Capitolo XXII

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-Ciao- sussurrai, imbarazzata.

Dopo l'incontro con Dallas , avevo finalmente preso una decisione.

Amavo troppo Thomas per lasciarlo andare e l'idea di non averlo nella mia vita mi avrebbe stravolto totalmente;
Infondo ,era lui la ragione della maggior parte dei miei sorrisi.

Ma la mia vita non era la sua.
Non dovevo dipendere da lui ,come farebbe uno spacciatore con la sua droga preferita;
Non dovevo soffrire per lui.
Ero ,oramai ,una ragazza indipendente e dovevo cominciare a comportarmi come tale.
Non dovevo fare la bambina ad ogni ostacolo che mi sarei trovata davanti o ,tantomeno ,aggirarlo.

Dovevo affrontare i problemi a testa alta; Andare avanti ,magari.

Per questo ero andata a casa di Thomas per chiarire delle cose;per scusarmi e proporgli di ritornare amici.

Alla mia vista ,Thomas si rigirò verso il salotto ,pronto a sbattere la porta ,ma glielo impedii.

-Voglio solo parlare.-spiegai.

Ci pensò su per qualche minuto ,incerto se far entrare quella ragazza che lo aveva fatto arrabbiare più volte e ,probabilmente ,anche ferito; Ma ,alla fine ,con un cenno del capo ,mi fece entrare.

Feci qualche passo avanti ,per poi fermarmi e osservare la casa che non visitavo da tanto tempo.

Non era cambiata di una virgola.

-Thom, chi era alla porta?- la melodica voce di sua madre attirò la mia attenzione ,facendomi spuntare un sorriso sul volto.

Adoravo sua madre.

Era il mix perfetto tra 'donna protettiva' e 'madre comprensiva'.
Lasciava il giusto spazio al figlio ,permettendogli di vedere ogni sfaccettatura della vita, ma, allo stesso tempo, privava a lui le cose più pericolose ,come un viaggio in Europa con un gruppo Metal o intraprendere la carriera da Serial Killer.

-Salve signora Allen. La trovo bene.-esclamai, abbracciandola.

-Oh ,tesoro, è da un pò che non ti vedo.- ricambiò l'abbraccio ,inebriandomi con il suo dolce profumo di fiori.

-Già ,ci sono state ...delle complicazioni- le spiegai, puntando il mio sguardo su Thomas, che nel frattempo aveva abbassato il viso per nascondere la più che evidente risata amara che gli avevo procurato.

-Va bene... Mamma ,noi andiamo di sopra.- esclamò poi il ragazzo dagli occhi nocciola.

-Okay ,ma tenete la porta aperta!-ordinò.

Sentii le mie guance diventare rosse mentre ,per l'imbarazzo ,mi torturavo le mani.

Thomas alzò gli occhi al cielo ,per poi prendermi per le spalle e condurmi di sopra.

Presi un respiro profondo ed iniziai a parlare , sedendomi sul suo letto.

-Dallas mi piace-

Abbassò la testa.
Forse stufo,forse ferito.

-Ma non è questo il punto.-spiegai.

-Dallas mi piace ma ho bisogno di te nella mia vita.Ho bisogno di una spalla su cui piangere; Ho bisogno di qualcuno che mi capisca ,che stia sempre al mio fianco. Ho bisogno del mio migliore amico ,Thomas.
Ho bisogno di te.-

Alzai lo sguardo verso di lui.
I suoi occhi erano lucidi e credo che lo fossero anche i miei.

-E non mi importa cosa succederà.
Sappi che io non rinuncio a te per nulla al mondo.
Rivoglio il mio migliore amico perché lui era perfetto.Anzi,noi eravamo perfetti.Insieme.
E mi manchi.
Mi manca cosa eravamo.
Mi manca ogni singola cosa di noi.-
La mia voce tremolante prevalse.

Si alzò velocemente e venne ad abbracciarmi ,forte.
Era l'unica cosa di cui avevo bisogno:
La sua presenza.

-Ho bisogno di te-mormorai , nell'incavo della sua spalla.

-Ho bisogno di te- rispose di rimando.

Ci staccammo lentamente ,con ancora le guance umide e rosse.

~FLASHBACK~

Ero sull'altalena ,a piangere.
Oggi Thomas non si era fatto vedere e io sentivo sempre di più la mancanza di papà.
Era oramai da settimane che se ne era andato.
Una lacrima rigò il mio volto.

-Nat!Nat!- alzai lo sguardo per vedere il piccolo Thomas venire verso di me.
Il mio viso si illuminò.

-Scusa il ritardo.Io e papà ci stavamo allenando e ho perso la cognizione del tempo. Sai ,oggi mi ha insegnato a lanciare. È stato davvero forte!-
Esclamò felice,mentre si sedeva di fronte a me,nell'erba fresca e umida.

Ma, più mi osservava più il suo sguardo si incupiva.

-Ehi,cosa c'è che non va?- mi chiese,alzandomi con la mano il mio piccolo mento.

-Niente.- risposi , per poi tirare su col naso.

Il suo sguardo passò al mio ginocchio sbucciato.

-Hai provato ad andare in bici senza di me?!- domandò ,un pò deluso.

-Non c'eri. E ci eravamo promessi di imparare ad andare in bicicletta insieme oggi.- risposi ,abbassando lo sguardo.

-Sei caduta?-

Annuii,iniziando a piangere di nuovo.

-Scusa,Nat.- mi abbracciò.

-Anche se abbiamo solo cinque anni, nella vita potrai sempre contare su di me.
La prossima volta ,andiamo in bici insieme ,così se cadrai tu appoggiati a me che ,se andrà male ,cadremo insieme e insieme impareremo a cadere.
Appoggiati a me ,sempre;
Conta su di me ,sempre ; Perché ,nel bene o nel male ,io ci sarò sempre.-

-Grazie- sussurrai ,stampandogli un bacio sulla guancia.

~FINE FLASHBACK~

Ci sedemmo entrambi sul letto sorridendo ,per poi guardarci negli occhi.

-So che stai attraversando dei momenti difficili.-

Non risposi e lui continuò:

-So che in questo periodo sei caduta molte volte ,ritrovandoti da sola.
Che hai combattuto contro te stessa ,a volte ,pensando di non farcela ,pensando di essere sola.- mi prese le mani.

-Ma sappi che tu puoi sempre contare su di me.
Sappi che ,la prossima volta che cadrai ti potrai appoggiare a me perché ,anche se andrà male ,cadremo insieme e insieme impareremo a cadere.
Appoggiati a me ,sempre;
Conta su di me ,sempre;
Perché ,nel bene o nel male ,io ci sarò sempre.-

-Sempre.- mormorai sorridendo felice.

Sempre...

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora