[Superfamily stucky p.t.4]
Era da quasi una settima che ormai, il vecchio Bucky, era irritabile. Un brutto virus intestinale lo aveva stroncato quando a Sam venne la felice idea di ordinare cibo d'asporto in un ristorante messicano gestito da un coreano.
La sua porzione di fagioli fritti al peperoncino non era poi così genuina, e quel locale aveva preso nemmeno due stelle da parte sua.
Rimetteva spesso, gettando via anche l'anima ed il nirvana nel vano tentativo di espellere via quella maledetta intossicazione, riducendosi ad uno straccio malaticcio e scorbutico.
Non per essere catastrofici ed estremisti, ma Bucky poteva benissimo paragonare quell'inferno alla permanenza nei laboratori dell'hydra.
Inutili furono le minestrine biologiche di Steve munitosi di grembiule rosa per l'occasione, e persino le compresse date da Stark non aiutarono il suo povero stomaco, il Soldato D'inverno era stato messo al tappeto da un piatto straniero un po' troppo piccante.
Peter era all'oscuro della motivazione di quel male. Aveva capito che il suo caro Bucky stava poco bene in quel periodo, soprattutto quando quest'ultimo sbottò la minestra veggy di Steve con un rumore così terrificante che persino Thor ad Asgard domandò cosa avesse il povero Barnes.
Però Peter non fece domande, sapeva solamente che Bucky stava male e che gli conveniva mantenere una distanza di sicurezza per non rischiare di fare un bagno nel vomito.
Però, mentre si avventurava in cucina alla ricerca degli Oreo perduti che zio Sam aveva nascosto dalle sue grinfie malediche, vide che Steve e Bucky stavano discutendo dietro il tavolo da lavoro.
«Devi andare dal medico Buck!» Rogers incrociò le braccia, arrotolando il grazioso grembiulino color cipria fra gli avambracci.
«Non ne ho di bisogno, sappiamo entrambi che alla fine verrà fuori da solo.»
«Non vorrai mica arrivare al punto di perdere sangue? La tua pancia...» Cap venne interrotto dall'espressione sotto shock di Peter, che si avvicinò a loro con gli occhi sgarrati:
«Oh mio dolce Gesù, allora è tutto vero.»
I due aggrottarono la fronte e lo fissarono in silenzio, pregando di ricevere delle spiegazioni logiche dal ragazzo.
«Tu! Tu sei incinto!» Peter puntò il dito verso Bucky ed iniziò ad annaspare fra le sue parole.
James si pietrificò, dopo quell'affermazione avrebbe preferito davvero essere sottoposto ad altre torture, almeno per evitare di affrontare quella discussione.
«Peter, Bucky è un maschio.» Steve strinse le labbra e lo guardò privo di speranze, immobile.
«Lo so che è un maschio, però ho letto una fan fiction in cui un tizio rimaneva incinto! Guarda che è possibile, come me li spieghi i programma di real time altrimenti? Il protagonista di questa fan fiction era stato messo incinto dal suo ragazzo perché in realtà era ermafrodita, e aveva un utero e tutto quando collegato al retto. Ti giuro, alla fine della storia ha partorito un bambino come tutte le donne del mondo!»
«Peter» Steve lo chiamò con la voce vuota, cercando di frenare l'impulso di impiccarsi con il grembiule.
«Avrò un fratello o una sorella? Non sono pronto.»
«Peter»
«E poi come lo allatterai? Non hai le tette!»
«Pe...»
«Sarà un parto naturale o un cesareo? I sintomi della gravidanza ci sono tutti, vomito, sbalzi d'umore, e non per essere cattivo, ma hai messo su' qualche chilo Buck.»
«PETER COSA CAZZO STAI DICENDO?!» Steve alzò la voce per fermare il ragazzo, gesticolando agitato e stanco.
«So che non è facile affrontare una cosa simile, ma voi due siete dei genitori fantastici, ce la farete.»
«PER L'AMOR DI DIO PETER, IO HO UN PENE!» Bucky, con la voce rauca e con una sensazione di nausea insopportabile trovò la forza di alzare la voce, anche se quello sforzo stava per farlo vomitare.
«Forse non avete ben capito il discorso degli ermafroditi...»
«Io lo metto in adozione, Steve, diamolo in adozione, la cosa più ingiusta è che non ci danno nemmeno la pensione per ritardi mentali.» James mormorò qualche altra imprecazione in quella frase, incomprensibilmente, prima di correre in bagno a sputare un rene assieme al vomito.
«Bucky ha solo un visus allo stomaco, ricordi quando abbiamo mangiato quel cibo messicano? Gli ha fatto male, non aspetta un bambino. Come fai a credere a certe cose?!» intervenne Steve.
«Le shipper Larry sono troppo ponenti per le convenzioni sociali.»
«Chi?»
«Le ship, quelle coppie perfette insieme che non danno la soddisfazione di dichiararsi in pubblico. Non ascolto gli One direction, ma altri gruppi si, che ne so, i My chemical romance?»
Steve fece un'espressione stranita e confusa, mentre in sottofondo i conati di Bucky si facevano più forti.
«Allora... i Panic?»
Cap scosse la testa lentamente.
«Gli imagine dragons? I twenty one pilots? Almeno Marilyn Manson, dai, il satanismo esisteva già negli anni quaranta!»
«Peter ti prego il mio cervello non è capace di sopportare per troppo tempo i tuoi discorsi...» Rogers
si grattò la testa abbassando gli occhi, stanco e demoralizzato.
«Dovrò prestarti i miei CD, giusto per farti una cultura musicale.» Peter lo guardò in maniera severa, ritornando in camera sua a mani vuote, senza biscotti o altro.
«E tu stai attento a non rimanere incinto.» rispose cap con sarcasmo?
«Non prendermi in giro! Guarda che l'ho visto anche su malattie misteriose!»
STAI LEGGENDO
One shots Stucky
FanfictionRaccolta di one shots Stucky di ogni genere, include anche una breve storia superfamily. 🕷️