XV- Nuove rivelazioni

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Sono nascosta dietro il muro della mia vecchia casa. Dietro di me sento le urla dei miei genitori. Mio fratello e mia sorella sono in camera a fare i compiti. Mi sporgo leggermente dalla porta e vedo qualcosa che non dovrei: mio padre inizia a prendere a pugni mia mamma, poi la spinge con violenza contro il pavimento. Lei cerca di pararsi il viso con le braccia e incassa i colpi di mio padre urlando di smetterla. Lui la colpisce sempre più forte lasciandole lividi violacei su tutto il corpo. E la cosa peggiore è che lui è lucido. Si gira verso di me e i suoi occhi castani mi linciano. Scappo in camera mia intimorita dall'uomo che dovrebbe essere il mio punto di riferimento. Lui mi insegue urlando frasi che mi sono sentita ripetere per tutta la vita.
"Stupida mocciosa torna qui! Non ti azzardare a nasconderti tanto io ti troverò!"
Corro lungo il corridoio nero che diventa sempre più lungo con le urla che mi rimbombano nelle orecchie.
Mi sveglio con la terribile sensazione di cadere e le urla che risuonano nella casa.
Mi alzo, vado nel bagno barcollando e mi sciacquo la faccia. Fisso lo specchio che mi restituisce il mio sguardo terrorizzato. È acqua passata, non puó più farti del male. Devi andare avanti sei forte non puoi crollare penso cercando di tranquillizzarmi. Le urla diventano sempre più forti e sempre più vicine. Esco dalla mia camera seguendo le urla. Spalanco la porta della stanza di Nico e le urla continuano a crescere. Al centro della stanza nel letto a una piazza e mezza il ragazzo sta scalciando le coperte e urlando perso in chissà quale incubo. Mi avvicino e lo chiamo cercando di svegliarlo. Delle lacrime cominciano a scendere copiose dai suoi occhi, lasciando delle scie lungo le sue guance. Le ombre intorno a lui si staccano e formano delle creature composte da ombre dalle sfumature colorate: ali rugose da pipistrello, artigli d'ottone e occhi rossi. Indossano un vestito stracciato di seta nera e il volto è atteggiato a una smorfia feroce, come una nonnetta demoniaca in vena di omicidi. Le creature gracchiano facendo un casino infernale e si avvicinano con aria tutt'altro che amichevole. Si lanciano una dopo l'altra su di me trafitte poco dopo dalla mia spada.
"Nico svegliati è solo un incubo!" Urlo disperata.
Ma il ragazzo si agita sempre di più, perso nel suo incubo. I demoni sembrano aumentare e a un certo punto delle ombre escono dal mio corpo, dando vita a delle fiamme nere e gelide. I mostri vengono risucchiati dalle fiamme e finalmente Nico spalanca gli occhi urlando e piangendo. Continua a mormorare parole incomprensibili e a dondolarsi sulle ginocchia come un bambino. Mi avvicino a lui e mi siedo di fianco con lui che continua a ripetere come se fosse un mantra non è reale, è tutto a posto, è passato e il passato non può più farti male.
"Nico tutto a posto?" Gli chiedo. Lui alza lo sguardo terrorizzato i suoi occhi sono pozzi di oscurità. Le lacrime hanno smesso di scendere e il moro inizia a urlare contro di me.
"TU SEI MORTA BIANCA, SEI MORTA! LASCIAMI IN PACE!"
Inizia a piangere di nuovo. Gli metto una mano sulla spalla cercando di calmarlo e lui mi schiaffa via la mano. Estrae la spada e me la punta sul collo. Un lampo azzurro chiarissimo gli passa negli occhi e poi la spada gli cade di mano. All'improvviso contro ogni aspettativa mi abbraccia stringendomi forte. Un flashback di mia sorella che mi abbraccia dopo un incubo mi coglie impreparata. Gli scompiglio i capelli mentre le sue lacrime continuano a scendere inzuppandomi la maglia che indosso.
"Ci sono io adesso, gli incubi non possono farti più nulla." Finalmente si tranquillizza e si stacca.
"Vuoi che resto?"
"Sì perfavore."
***
Il mattino dopo le urla di Thanatos che sta litigando con qualcuno mi svegliano. Mi alzo e cercando di non svegliare Nico torno in camera mia. Mi do una sistemata ai capelli sospirando rassegnata alla vista delle occhiaie violacee formatosi sotto i miei occhi. Mi cambio mettendo dei pantaloni neri in pelle e una canotta nera. Stringo i denti quando togliendomi la maglietta si stacca anche una benda impregnata di sangue. La ferita che è scoperta ha un'aspetto orrendo e gronda sangue e liquido verdastro. La sciacquo delicatamente fermandomi quando inizia a bruciare. Sulla scrivania trovo delle bende e un vasetto di crema al rosmarino (o almeno, il profumo è quello) e la spalmo sulla ferita, poi la bendo. Scendo dalle rampe di scale, rischiando di cadere un paio di volte. Seguo il suono di posate e arrivo in una sala da pranzo con degli arazzi che rappresentano scene di morte ed esecuzioni, tranne uno che è completamente nero e argento con un disegno astratto. Al centro una tavola rettangolare con su una tovaglia rossa e delle sedie di legno fa la sua bella figura con ogni genere di pietanza servita in piatti d'argento e capotavola siede Thanatos con Nico seduto alla sua destra. Il ragazzo ha dei pantaloni in cuoio e maglietta nera con Thanatos di fianco a lui vestito nello stesso modo. Mi siedo nel posto libero di fronte a Nico, con il moro che evita accuratamente di guardarmi. Mi verso del caffè e prendo dei biscotti mentre Thanatos inizia a parlare.
"Siete qui perché dovete allenarvi. Oltre ai soliti poteri dei figli degli Inferi avete delle capacità extra dormienti che vanno risvegliate il più presto possibile. La manifestazione delle vostre ali indica che i tempi sono maturi. In questo momento non siete capaci di controllarle e potreste tranquillamente radere al suolo il Campo Mezzosangue."
"Thanatos, è da circa cinque anni che so di essere un mezzosangue ma non mi è mai capitata una cosa simile. Solo da quando è arrivata lei sono iniziate queste anomalie."
"Nico io sono ancora qui. Evita di parlare come se non ci fossi."
"Sto solo dicendo i fatti così come stanno."
Il dio ridacchia "È proprio questo il punto: finché eravate separati i vostri poteri extra erano dormienti. Ora che siete uniti si sono attivati. Quello che teme il Consiglio degli Dei è la vostra perdita di controllo e lo scatenarsi della Furia che è in voi. Ed è quello che è successo al campo: la vostra Furia dormiente è stata liberata da una forza superiore persino agli dei."
"Avete parlato di Urano al consiglio. È lui che sta scatenando tutto questo?" Chiedo incuriosita.
"Dovete sapere che negli antichi miti si parla dell'omicidio di Urano compiuto da Crono, ma un potere così immenso non può essere distrutto in eterno può solo essere disperso per un certo periodo di tempo." Il dio svia la mia domanda su temi più interessanti.
"Quindi Gea e Urano non sono morti?" Nella voce di Nico si sente una nota di preoccupazione.
"No. Hanno perso la loro forma corporea ma l'anima e il potere non vengono mai distrutti del tutto: possono essere disperse ma non eliminate. L'intero mondo è composto da energia che non può essere eliminata."
"Quindi esiste un modo per ricomporre l'anima di una creatura primordiale?"
"Sì Nico. Ma bisogna avere un corpo ospite abbastanza forte e potente da sopportare l'ospite primordiale. Una tale potenza d'anima potrebbe disintegrare un corpo inadatto."
Il silenzio cala nella sala. Thanatos torna impassibile come sempre mentre noi ragazzi finiamo la colazione. Sensazioni esterne alle mie invadono la mia mente: terrore, preoccupazione, nostalgia, bisogno di affetto... alzo lo sguardo su Nico che ha lo sguardo perso nel vuoto. Thanatos si alza dalla tavola ordinando di seguirlo. Oltrepassiamo molti corridoi e scale, scendendo sempre più in profondità nella terra, ognuno contrassegnato da una freccia e una spada. Questo posto è enorme e sembra un labirinto ma il dio sembra orientarsi perfettamente in quel dedalo di corridoi. Si blocca davanti a un vicolo cieco sorvegliato da un gargoyle di pietra e si taglia il palmo della mano. Una goccia di sangue nero striato d'oro cade sulla testa della statua e una lastra di pietra scorre dal muro mentre Thanatos ci dice "Questa è l'entrata della palestra d'allenamento. Se vorrete entrare basterà una goccia di sangue degli Inferi."
Oltrepassiamo l'apertura e lo stupore mi riempie: è un luogo di rara e antica bellezza. Il soffitto è composto da travi in legno lucidato a specchio, il pavimento è una lastra unica di pietra, le pareti anch'esse in pietra sono coperte da piante d'edera che si arrampicano fino al soffitto, coperto da lampade al neon. Sulla parete vicino all'entrata vi è un pannello coperto da pulsanti colorati e in quella opposta armi di tutti i tipi lucidate a specchio fanno la loro bella figura. In un angolo due ragazzi sono seduti di schiena a parlare a bassa voce. Con un sonoro tonfo la lastra di pietra si chiude facendo girare i due ragazzi: uno è Luke, l'altro è un ragazzo con i capelli neri lunghi fino alle spalle e una benda gli copre l'occhio sinistro dandogli un'aria inquietante. I due si avvicinano silenziosamente e sembrano scivolare sul pavimento, come se fossero fantasmi. Thanatos fa velocemente le presentazioni e scopro che il nome dell'altro ragazzo è Ethan. Il dio si avvicina al pannello dei pulsanti e ne schiaccia uno. La palestra cambia aspetto: pareti di pietra si alzano dal pavimento prendendo la forma di un labirinto, le luci al neon si spengono e la nebbia prende possesso della sala. Sono sola, con le spalle al muro quando fino a pochi minuti fa avevo un dio e un fratello di fianco a me. I miei sensi vanno in allerta e trasformo il ciondolo in spada. La voce di Thanatos risuona amplificata nella sala trasformata.
"Benvenuti nel labirinto. Il vostro obiettivo è arrivare per primi al centro senza morire, sconfiggendo gli avversari. Che i giochi abbiano inizio!"

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora