Capitolo XV

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Era ancora Ottobre ma quella sembrava la notte più fredda di tutto l'anno.
L'aria toccava gli zero gradi e io mi trovavo in un vicolo buio,dispersa tra le grandi e pericolose strade del Kansas.
-Come ci sono finita qui?-borbottai,con i denti che non cessavano di battere.
Sbuffai,pensando a quanto fosse stupida la mia domanda e cominciai a camminare per ritornare a casa.
Misi le mani a coppa verso il viso e cercai di scaldarle con il fiato,che racchiudeva tutto il mio calore corporeo rimasto,ovviamente molto poco.
Ma quando mi girai non mi trovai una strada,con a fianco bar e discoteche, ma un giardino con un gigantesco albero e un'altalena.
La cosa che mi fece rimanere basita però non fu il cambiamento del luogo,molto diverso da quello che mi immaginavo,bensì il cambiamento del tempo.
Infatti,i raggi del sole esaltavano la rugiada nei fili d'erba e il cielo azzurro trasmetteva tranquillità e serenità,tutto il contrario della fredda notte ricoperta da spesse nuvole grigie presenti precedentemente.
Mi guardai attorno,confusa,fino a quando una frase non mi fece voltare.
-ho già sentito questa voce-sussurrai.
Lì,davanti a me c'era un uomo sulla trentina d'anni che sorrideva ad una bambina sull'altalena.
Mi avvicinai.
Avevo già visto quell'uomo.
-Brava principessa.Continua così!-disse.
-Papà,non sono una principessa.-esclamò la piccola.
-Cosa sei allora?-
-Una guerriera..-sussurrai io.
-Una guerriera!-urlò,gioiosa,lei.
Conoscevo quella frase;
La conoscevo perché la dicevo sempre io,da piccola.
Che cavolo stava succedendo?
Mi avvicinai per toccare il viso della bambina,ma quando lo feci mi ritrovai dentro una scuola,la mia scuola.
La bambina e l'uomo non c'erano più.
Iniziai a camminare senza una meta precisa,per poi fermarmi quando Thomas mi si parò davanti.
-Ehi Nat,sei arrivata finalmente-mi sorrise.
Sorrisi di rimando,aggrottando la fronte e lo seguii.
Ci trovammo nell'aula di chimica.
Lui chiuse la porta a chiave e si avvicinò a me.
Ed accadde l'inevitabile:mi baciò e io ricambiai.
Continuammo a baciarci,ridendo.
Ero inspiegabilmente felice.
Il suo profumo mi invase le narici,le sue mani sulle mie spalle mi scaldarono tutto il corpo.
Fui io a fermarmi:
-T-Thomas,cosa sai di mio padre?-
-Cosa?Nat,che c'entra ora?-
-Tu sai qualcosa?-chiesi,evitando la sua domanda.
-Perché lo vuoi sapere?-
-È necessario che lo sappia,è comunque mio padre-spiegai.
-Non so molto..-
-Thomas,per favore!-
-Si chiamava Jhon,lavorava nella farmacia della zona-
-Come si chiama la farmacia?-
-si chiama.."care's pharmacy" mi sembra..-
-Comunque,stavo dicendo che lavorava nella farmacia della zona e...-
-Natasha!-un urlo interruppe la conversazione.
Sbloccai la porta e corsi verso la voce.
Mia madre stava inginocchiata a terra ,con un uomo dietro che le puntava una pistola alla testa.
-Natasha!perché lo hai fatto?te l'ho detto che era meglio non approfondire!Perché non mi hai dato retta,Natasha?-mi urlò,piangendo.
Cercai di avvicinarmi ma l'uomo le sparò.
Urlai a squarcia gola,mentre le lacrime cominciavano a scendere.
-Avresti dovuto dare ascolto alla mamma,hija.-mi disse l'uomo.
-Tesoro,Tesoro svegliati!-
Aprii gli occhi,ero nella mia stanza.
Tirai un sospiro di sollievo mentre mia madre mi scuoteva ancora,cercando di farmi riprendere.
-Cosa è successo?-borbottai,massaggiandomi la fronte.
-Era un'incubo.Stavi urlando il mio nome e quando sono venuta da te stavi piangendo.-
Poi aggiunse:
-Che cosa hai sognato?-
Sgranai gli occhi.
Dirle la verità,per poi chiedere di mio padre o nasconderle tutto e fare di testa mia?
-Non mi ricordo,ma tranquilla.È tutto apposto-la tranquillizzai.
-Bene tesoro,manca ancora mezz'ora prima che la sveglia suoni.Puoi tornare a dormire-mi informò,accarezzandomi e baciandomi la testa.
-No,mi preparo prima.Non ho più sonno-
-Ok allora,io vado al lavoro.Buona scuola-
-Buon lavoro-Urlai,aspettando di sentire la porta d'ingresso che si chiudesse.
Quando questo accadde mi alzai di scatto,pronta a cercare prove di almeno l'esistenza di mio padre.
Iniziai svuotando tutti i cassetti,ma non trovai nulla.
Aprii ogni scatola esistente ma ancora nulla.
Guardai la sveglia,che segnava le 8:15.
Mi misi in piedi,inciampando poi sul tappeto della mia camera.
Ero in ritardo,ancora.
Mi cambiai,presi il cartone del latte ,bevvi tutto in un sorso,presi una manciata di cereali e andai a lavarmi i denti,per poi correre verso scuola.
Camminai nei corridoi per un tempo infinito,cercando l'aula della prossima lezione.
Quella di....
-Nat,sei arrivata finalmente!-mi prese la mano e lo seguii.
-Dove stiamo andando?-chiesi,confusa.
-Nell'aula di chimica-
Cosa?stava riaccadendo di nuovo?era un sogno?
-Non sto sognando,vero?-
Non fece in tempo a rispondermi perché entrammo dentro l'aula,trovandoci tutti gli sguardi addosso.
Quello del professore era il più truce...
-Ross e Allen,siete in ritardo-
-Vedremo se sarete di nuovo in ritardo dopo essere rimasti qui due ore dopo le lezioni.-
No,non sembrava un sogno.
Era piuttosto reale...
-Ma prof,io non c'entro niente.Io la stavo cercando-si oppose,Thomas.
-Parlate ancora?Facciamo tre ore-
-Ma..-cercai di dire io.
-Ne volete quattro?-mi ammonì il professore.
-Quando cominciamo?-rispondemmo io e Thomas all'unisono,sarcasticamente.
Sorrisi per la scena  appena accaduta,per poi trasformare il mio sorriso in una linea dritta quando notai che Thomas mi stava uccidendo con lo sguardo.
Sarà uno stancante pomeriggio...

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora