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[Superfamily stucky p.t. 10]

Le vacanze natalizie erano alle porte, e ciò significava anche l'immediato avvicinamento dei primi voti significativi del giovane Peter

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Le vacanze natalizie erano alle porte, e ciò significava anche l'immediato avvicinamento dei primi voti significativi del giovane Peter.
Lui era un ottimo studente, nulla da ridire al riguardo, solamente che in quel periodo la sua brillante testolina da adolescente in piena crisi ormonale gli diceva di concentrarsi su qualcos'altro.
Oltre ad una passione innata per le serie televisive e le storie abusive su siti dal nome troppo difficile da pronunciare, che non influenzavano di molto la sua media scolastica, qualcosa di molto più oscuro e malevolo gli si era piantato nella sua testa.
Voleva cambiare scuola.
Non sopportava più tutti quei ragazzi snob e sverginati che amavano tirargli pallonate da football al campus, e che gli rubavano sempre le mutande nello spogliatoio.
Di bullismo ne subiva già abbastanza con Steve e Bucky, sopportarlo anche a scuola era estenuante.
La felice idea di abbandonare i suoi cari studi nella vecchia scuola in cui era cresciuto era nata quando, come un segno del destino direttamente inviato dall'Antico, Peter era venuto a sapere dell'esistenza di una scuola un po' speciale.
Era la famosa e bizzarra scuola per mutanti di Charles Xavier.
Per la bacchetta di Harry Potter, si era detto, io sono un cazzutissimo ragazzo ragno che salta sui muri, merito di andare in una scuola così.
Ma quella proposta l'aveva tenuta per se', senza farne parola con Steve e Bucky. Non era intimorito dalla loro risposta o dalla loro reazione, semplicemente, aveva di meglio da fare che parlare con quei vecchi ghiaccioli.
Cosa volete farci, gli adolescenti sono creature mistiche e timide, con parecchie disabilità a livello mentale.
Ma i voti bassi di Peter erano ben presto arrivati all'attenzione di Steve e Bucky, che come al solito, pretendevano il meglio dal loro nuovo figlio.
Peter non sapeva che quella specie di pagella pre-natalizia gli avrebbe procurato un'ennesima ramanzina da far cadere le palline di Natale a terra.
Quei due erano davvero estenuanti, santo Odino.
Fecero irruzione nella camera del ragazzo, trovandolo comodamente appollaiato sul suo letto, fra un cunicolo di coperte, e il portatile forse un po' troppo vicino agli occhi.
Di scatto, quando si accorse della loro presenza, fermò quello che stava guardando e portò il suo sguardo arrossato e parecchio ebete verso di loro.
Pochi istanti di silenzio precedettero ciò che si sarebbe scatenato di lì a poco.
«Che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Steve incrociò le braccia ed annuì con tono severo: «Oh sì giovanotto, cosa mi dici di questo?!»
Gli porse difronte agli occhi la pagella stampata su di un semplice foglio protocollo bianco un po' stropicciato.
Peter sbiancò di colpo, deglutendo e cercando una via d'uscita dalle sue coperte.
«Posso spiegare, volevo propio parlarvi di questo...»
Bucky si fece avanti, molto più arrabbiato di Steve;
«Cosa dovresti spiegarci? Ti rendi conto che voti così bassi influiranno sul tuo rendimento scolastico di tutto l'anno?! È qualcosa da sottovalutare standotene tutto il giorno a guardare quelle stronzate al computer?! Io e tuo padre facciamo tanti sacrifici per mantenerti la scuola e garantirti un futuro! E tu ci ripaghi così? Con una misera F in filosofia?! Non scrivevi dei romanzi su di noi? Come fai a prendere una F nella fottuta filosofia?!»
«Papà ti prego...»
«Non ho ancora finito! Ti premettiamo di infilarti quella specie di calzamaglia da spogliarellista sadomaso rossa per andare a salvare il mondo, sapendo quanto noi due stiamo in pensiero per te, e tu continui a fare il menefreghista?!»
L'espressione di Steve si era addolcita, le urla di Bucky lo indisponevano, soprattutto sapendo che il destinatario di tante infelici parole era proprio il suo piccolo Peter.
«D'accordo Buck, non c'è bisogno che urli, il bambino ha capito dove ha sbagliato...»
«Bambino?! Ha diciassette fottuti anni!»
Bucky allungò il suo braccio metallico in cui una calamita a forma di cuore era dura a staccarsi (Nota: lo zio Sam adorava comperare le patatine a basso prezzo al market "Tutto ad 50 centesimi" ed in ogni pacco una simpatica calamita rosa era data in regalo insieme alle scadenti merendine salate, che Falcon e Peter adoravano attaccare al braccio di Bucky), e con non troppa forza afferrò in maniera brusca il cellulare del ragazzo.
«Questo e il tuo caro computer restano nelle mie mani per un bel po' di tempo!»
Il display del piccolo smartphone si illuminò quando, accidentalmente, il pollice di Bucky premette il tasto accanto al volume. Dannazione, non capiva nulla di tecnologia.
Una luce rosa cipria lo accecò, e i due soldati non poterono fare a meno di sbirciare l'immagine che risplendeva come una cometa;

One shots StuckyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora