Fuck, it's Christmas 🕷

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[Superfamily stucky p.t. 11]

Il sistema di F

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Il sistema di F.R.I.D.A.Y. era stato hackerato dal nuovo Mr. Robot dal nome oscuro di Peter Parker. La password di Tony non era poi così complicata, tutti avrebbero indovinato "TeamIronman" come parola d'ordine per avviare il sistema super complicato del miliardario.
Ma il ragazzo non si era introdotto illegalmente nel computer di Stark per rubare segreti di stato in pieno stile area 51, lui voleva solo avere il completo controllo delle casse sparse in giro per il complesso, così da poter mettere in atto il proprio piano malefico.
Infilò fra l'elastico del suo pigiama con le renne il piccolo telecomando che gli avrebbe permesso lo scatenarsi dell'inferno, attorcigliò una ghirlanda verde acceso al collo, e con due grossi scatoloni sotto braccio, fece partire a tutto volume la playlist YouTube di Natale datata 2010.
All I want for christmas is you iniziò ad echeggiare in ogni singolo angolo dell'enorme casato degli Avengers, che distolse l'attenzione dei vendicatori dalle frivolezze in cui erano immersi. Si recarono al cospetto del prescelto di Natale circondato da scatoloni, luci e ghirlande, che aspettava impaziente i propri sudditi.
«Che cosa succede qui?» domandò Bucky, increspando la fonte.
Peter scrollò in maniera molto femminile il capo, mantenendo una strana espressione seria e convinta, con gli occhi fissi e le mani in vita, trovando uno spazio di tempo perfetto fra il ritornello della canzone accompagnato dal suono delle campanelle, per poter dire;
«Cazzo, è Natale.»
La voce squillate di Mariah Carey iniziò il suo intramontabile inno natalizio, dinanzi agli ingenui spettatori che stavano assistendo alla nascita di una bellissima farfalla di Natale che si destava a preparare gli addobbi rossi e dorati per la casa.
Wanda fu la prima ad andare in suo soccorso, trascinando con sè Visione, con un enorme sorriso radioso in viso, divertita ed eccitata a tutta quella magia d'agrifoglio che emanava Peter.
Seguita a ruota da Sam, Scott e T'challa che erano stati invitati da Falcon a passare del tempo apparentemente piacevole insieme in vista delle festività. In fondo, Ant man non era altro che un triste ladro di frullatori e tute senza un posto molto accogliente con cui stare insieme ad Hope, e il gattino nero doveva pur essere ringraziato in qualche modo da Steve e Bucky, anche se la verità era che il povero ragazzo era tristemente solo.
Clint si gettò nella polvere degli scatoloni pieni di addobbi con un entusiasmo ben più infantile di quello di Peter, o dei sui figli. Anche la famiglia Barton era al complesso per lo stesso motivo, mentre i figli più grandi di occhi di falco trascinavano a tempo di musica anche la zia Nat, stranamente sorridente e divertita.
Tony si stupì parecchio di come Peter fosse stato così abile a scoprire la sua innominabile password, fissandolo nella speranza che il ragazzo gli rispondesse.
Parker gli degnò solamente una sguardo serio, in pieno stile Stark, che lo invitò a dare una mano ad i piccoli aiutanti di Peter Natale. Purtroppo non fu lui a mettere la punta in cima all'albero, troppo basso per arrivare fino in cima.
Rhodey seguì il compagno miliardario con la sua andatura leggermente zoppa, gettando al collo dell'amico una ghirlanda rossa e abbastanza pungente e fastidiosa.
Anche il dio biondo platinato assieme al fratello emo erano stati invitati dal padrone di casa, il buon vecchio signor Stark. Gli Avengers non portano rancore, ed anche se il tizio strano di nome Loki non era visto con occhio di simpatia da tutti, per amor di Thor, veniva sopportato. Persino dal buon vecchio Bruce, tornato dalla sua vacanza ai tropici per passare il Natale assieme alla povera Natasha.
I due tizi strani, che Peter non riusciva ad identificare come persone normali (tradotto in lingua normale, il caro figlio ibrido di Steve e Bucky si riferiva a Thor e Loki) avevano portato con sè quello che Tony chiamava amico di baffi, di nome Stephen Strange.
Peter si augurava di non collezionare poi così tante figure di merda davanti a tutte quelle persone.
Lo spirito natalizio del ragazzo ragno era così vasto da raggiungere la biosfera, emanando polvere magica fino alla galassia. Di sicuro i ragazzi della scuola di Xavier avrebbero apprezzato così tanta magia del Natale da loro, Peter era sempre più convinto di poter dare il meglio con le sue future conoscenze.
Bucky, con un grosso groviglio di luci attorcigliate al braccio metallico, prese sotto braccio -quello buono- il ragazzo, affiancato da Steve.
I due sorrisero, fra le chiacchiere divertite di tutti e la musica forse un po' troppo alta. Steve pose in testa a Peter un cappello rosso di babbo natale, comprato quasi sicuramente dallo zio Sam nel famoso marker tutto a cinquanta centesimi. Ma non era importante, momenti del genere erano belli e disgustosamente sdolcinati, fra gli affetti di amici e parenti. Peter non aveva partenti biologici in quel cumulo di gente stramba, ma a lui andava bene così, in fondo era quella la vera magia del Natale, come quella dei film che trasmettono durante tutto il mese di dicembre alla TV.
Thor, con delle palline dorate fra le mani, un po' troppo delicate per i suoi modi da vichingo, osservato con disprezzo e stanchezza dal fratellastro, domandò: «Che si fa' a capodanno?»
Natasha ritornò la vecchia e solita scorbutica acida, incrociando le braccia e alzando gli occhi al cielo;
«Thor ti prego no, ritorna ad Asgard.»

One shots StuckyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora