XXXII-NICO- Sacrificio

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Sento dei rumori di battaglia e delle grida in lontananza ma l'unica cosa che mi importa è mia sorella che dopo settimane di pena e preoccupazione è qui davanti a me. Il mantello che le copriva tutto il corpo è scivolato alle sue spalle permettendomi di intravedere il chitone greco blu notte decorato con minuscoli diamanti per imitare il cielo notturno che indossa. La pelle è tirata sulle ossa e in alcuni punti presenta dei lividi neri come l'inchiostro che macchiano il candore della sua epidermide. I capelli sono aggrovigliati in una matassa indefinita e la cosa più inquietante sono gli occhi: il sinistro è completamente color argento mentre il destro ha l'iride rosso sangue e la pupilla allungata. Le labbra si arricciano in un ghigno che non le appartiene, soddisfatto del mio stupore.
"Il piccolo Nico è spaventato, vero? Di tua sorella non è più rimasto niente, solo il suo corpo. È stato facile impadronirsi di lei con un semplice inganno, le ho promesso che in cambio della sua vita avrei risparmiato il campo. E poi era piena di rancore e voglia di vendetta, perfetto per conquistare il mondo!"
"Stai mentendo! Non puoi impadronirti di nessuno, sei troppo debole!"
Alle mie osservazioni l'essere rimane impassibile, creando una sfera che brilla come una stella e la ingrandisce fino a farla diventare uno specchio convesso. Mi avvicina l'oggetto al volto e guardo al suo interno vedendo delle scene sconvolgenti: i miei compagni sono tutti feriti e divisi all'interno del Labirinto di Dedalo e stanno lottando contro mostri e demoni, venendo sopraffatti.
"Ora ti tocca fare una scelta: unisciti a me e loro vivranno. Rifiuta e sia tu che loro morirete in questo giorno. Decidi in fretta, ho atteso millenni e non mi è rimasta molta pazienza."
Continuo a fissare le immagini mentre ciò che rimane di mia sorella batte ritmicamente il piede a terra scandendo il tempo. Non voglio essere debole e cedere, chissà cosa mi farebbe. Probabilmente morirò in ogni caso.
L'essere sbatte lo specchio a terra e mentre si infrange in mille pezzi mi dice "Tempo scaduto, Di Angelo. Allora?"
"No. Hai preso mia sorella ma non avrai mai me."
Prima che possa fare qualsiasi movimento sento i polsi e le caviglie imprigionati in una morsa ferrea e gelida. Qualcosa innesca la mia trasformazione e le ali escono dolorosamente dalle scapole, stracciandomi maglietta e felpa nel punto dove sono uscite. Mi accascio a terra e noto che sono legato con catene fatte di un materiale lucido e argentato che ricorda il platino.
"Povero, piccolo, Di Angelo, abbandonato da chi lo ha amato e ora è imprigionato. Le catene sono in Platino Celeste, spinge i tuoi poteri verso l'esterno e li neutralizza." Mi canzona l'essere con la faccia percorsa da gioia maligna.
"Serena, ti prego aiutami, so che c'è ancora qualcosa di buono in te!"
Urlo disperato ma so che non funzionerà. Di lei non c'è più traccia, è rimasto solo il suo corpo. Il suo volto si oscura e mi risponde adirato "Lei non c'è più, stupido ragazzino, lo vuoi capire? E adesso basta chiacchierare, ho un mondo da conquistare e dei nipoti da distruggere!"
Urano fa crescere le unghie del corpo di Serena, trasformandoli in lunghi artigli neri, e mi taglia le braccia verticalmente seguendo il percorso delle vene. Le catene devono essere incantate perché ogni mia voglia di ribellione è sedata e mi sento intorpidito. Il sangue gocciola lentamente sul pavimento roccioso e gocciola pure dalle sue unghie tornate normali. La divinità inizia a mormorare parole in una lingua incomprensibile e il sangue caduto ribolle e si muove lentamente fino a fermare un pentacolo rosso sangue e striato d'argento con me al centro. Senza interrompere la sua litania estrae dal mantello una spada argento e si gira verso di me. Un lampo argento e poi dolore. La mia vista traballa e la spada è infilzata nella parte più esterna del mio cuore. Urano estrae l'arma, con il mio corpo che segue il suo movimento, e il sangue inizia a sgorgare copioso inzuppando i miei abiti. Il cuore rallenta i battiti e la vista si annebbia. Cado a terra con il viso rivolto verso l'alto e sento nitidamente tutti i suoni. Sto morendo e non avrei mai immaginato che sarebbe stata lei a uccidermi. La sorella che diventa l'assassino del fratello gemello, una parte che uccide l'altra. I ricordi iniziano a scorrere veloci davanti ai miei occhi scandendo il tempo che mi manca. Una voce che mi ricorda quella di Bianca urla disperata "No, No, NO! NICO! Cos'ho combinato!"
La voce continua a borbottare e dopo aver sentito dei passi due mani tiepide si appoggiano sulla ferita e premono, cercando di fermare l'emorragia. Riesco a vedere due occhi neri riflessi nei miei prima che la vista si annerisca.
"Nico, ti prego, resta con me."
La voce proviene dal mio fianco ed è flebile. Cerco di parlare ma sto soffocando nel mio stesso sangue, con il sapore ferrugginoso che invade la bocca e le narici. Qualcuno mi bacia delicatamente sulla fronte dicendo "Scusa, fratellino. Giuro che rimedierò e spero che mi perdonerai per quello che sto per fare."
La stanchezza è sempre più pressante e chiudo lentamente le palpebre ormai troppo pesanti. Il cuore si sta avviando verso i suoi ultimi battiti e posso già sentire e vedere Thanatos che sta venendo a prendermi. Una nenia funebre in greco riempie l'aria e attira la mia anima nel mio corpo rinvigorito, tornati ormai una cosa sola. Spalanco gli occhi e mi alzo in piedi vedendo Serena con le ali rosse e nere spalancate nella loro interezza e gli occhi chiusi. Vista così ha l'aspetto di un angelo nero. Le tenebre ai miei piedi vengono attirate da lei, strisciando come serpenti e avvolgendola completamente fino a formare un bozzolo semitrasparente. Le catene e gli spessi bracciali di Platino Celeste che fino a poco fa erano su di me le compaiono addosso, imprigionando Urano nel suo corpo. Il canto diventa un lamento e le mie ferite si richiudono, mentre le cicatrici delle mie ferite appaiono su di lei. Avverto un'anima fusa con un'altra prepararsi per lasciare questo mondo e solo in quel momento capisco il suo intento: la ragazza si sta volutamente sacrificando per distruggere Urano una volta per tutte e per salvarmi.
"Serena, non ce n'è bisogno, esisterà un'altro modo!"
Urlo disperato. Ho già perso troppe persone a me care e non voglio che succeda di nuovo!
"No, non c'è. Una vita per una vita. Devi vivere per entrambi. Uno dei due deve morire secondo la Profezia e tu hai sofferto troppo. E poi è mia la colpa, devo smetterla di scappare dai problemi e iniziare a assumermi le mie responsabilità!"
La ragazza smette di parlare e si accascia a terra mentre le ali scompaiono. Mi avvicino a lei e la prendo tra le braccia, posando la sua testa sulle mie ginocchia. I suoi occhi cercano i miei per l'ultima volta e la voce le esce rotta a causa dei colpi di tosse che le scuotono il corpo.
"Sii... felice... Nico... e... di'... agli... altri...che... mi... dispiace... e... l'ho... fatto... per... loro... e... di'... a... Davide... che..."
La sua voce viene interrotta da un colpo di tosse particolarmente violento e poi il corpo diventa rigido. Le chiudo le palpebre mormorando una preghiera funebre in greco augurandole un buon trapasso e pregando Ade di assisterla. Delle lacrime mi scendono rigandomi le guance e cadono delicatamente a terra. Un odio profondo e una forte voglia di distruggere tutto mi percorrono da capo a piedi.
"PERCHÈ A ME? PERCHÉ? COS'HO FATTO PER MERITARMELO! FATO CRUDELE, TI DIVERTI VERO? VI DIVERTITE TUTTI A VEDERMI SOFFRIRE, È TUTTA UNA GROSSA PRESA IN GIRO!"
Grido rivolto verso il cielo. Il mio corpo non basta più per contenere tutto quel dolore e libero i miei poteri distruttivi. La terra trema e si spacca, facendo uscire un'esercito di scheletri e ombre. Seminare devastazione non mi soddisfa a pieno ma in parte mi sento più leggero. È proprio vero che ci sentiamo compresi se il resto del mondo soffre. La mia vista si appanna e inizio a sentirmi debole mentre le tenebre, da me sia amate che odiate, mi avvolgono nel loro abbraccio familiare.

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora