dov'é mio padre.Ma,infondo,questi non sono affari suoi.La prego,continui la lezione-
No,non credo proprio.

-Mi scusi,non succederà più.-sussurrai,abbassando lo sguardo.
Lei non rispose e ritornò a scrivere sulla lavagna.

***

Erano le tre del pomeriggio e,come previsto,stavo ritornando a casa,soprappensiero.

Aprii la porta,ritrovando mia madre,piuttosto agitata,che stava sistemando i cuscini del divano.

-Ok,tutto normale-sussurrai,per poi sbuffare e alzare gli occhi al cielo.

-Oh,tesoro.Che ci fai qui?Pensavo andassi a studiare dal tuo amico... com'è che si chiama?... ah sì,Darwin-esclamò,nervosa,rigirandomi verso la porta d'ingresso.

-Ehm,Dallas?!-alzai un sopracciglio.

-Si,si,lui.Forza,vai.Sennò farai tardi-mi spinse fuori.
Di che caspita stava parlando?

Fu allora che realizzai:
-volevo chiederti,se ti va,di darmi delle ripetizioni di Biologia.
In quella materia faccio schifo e ho sentito che tu,invece,sei piuttosto brava-
Cavolo,dovevo studiare con Dallas.
Cavolo,cavolo,cavolo!

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora