Capitolo X

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Le contrastanti emozioni ,che continuavo a provare per Thomas,mi tormentavano da tutta la mattinata e io,da perfetta codarda,continuavo a scappare da esse come se dipendesse dalla mia vita.

Perché questo mal di stomaco non mi vuole passare?
Perché questa cavolo di vita non mi aiuta con questo schifo di situazione?
Cosa provo io per Thomas?
Lo conosco da quando avevo 5 anni.Passo tutto il tempo insieme a lui ridendo,scherzando...anche solo stare zitta è bellissimo se lui è al mio fianco.
Per lui provo un bene immenso.Lui è l'unica persona che tiene a me,veramente.
E poi:i suoi sguardi quando incontra i miei occhi, i  bellissimi sorrisi che mi rivolge,le battute che fa solo per farmi ridere.Tutto questo causa un terremoto,altro che farfalle,nella mia pancia.
Thomas mi fa sentire libera,come se ci fossimo solo noi due al mondo;
Come se fossi finita nel mio paradiso personale;
Come se...mi fossi innamorata.

Ma che stai dicendo Natasha?Amore?!È solo una stupida amicizia,nient'altro...

Guardai l'orologio appeso al muro nell'atrio della scuola:
Segnava le 13:57,giusto in tempo per l'inizio della stressante ora di Economia.
Girai la testa,con l'obbiettivo di squadrare l'entrata dell'aula della lezione che si sarebbe tenuta fra pochi minuti.
L'idea di continuare un'altra pesante ora mi fece sentire male,più di quanto non stessi già.
Se non fosse stato per la figura di Thomas che stava correndo verso di me,sarei già stata fuori da quella scuola,fingendo un qualche virus venutomi per colpa del cibo della mensa;provocando anche scompiglio tra la scorbutica cuoca di mezza età e il freddo e severo preside della scuola.
-Nat!-
Sorrisi.
-Ehi Maratoneta!-
Ridemmo all'unisono.
-Ti siedi vicino a me a lezione?-
Persi un battito.
-Oh,ehm si si.-
-Bene.-
Entrammo dentro,sedendoci vicini.
Dopo pochi minuti entrò anche la professoressa di economia.O per meglio dire:la pazza professoressa di economia.
-Buongiorno ragazzi.-
-In realtà sarebbe pomeriggio,prof.-Disse Thomas.Lo guardai,strana.Non gli conveniva mettersi contro una persona da manicomio come la professoressa Brefford.
-Sì,ok.-rispose lei.Oggi sembrava stranamente tranquilla.
-Innanzitutto,studiate tutto il sistema reditizio/finanziario per il compito a sorpresa della settimana prossima.-
Thomas voleva giocare?e allora,che inizi il gioco!
-Scusi prof ma,se è un compito a sorpresa non dovrebbe dirci che c'è-
Dissi,sorridendo maliziosamente a Thomas.
-Insomma volete smetterla di correggermi!?Voi siete gli alunni,io la professoressa!so io come comportarmi qui.Ora,aprite il paragrafo e studiate i libri 56-57 e 58-
Nell'aula si creò una continuazione di bisbiglii,che cessò quando Thomas parlò.
-Voleva dire:"aprite il libro e studiate i paragrafi 56-57 e 58"-
Emisi una risata soffocata,per poi girarmi verso la Brefford che era diventata rossa come i capelli di Rebecca.
-Studiate e basta!-
Ok.Avevamo esagerato.Devo ammettere che forse la causa della sua pazzia eravamo noi,ma se era una scusa per saltare buona parte delle sue lezioni allora...così sia!
Stavolta ci zittimmo tutti.
Aprii il libro e iniziai a leggere.

"Il sistema reditizio/finanziario è stato prodotto per la prima volta il 23 Luglio 1996.
La legge prevede un'elencazione tassativa di tipologie di prodotti finanziari che possono essere considerate strumenti finanziari.
secondo l'art. 1 del d.lgs 24 febbraio 1998, n. 58 sono strumenti finanziari:..."

Troppe,davvero troppe cose da studiare.
Aprii il mio astuccio di un nero scolorito e,dopo un sonoro sbuffo,cominciai a cercare il mio evidenziatore azzurro,invano.
Ma dov'è finito?
Guardai con la coda dell'occhio Thomas,che stava leggendo,con la testa tra le mani e un'espressione che rappresentava la pura incomprensione.
Magari ce lo avevamo scambiato quando stavamo facendo la ricerca.
Decisi di chiederglielo comunque,non mi costava niente.
-Pss,Thomas.-gli sussurrai.
Si girò di scatto,guardandomi.
Continuai:
-Hai visto il mio evidenziatore?-
Sì mise a cercare dentro il suo astuccio e,quando il volto gli si illuminò,potei intuire che la mia ipotesi fosse giusta.
Fece per passarmelo ma,proprio in quel momento,un bigliettino- o per meglio dire quel bigliettino- cadde a terra.
Mi porsi per raccoglierlo,con l'agitazione che sprizzava da tutti i pori,ma lui fu più veloce di me.
Ora ero davvero nei guai.
-Cos'è?-Chiese,rigirandoselo in mano.
-Niente.Sarà un mio semplice appunto.-cercai di afferrarlo ma,ogni volta il suo braccio si allontanava.
Cominciò ad aprirlo,cercando di fare meno rumore possibile.
Non aprirlo,non aprirlo!
-Dai Thomas.Continuiamo a studiare!-
Non rispose,piuttosto iniziò a leggerlo.
-Thomas,avanti buttalo.-
Speravo veramente che lasciasse perdere.La fortuna,però,non fu dalla mia parte,come sempre.
Il suo viso si contrasse in una smorfia.
Oh no.
-Puoi dirmi il significato di questo bigliettino e il perché Jackson King te lo abbia scritto?-sussurrò con un leggero accenno di rabbia.
-Oh,ehm.-ero nel panico più totale,tanto da non riuscire a fare una frase di senso compiuto.
-Allora?-questa volta stava ribollendo di rabbia.
-Niente di importante.-Dissi sorridendo.
-Se si parla di Jackson è sempre importante.Sai che tipo di persona è-
O

h certo che lo so.
-Tranquillo.-Dissi sorridendo da ebete.
-Natasha,vuoi dirm-perfortuna fu interrotto dalla professoressa.
-Allen e Ross,volete condividere con la classe l'argomento di cui state parlando?-
Fui io a rispondere:
-Ehm,no prof.Ci scusi.-
Speravo,giuro speravo che Thomas si sarebbe arreso.
Che illusa.
Dopo poco continuò con il suo interrogatorio...
-Natasha!-
Non risposi.Chiusi gli occhi sospirando.
-Che ti ha fatto Jackson?-Chiese più alterato che mai.
Sgranai gli occhi.Davvero pensava che mi avesse toccata?Non credo che Jackson avesse avuto il coraggio se solo sapesse cosa Thomas avrebbe potuto fare.
-Niente!- Esclamai.
-Te lo ripeto ancora,allora.Perchè cavolo Jackson ti ha scritto questo bigliettino?!E cosa significa.-ripeté indicando la causa del nostro "battibecco".
Dovevo trovare una scusa per non rispondere.
Guardai l'orologio,la continuazione del movimento delle lancette che si muovevano ogni secondo,minuto,ora.
13:42,quella era l'ora segnata.
Avevo ancora 18 minuti.
Pensai e ripensai.
Probabilmente molte persone,osservandomi,avrebbero dedotto che io,da persona riflessiva,rappresentavo il modello di giovane genio o persona idealista.
Non era così.
Dopo altri minuti riflessivi,come per magia mi venne in mente un'idea.
Alzai istintivamente il braccio verso l'alto.
-Sì?-Chiese la professoressa,che stava leggendo il suo quotidiano,dalla cattedra.
-Posso andare in bagno?-
Lei abbassò con la mano libera gli occhiali da lettura piccoli e rettangolari,per poi scrutarmi.
-Va bene.-
Mi alzai velocemente e corsi fuori dalla classe.
Finalmente!
Chiusi la porta del bagno dietro di me,sospirando.
Andai verso i lavandini e mi sciacquai il viso,più volte.
Appoggiai le mani ai bordi del lavabo e mi guardai allo specchio.
Poco importava adesso la mia immagine.
Capii che gli specchi,almeno per me,erano oggetti di riflessione...forse anche oggetti di decisioni e idee e,anche se ancora un nemico per me,dovevo farmelo alleato,perchè mi distruggeva e fortificava,un controsenso molto difficile da comprendere,ma allo stesso tempo molto utile.
Ritornai in classe circa 15 minuti dopo.
-Alla buon ora!-Esclamò la Brefford,acida.
-Mi scusi,ehm,dovevo...-
Stavo per trovare una giustificazione plausibile ma la professoressa mi interruppe,ancora:
-Lasci perdere e vada al suo posto.-
Mi avviai a testa bassa,senza proferire parola.
Non passò neanche un minuto che Thomas ricominciò a parlare.
Non ti vuoi proprio arrendere,eh?!
Anche stavolta non risposi ma,a differenza di prima,provai un altro metodo,da sempre rivelatosi infallibile:evitare il discorso.
-Thomas,hai studiato tutto?!-
Beh,quasi sempre...
-Non cercare di cambiare discorso.La cosa é abbastanza seria quindi,perfavore,rispondi!-
Inutile dire che non lo feci e questo gli fece saltare i nervi ancora più di prima.
Sbatté la matita sul banco,spezzandola,attirando l'attenzione di tutta la classe.
-Allora non hai capito.Qualunque cosa ti abbia fatto,Jackson non aveva buone intenzioni.Porca miseria,dimmelo!-
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Chiusi i libri,sbattendoli,come prima aveva fatto Thomas con la sua matita.Lo guardai accigliata e me ne andai dalla classe.
Qualunque siano le emozioni che provo per lui,ora avevano lasciato il posto alla rabbia e all'agitazione.
Potevo solo sperare che non sarebbe accaduto niente di grave.

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora