Capitolo XIII

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-Sono contento che tu sia venuta-mi disse Dallas,toccandomi la spalla.
-Si,si.Anch'io-sussurrai,sorridendo leggermente.
Alla fine,lui,contento della mia chiamata,non ci pensò due volte a fare questa uscita il prima possibile,che si rivelò essere la sera stessa.
Però!non mi aspettavo fosse così...ansioso di,insomma,conoscermi.
Mi era venuto a prendere perfino a casa,il che mi fece restare abbastanza basita.
Dove aveva preso l'indirizzo?
Qualunque sia stata la risposta,ora aveva ben poca importanza.
Mi aveva portata in un ristorante che ogni sera aveva musica dal vivo e,nonostante gli avessi detto di non scomodarsi,la cosa mi fece piacere,non poco.
-Dallas,guarda i prezzi.Insomma,sono troppo alti!-esclamai,guardando il menù.Lui rise,ma non accennò risposta.
Non presi molto,in realtà,per quanto l'idea di sbizzarrirmi con tutto quello che c'era scritto in quel pezzo di carta plastificato mi pervase la testa per tutta la serata.
Nonostante il forte imbarazzo,che non ci permetteva di socializzare al meglio o,precisamente,di socializzare,il tempo stava passando molto bene,diversamente da come avevo pensato subito dopo aver chiuso la chiamata.
O almeno così credevo fino a quando,proprio lui non si alzò dal tavolo e mi prese per mano,portandomi fuori da quel ristorante,lanciando la mancia al cameriere fin troppo paziente per i miei gusti.
Dopo una veloce corsa per le strade ghiacciate del Kansas che,nonostante fossimo ad Ottobre,era diventato una distesa di vento gelido e fiocchi di neve,ci fermammo in un vicolo piuttosto buio,con solo delle piccole luci stroboscopiche ai lati.
-Che ci facciamo qui?Non abbiamo ancora preso il...-non feci in tempo a finire la frase perché le sue mani,appoggiate alla mia vita,mi strinsero a se e le sue labbra finirono avventatamente sulle mie.
Mi ritrassi leggermente a quel contatto,con una faccia stupita;per poi spingerlo delicatamente via con le mani.
-Che c'è?è troppo presto?-mi chiese lui,incredulo.
In realtà non sapevo spiegarmi il perché di quella reazione.Dallas non mi era sempre piaciuto?E ora che mi bacia perché trovo questa cosa profondamente sbagliata?dovrei sentirmi tutto il contrario,in fondo è stato il mio primo bacio e il primo a darmelo è stato lui.
Ma forse era proprio questo il problema...
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?-mi chiese poi,con un'espressione che rappresentava una leggera delusione.
-No,no...è solo che,beh-provai a dire ma lui mi interruppe,come se avesse capito tutto:
-Non sei ancora pronta,eh?!-mi chiese,con un accenno di sorriso.
-Si,ehm..scusami ma,sai è il...-balbettai,ma mi fermai quando lui iniziò di nuovo a parlare:
-Tranquilla,ho capito.Sarà per un altra volta-mi sussurrò,con la bocca vicino all'orecchio.
Oh no...
-Ehm,ok-cinguettai.
Chiesi di poter essere portata a casa e,dopo che il mio desiderio fu esaudito,mi stesi sul letto.
La mia cotta mi aveva invitato a cena,stavo diventando finalmente popolare e più apprezzata a scuola e ero entrata a far parte in ben due attività extra scolastiche,che mi avrebbero dato i crediti necessari per farmi passare con il massimo dei voti.
Escludendo Rebecca,l'unico problema di massima importanza era Thomas.
Sospirai pesantemente.
Thomas,lui doveva convivere con questo.
La mia vita stava migliorando e,se voleva stare al mio fianco,doveva aspettarsi la mia felicità anche con altre persone.
Il nostro rapporto sarebbe rimasto come quello di sempre,più o meno.Lui doveva solamente essere felice per me.
Infondo,era poi così difficile?
Guardai l'orologio,stupendomi dell'ora.
Erano le 23:45.
Mi distesi sul letto a pancia sotto,abbracciando il mio cuscino.
-Buonanotte Natasha...-sussurrai,con la bocca su di esso,tanto che le mie parole risultarono ovattate.

Il giorno dopo...
Camminai verso scuola,guardandomi attorno per cercare qualsiasi traccia di Thomas.Il suo zaino,un suo bigliettino,qualcosa.
Avevo solo bisogno di capire se eravamo ancora amici.
Ma non lo trovai.
Entrai per i corridoi,ancora pieni di persone,dirigendomi verso l'armadietto.
Thomas,dove cavolo sei finito?
Presi i libri necessari per la lezione di Storia americana e volta l'angolo,per poi bloccarmi.
Davvero?lei?mi aveva detto che non le piaceva più.Non aveva mai parlato così ad una persona che non fossi io.Non mi aveva mai messa da parte,specialmente per una come lei.
Lo scenario che mi ritrovai davanti mi fece gelare il sangue nelle vene.
Thomas e Lara stavano flirtando.
Lei appoggiata agli armadietti,lui,con una mano su di essi,come a bloccarle il passaggio.
Stavano scherzando,almeno credo.
Lui le sorrideva insistentemente.
Quel sorriso perfetto,non rivolto a me...
Lei teneva una mano appoggiata al suo petto,ridendo.
Le mancavano solo gli occhi a cuoricino.
Serrai la mascella e decisi di continuare a camminare.
Quando mi vide rivolse uno sguardo a Lara,per poi dirigersi verso di me.
-Ciao-mi disse,imbarazzato.
Gli accennai un sorriso sincero,che poi si spense quando ricevetti un bacio sulla guancia.
Era stato Thomas?ovviamente no.
Dallas si mise accanto a lui,che iniziò a guardarci,accigliato.
Fui io a rompere il ghiaccio:
-Ehm,Thomas...penso tu conosca Dallas-
-Si-rispose lui,secco.
-Già,ciao Allen-disse Dallas,scandendo bene il cognome di Thomas.
Lui cambiò discorso velocemente:
-Che,che cos'era quello?-passando il suo indice dalla figura di Dallas alla mia.
Io abbassai lo sguardo,imbarazzata.
-Oh,era un bacio.-rispose ovvio Dallas,per poi continuare:
-H-ho rifatto qualcosa di male?non mi sembra un bacio "pesante".Di certo non come quello di ieri sera.Non è vero,Natasha?-mi incoraggiò a proferire parola,lui.
Oh Cavolo...
-Oh,ehm..-balbettai.
Lui rise:
-Ok,ora devo andare in classe.A dopo,bellissima-fa per chinarsi a darmi un bacio ma,io lo prendo per le spalle,lo giro e lo spingo verso la sua classe.
Dallas,non complichiamo le cose più di quanto non lo siano già.
-Un,un bacio "pesante". Che,che voleva dire con bacio pesante?-mi chiese Thomas,guardando un punto impreciso.
-Beh,Thomas...ieri Dallas mi...Ha invitata ad uscire-dico l'ultima parte tutta d'un fiato.
Lui fa una grossa risata nervosa,per poi guardarmi serio.
A quel punto mi innervosii.
Io non potevo uscire con Dallas ma lui poteva flirtare con chiunque,ovviamente.
-E invece che cos'era quello che ho appena visto?Da quando tu e Lara siete in rapporti di pace e sintonia?-chiesi,avvicinandomi a lui in modo minaccioso.
-Mi ha chiesto semplicemente che lezione avevo e poi,da quando ti interessa?-mi chiese,anche lui nervoso.
Stavamo litigando,ancora.
-Da quando ho un migliore amico-alzo la voce.
-Ma se continuiamo così non lo avrai più!!-mi urla lui.
Potei sentire il momento in cui il nostro filo,che ci legava,si spezzava.
Potei sentire il mio cuore rompersi di nuovo;la mia tristezza aumentare e la delusione farsi forza nel petto.
Abbassai lo sguardo e me ne andai.
Ognuno per la propria strada.
Ognuno per la propria vita...

Una ribelle in uniforme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora