[Superfamily stucky p.t. 14]
Tutti gli adolescenti desiderano colorarsi la pelle con inchiostro indelebile, no? Il tentativo di tenere a lungo termine il proprio piercing al naso era andato in fumo, per tale motivo il neo sedicenne Peter si mise in testa di farsi un tatuaggio. Questa volta non sarebbe tornato a casa con qualche disegno addosso fatto di nascosto da qualche venditore di cannoni oltremare, non avrebbe mai fatto uno sfregio tanto grave a papà Bucky e a mamma Steve, che non sarebbero sopravvissuti ad una cosa simile.
Così, da bravo ragazzo maturo, incoraggiato dal suo affidabile e responsabile fidanzato Wade (ancora tenuto lontano dal complesso con un'ordinanza restrittiva), Peter nel bel mezzo di una cena come tutte le altre, decise di fare la fatidica domanda.
«Papà, Cap, posso parlarvi di una cosa?» chiese poggiando la forchetta su di un pezzetto di lasagna cucinata da Rogers. Steve sbiancò di colpo, mentre Bucky cercò di rimanere più quieto possibile, bevendo un sorso d'acqua per non rischiare di soffocarsi. Erano sempre impauriti dalle improvvise domande del ragazzo, specialmente da quando si frequentava con quel teppista.
«Tu e Wade l'avete già fatto, non è così? Buck, dobbiamo fare lezioni di educazione sessuale a Pety.» iniziò il biondo, voltandosi nervosamente verso il compagno.
«Stevie ti prego, fallo almeno parlare.» mormorò James.
«Ne sono sicuro, noi alla sua età ci davano già un sacco da fare.» Steve si porse con i gomiti sul tavolo e guardò Peter fisso negli occhi, dicendogli: «Ascoltami, tutti i tuoi buchi devono rimanere vergini ancora per un po'.»
«Cap ti prego, non era di questo che volevo parlarvi, Wade non mi ha ancora toccato.» rispose il ragazzo ridendo.
«Ci credo poco.» sussurrò Steve con sospetto, in viso un'espressione omicida che nemmeno Charles Manson con le sue ragazze perdute di satana.
«Mi ascoltate adesso?» ritentò il ragazzo ragno, masticando un boccone pieno di ragù.
I due annuirono, prestandogli quanta più attenzione possibile.
«Non voglio girarci intorno, lo dico chiaro e tondo. Vorrei fare un tatuaggio.» disse con più calma possibile.
«San Pasquale...» imprecò Bucky.
«San chi? Papà sei diventato credente?» gli domandò Peter, sentendosi un reietto, una persona orribile che non sa nulla di religione. Ecco, come Jon Snow, tu non sai niente.
«Peter, sei ancora piccolo, insomma, un tatuaggio rimane per sempre, deve avere un significato. E poi il primo deve essere qualcosa di non troppo esagerato e in un punto non molto visibile.» disse Steve, più calmo. In fondo il capitano non era rimasto fermo agli anni quaranta, era diventato un nonnetto moderno e creativo, adattato alle mode e alle novità del nuovo secolo. Aveva abbozzato tanti disegni che gli sarebbe piaciuto tatuarsi, ma aveva paura degli aghi. Da quando era stato sottoposto alla trasformazione del siero con quelle enormi siringhe si era traumatizzato.
Quindi Steve Rogers aveva paura degli aghi.
«Oh, ma certo che un significato ce l'ha.» rispose Peter entusiasta.
«Da quando stai dalla sua parte? È perché ancora non si è fatto trapanare? Vuoi per caso premiarlo?» intervenne James, cazziando il suo compagno.
«Tesoro non essere così severo, Peter è un bravo ragazzo, a scuola è stato promosso con il massimo dei voti, e poi è quasi responsabile, sono sicuro che si tatuerà qualcosa di significativo. Non è così?» Steve sorrise dolcemente per cercare di convincere Bucky, rivolgendo quella domanda a Peter.
«Oh certo, voglio tatuarmi un ragno.» rispose.
Bucky si portò la mano umana sul viso e scosse la testa, come per dire a Steve che stavano sbagliando qualcosa, e che non erano poi dei genitori così bravi. Steve rimase un momento senza parole, con la bocca semichiusa. Sbattè le palpebre velocemente e poi sorrise amaramente al figlioletto bastardo di casa Parker.
«Che significato avrebbe un ragno?» gli chiese.
«Perché io sono Spiderman.»
«Okay, e poi?»
«Ho i sensi di ragno.»
«Peter tu indossi già una tuta rossa con un ragno cucito sopra, e hai poteri da ragno. Che ti serve il tatuaggio di un ragno?» Bucky si intromise a quell'interrogatorio quasi deluso da parte di Steve
«Ma ha tanti altri significati. Zio Tony non sarebbe mai venuto a cercarmi se non fosse stato per le mie abilità, e senza di lui voi non mi avreste mai adottato. È stato un ragno a creare la mia nuova famiglia, è quel simbolo che ci unisce tutti, come fa una ragnatela.»
Alla spiegazione filosofica di Peter, espressa con un tono di voce amorevole e persuasivo ideato appositamente dall'infame figlioccio per intenerire i due vecchi soldati, Steve vacillò dalla commozione con gli occhi lucidi, e Bucky si portò una mano al cuore come una donnina dei film western romantici tipo Casa nella prateria.
«Quindi?» replicò Peter in attesa di una risposta definitiva.
«Per me è si.» annuì Steve, che si asciugò con i pollici delle lacrime invisibili sotto gli occhi.
«Io sono ancora insicuro...» aggiunse Bucky. Steve sospirò con fare isterico, sfoderando quel suo subconscio da checca che aveva represso per secoli, riservando la sua virilità. Gesticolò con le mani e si girò con la sedia verso James, increspando la fronte.
«Coraggio Buck, hai sentito che significato ha per il bambino questo tatuaggio?»
«Appunto perché è ancora un bambino non sono d'accordo.»
«Se dici di si ti faccio quella cosa con la bocca che ti piace tanto.» Steve assottigliò gli occhi azzurri e abbassò la voce con provocazione seducente.
«Steve ti prego...»
«Voglio dire che la farò tutte le volte che vorrai.»
Bucky si irrigidì guardando Steve la puttana con le labbra serrate, sudando freddo. Peter pregò San Pasquale di renderlo sordo, e possibilmente anche cieco, per non assistere più a quel contratto esplicito. Steve allungò una mano verso quella di Bucky poggiata sul tavolo tra i due piatti delle lasagne. James deglutì rumorosamente, annuendo. Con un occhio guardava Peter, mentre con l'altro fissava eroticamente Steve. L'effetto era simile ad uno strabismo congenito al quinto stadio, come quando si guarda una serie TV con i sottotitoli.
«Okay, vada per il tatuaggio. Ma non voglio esserci mentre ti fai imbrattare la pelle.» Bucky spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lisciato ancora dalle attenzioni feline della sua lady of the night.
«Oh, io non vengo nemmeno. Sono abbastanza impressionabile davanti agli aghi.» disse Steve.
«Allora mi farò accompagnare da Wade.»
Bucky: «NO.»
Steve: «NO.»
Dal lavello della cucina si voltò di scatto Natasha, con un piatto ancora sporco di gelato, perché la poverina era mestruata e aveva fame, sbottò: «NO.»
«D'accordo, quindi con chi ci andrò?» ritentò Peter, sbuffando.
«Che ne dici di Strange?» propose Steve.
«Quel vecchio?! Perché non Wanda?!»
«Non è affatto vecchio, e poi è magico, quindi è okay. E poi se ti accompagnasse Wanda tornerebbe a casa anche lei con qualche tatuaggio strano.» replicò Steve.
«O con Strange o niente tatuaggio.» Bucky incrociò le braccia al petto, ma a quella frase Rogers gli lanciò un'occhiatina del tipo "Guarda che posso annullare la mia proposta anche all'istante. Vuoi o no i miei soffoconi?"
«Va bene, andrò con Stephen. Grazie infinite, davvero, vi piacerà. Siete i migliori.» Peter li ringraziò con sfacciataggine, elogiando per tutto il resto della serata gli amorevoli genitori.La settimana dopo (ricca di divertimento per Bucky da parte di Steve da ciò che non può essere nominato ai minori di diciott'anni) Peter si recò in un competente studio di tatuaggi accompagnato dal dottore strano. Prima di andare Steve gli diede un bacio in fronte, e Peter provò un lieve ribrezzo, perché con quella bocca non voleva essere poi così tanto toccato.
Non molte ore più tardi, quello stesso pomeriggio, Peter tornò al complesso con un sorriso a trentordici denti seguito da Strange la fata delle magie. Steve e Bucky, impazienti, immediatamente gli andarono incontro.
«Sei contento?» gli domandò Steve con entusiasmo.
Peter rise istericamente come se fosse fatto di acidi tanto era felice.
«Ti ha fatto male?» aggiunse Bucky preoccupato.
Il figlio scosse la testa velocemente, tenendo di poco il piede destro sollevato da terra.
«Vogliamo vederlo, avanti, mostra il braccio!» lo incoraggiò Steve quasi come se fosse lui quello ad essere stato tatuato.
«Non l'ha fatto sul braccio.» disse Strange freddamente.
«Cosa? Avevamo deciso che lo avresti fatto in un punto non molto in vista...» Steve parve deluso.
«Ma l'ho fatto in un posto nascosto! Così nascosto che nessuno lo noterà!» Rispose Peter esuberante.
«Porca troia l'ha fatto sul culo. È colpa tua Steve, hai visto? "Accontentiamo il bambino, è responsabile!" Adesso sarà l'unica cosa che quel maniaco di Wade vedrà di lui!» sbottò James con rabbia.
«Non è colpa mia se ha preso da te! Sei tu quello sconcio!» gli rispose Steve.
«Io? Ma fai la porno attrice con me da una settimana!»
«E tu Stephen, ti abbiamo mandato con lui per tenerlo sott'occhio!» Steve si rivolse alla Winx con nervosismo.
«Per me è un bello scarabocchio. Con le mani ridotte così mica so disegnare, quindi per me qualsiasi bozza è bella. E poi io faccio il medico, non il tatuatore.» si giustificò.
Nel frangente di tutta quella discussione da far sanguinare i timpani in cui il mago del tempo con gli effetti speciali sentì il bisogno di abbandonare il corpo, e trasferire l'anima in India, Peter si sedette in terra e si sfilò la scarpa dal piede destro. Gettò il calzino di Hello Kitty in terra, e tese la gamba verso i due.
Sulla pianta del piede, al centro, oltre la trasparenza della pellicola da cucina, Steve e Bucky poterono ammirare il disegno di un ragno stilizzato ancora arrossato.
«Vi piace?» domandò entusiasta Peter, seduto ancora in terra. I due cari e vecchi giovinotti rimasero in silenzio, finché Steve con un filo di voce leggermente pentita e a disagio non disse al figlio:
«La prossima volta ti tatui il simbolo dell'infinito, okay?»
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One shots Stucky
FanfictionRaccolta di one shots Stucky di ogni genere, include anche una breve storia superfamily. 🕷️