Capitolo XIV

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Stavo camminando per i corridoi,ancora nervosa per quanto successo poco fa,fino a quando la voce del preside non mi fece fermare.
-Ross,può venire un attimo nel mio ufficio?-mi chiese,gentilmente.
Lo guardai,preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato,e lo seguii.
Avanti Natasha,cosa ti vorrà poi dire di così preoccupante...non hai mica distrutto l'istituto.
-Voleva parlarmi?-gli chiesi,sedendomi su una delle poltrone di fronte alla sua scrivania.
Adoravo quelle sedie di pelle!
Erano più comode di qualsiasi divano della città.
-Si.Ho notato che i suoi voti si sono abbassati in questi ultimi mesi.E,visto che non ho mai notato un suo calo in nessuna materia,vorrei chiederle se c'è qualche problema.Sa che può contare su di me- spiegò,cordialmente.
Oh,per favore.Evitiamo le scene di pietà.
-Nessun problema-risposi,fredda.
-Sicura?magari un problema personale di cui non può parlare con i suoi genitori-continuò,con la sua stessa profonda tonalità di voce.
-Mia madre-lo corressi,abbassando la testa,per poi continuare:
-E no,non ho nessun problema e di certo,se lo avessi,non lo andrei a raccontare a lei-risposi nervosa,per poi alzarmi pronta per uscire dalla porta,ma la voce del preside mi bloccò:
-Va bene,non sono affari miei,ho capito.Le ho detto questo solo perché è l'ultimo anno,e mi aspetto che tutti abbiano il massimo dei voti,per laurearsi nel migliore dei modi.Può andare ora.Buona giornata-
Non dissi nulla e me ne andai.
Perché pensa che possa aggiustare i miei problemi?i miei problemi sono inaggiustabili.Non ho bisogno di pietà,con essa non posso mettere al posto giusto le cose.Questa conversazione non è servita a nulla.
Continuai a camminare per i corridoi della scuola,per uscire dalla porta d'ingresso,ma un'altra voce mi fermò.
Stiamo scherzando?
Era l'allenatrice di Cheerleading:
-Ross,dove crede di andare?-mi urlò.
-Ehm,a casa..?-risposi,confusa.
-Non scherzare e porta il tuo bel culetto sul campo da Football.Le altre ti stanno aspettando-
Sbuffai e la seguii.
Mi cambiai e mi misi in fila con le altre.
-Bene,allenatevi.Clarck,insegna a Ross le nuove mosse per la partita del mese prossimo-urlò l'allenatrice.
Rebecca mi dovrà insegnare?di bene in meglio...
Mi posai di fronte a lei,vogliosa di cominciare.
-Bene,Natasha.Tutto quello che devi fare è metterti proprio...qui in mezzo-mi spostò in mezzo al campo.
-Ma,qui non rischio di essere colpita dalle altre?-chiesi,confusa.
-Nah,fai come ti dico.Fa parte della coreografia-mi tranquillizzò,facendomi l'occhiolino,per poi andare dal resto del trio.
La coreografia partì.
Ma,aspetta...E io che dovrei fare?
Non feci in tempo a trovare risposta che un calcio sul mento mi fece cadere a terra.
La musica si fermò e l'allenatrice,furiosa,mi chiese cosa stavo facendo.
Volevo rispondere ma Rebecca mi anticipò:
-Mi scusi,è colpa mia.Probabilmente non le ho spiegato bene cosa deve fare-
Mi stava davvero difendendo?
La professoressa rispose poco dopo:
-Non abbiamo molto tempo,passiamo al prossimo passo.Quello...-
-Quello con l'asta-la precedette Rebecca.
Ora sono morta...
-Qui,Natasha devi prendere al volo l'asta che ti passerà Lara per poi passarla a me,che poi alzerò in aria.Ok?-mi chiese,in tono superiore.
-Credo di si...-sussurrai.
-Bene,iniziamo!-urlò lei.
Si sta davvero comportando gentilmente con me?
La musica ripartì e la coreografia stava andando bene.
Crystal stava passando l'asta a Lara,che doveva poi passarla a me,fino a quando l'oggetto,che stava roteando,non mi colpì con forza la gamba destra,facendomi cadere in ginocchio dal dolore.
Lei venne verso di me,chiedendomi ripetutamente scusa.
Oh,ora ho capito il vostro gioco.
Streghe...
Non parlai e zoppicai fuori da lì.
A metà strada mi appoggiai ad un lampione,sbuffando.
Mancavano ancora tre isolati,ed erano le 18:45.
Sono forte,ce la posso fare.
Mi rimisi a camminare.

30 minuti dopo...
Ero finalmente arrivata a casa,anche se con la gamba in fiamme per il dolore.
Speravo con tutto il cuore che non fosse rotta,non era il caso di aggiungere altri problemi all'immensa pila che avevo già.
Entrai in casa,cercando di evitare qualsiasi essere umano presente.
Ma,ovviamente,non ci riuscii:
-Buona sera Amore,com'è andata a scuola?-mi chiese mia madre,amorevolmente.
-Tutto ok-dissi,prendendo un biscotto dalla teglia sul tavolo.
-Perché zoppichi?non ti sarai fatta male,spero.-mi chiese,preoccupata.
-No,no ho...ho solo qualcosa si,qualcosa nella scarpa-spiegai velocemente,per poi aggiungere:
-Ora vado a togliermela.-dissi,dandole un bacio sulla guancia.
-Va bene-mi rispose,prima di continuare con le sue faccende.
Salii le scale,cadendo sugli ultimi gradini.
-Che è successo?-chiese mia madre dalla cucina.
-Niente mamma,è caduto un libro.-
Urlai.
Lei non rispose,probabilmente ci aveva creduto.
Mi tirai su e aprii la porta,sobbalzando.
E ora tu che ci fai qui?!
Thomas stava seduto sul mio letto,ad aspettarmi.
-Perché sei qui?-chiesi,buttando lo zaino a terra.
Lui mi mostrò il libro di storia.
Come ho fatto a dimenticarmene?
-Perché hai mentito a tua madre?-mi domandò lui.
-Cosa?-
-Sul libro.Perché le hai mentito?-
Lo guardai,confusa.
-Sei caduta.E,piuttosto,ti sei fatta male?-mi chiese lui gentilmente.
Stiamo giocando al dottor Jekyll e Mr. Hide?
-Cosa ti fa pensare che io sia caduta?-
-Ti conosco,Natasha-mi tranquillizzò.
Alzai gli occhi al cielo.Prima mi urlava contro e poi si preoccupava per come stessi?
-Continuiamo la ricerca,così te ne potrai andare.-dissi con l'ultima parte più rivolta a me stessa che a lui.
Cominciammo a scrivere.Domani la avremmo dovuta consegnare,non c'era tempo da perdere;sopratutto contando il fatto che me ne ero completamente dimenticata.
-Perché sei così fredda con me?-mi domandò.
Non risposi e continuai a scrivere.
-Natasha,per favore,rispondi.-
-È per la litigata,vero?-
E per tante altre cose...
-Tu che dici,Thomas?-gli domandai,sarcastica,fissando i suoi occhi.
-Pensi che non ci stia male?non abbiamo mai litigato Natasha.E pensavo non lo avremmo fatto mai,ma mi sbagliavo-gesticolò.
-Beh,ora non ha importanza.Finiamo questa dannata ricerca-lo zittii.
-Sto cercando di proteggerti...-mi sussurrò.
-Mi stai proteggendo.Tu mi stai proteggendo.E come?flirtando con la tua amichetta?Litigando con me?-risi istericamente,per poi ritornare subito seria.
Non mi rispose e io continuai:
Gli misi la pila di fogli della ricerca sul ventre:
-La ricerca è finita.Buona serata-finii la frase,alzandomi dal letto.
Lui mi seguì a ruota,mettendosi di fronte a me:
-Sai che non ho cattive intenzioni e sai anche che ci tengo a te-mi ammonì.
-A me sembra che tutte le persone che mi stanno attorno hanno cattive intenzioni..-borbottai.
-Io no!Natasha lo sai che io ti...io ti...-sbuffò.
-ti voglio bene-mi disse poi.
Una pugnalata al cuore
-Ok,puoi andartene ora-sussurrai,abbassando il capo.
-E poi,perché sei gelosa di me e Lara?-
Tra loro c'era qualcosa?!
E questo mi ha uccisa...
-Non sono gelosa.Voi state insieme?-
Domanda inopportuna...
-No!Tu e Dallas?-
-forse..-dissi,incerta.
Lui sbuffò.
-Perché ti da fastidio?Non posso essere felice anche io?Non posso avere un ragazzo?Di tutte le ingiustizie che ho subito,non posso avere anche io un lieto..-non riuscii a finire la frase,perché lui mi prese il viso fra le mani,avvicinandolo al suo.
I nostri respiri velocizzati si incrociarono,il mio naso sfiorava il suo.
Non riuscivo a togliere L'impulso di fissare le sue labbra carnose e chiare.
Mi..mi stava per baciare?
No,era impossibile.
Con la stessa velocità,le sue mani si tolsero e io,delusa,rimasi immobile.
-Per...perché lo hai fatto?-chiesi,con la voce tremolante.
-Non lo so...dovevo,dovevo fermarti,ok?-
La porta si aprì e comparve mia madre:
-Ah,tesoro.Avevo dimenticato di dirti che Thomas era venuto-urlò,gioiosa.
-Fa niente signora Ross,stavo per andarmene-le informò,prendendo la ricerca tra le mani.
-Non resti a cena?-gli domandò lei.
-No,avevo...avevo già un impegno con i miei genitori,alla prossima- e uscì.
-Quel ragazzo è proprio carino.Mi stupisco che ancora non stiate insieme-
-Mamma..-la rimproverai.
-Cos'è successo mentre ero giù?sembri piuttosto abbattuta-
-me lo sto chiedendo anche io-sussurrai,tra me e me,per poi continuare a parlare:
-Ora vengo a cenare,mamma.Aspettami giù,arrivo fra un secondo-
Per fortuna mi ascoltò.
Thomas mi stava per baciare?no,era solo un mio desiderio.
Lo aveva detto anche lui:era solo per fermare il mio lungo monologo.
Lui mi voleva bene,niente di più.
Ti amo Thomas,volevo solo che tu lo sapessi...

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora