XXX-NICO- Sopravvissuti

517 34 2
                                    

La battaglia era finita quando tutti gli esseri erano scomparsi nel nulla. Ogni semidio che stava combattendo si era fermato con l'arma alzata a metà colpo e lo stesso valeva anche per me. La mia maglia era ridotta a brandelli e i pantaloni neri erano pieni di tagli oltre a essere sporchi di sangue. Avevo perso di vista mia sorella a inizio battaglia quando ero corso ad aiutare Will. Poco distante da me sdraiato su terreno c'è il cadavere di qualcuno affiancato da Davide, Will e Leo. Incuriosito mi avvicino e noto i tentativi inutili dei due figli di Apollo di salvare la salma, ormai inanimata. Al cadavere mancano gli arti inferiori e un braccio, mentre l'altro braccio è mangiato fino all'osso, il torso é aperto in due e mancano tutti gli organi interni e il viso è intatto per metà bloccato in un'espressione di puro terrore mentre all'altra metà mancano il bulbo oculare e la carne che copre l'osso.
"O Dei Olimpici..." mormoro riconoscendo solo in quel momento il volto sfigurato di Calipso. Leo è al suo fianco in lacrime e singhiozzante.
"Leo mi dispiace, non c'è più nulla da fare." Dice Will, posando un braccio sulle spalle dell'ispanico.
"Es mi culpa, sono un assassino. Non so cosa mi sia preso, a un certo punto le ho lanciato un cacciavite e i demoni le sono saltati addosso..." Leo si interrompe a metà con Will che cerca di consolarlo inutilmente.
"Per caso avete visto mia sorella?" Domando in apprensione. Ho paura che le sia successo qualcosa di grave. Will e Leo scuotono la testa, mentre Davide annuisce.
"È grazie a lei se sono vivo. Stavo per essere sopraffatto da tre demoni e mi ha dato una mano evocando degli scheletri. Era in compagnia di un demone scorpius dalla criniera leonina blu elettrico e poi non l'ho più vista. Credo che il demone se la sia portata via."
Mi avvio verso la cabina 13, voglio solo stare da solo. Lungo la strada vedo i vari semidei che raccolgono i cadaveri e alcuni figli di Apollo girano per il campo curando i feriti. Passo davanti alla Casa Grande e lì trovo Chirone nella sua forma equina con una zampa steccata affiancato da Dioniso e Clarisse.
Li supero e con disperazione inizio a cercare mia sorella dentro i confini del campo e anche fuori. Mi spingo fino nel centro di New York, osservando tutte le ragazze con i capelli neri o con solo una vaga somiglianza a lei. Fermo un sacco di ragazze sbagliando e confondendole con mia sorella. Sbatto contro una ragazza vestita di nero e mi scuso, notando i suoi occhi blu. Per un attimo ho creduto fosse Serena, ma notandola assomiglia di più a Talia. Alcune persone si fermano a osservare il mio abbigliamento e solo ora in questo momento mi accorgo che ho ancora i vestiti con cui ho combattuto. Mi fermo a Central Park e mi siedo su una panchina, affiancato da una signora vestita con un'abito a fiori dai capelli rosso scuro e gli occhi verdi come i germogli delle piante in primavera che sta dando da mangiare ai piccioni.
"Non trovi che sia rilassante stare su una panchina circondati dalla natura? Adoro Central Park, un'oasi di verde nel grigio della città." La donna cerca di attaccare bottone.
"Si ha ragione. Anche se preferisco posti meno affollati e gli animali alle persone."
"Sì, gli animali sono più belli. È per questo che appena posso vengo a nutrire i miei piccioni. E poi vedo cose che gli altri non vedono, oltre a notare tutto e niente."
Questa donna inizia a sembrarmi un po' svitata.
"Vengo qui anche per sfuggire a mia madre. Spesso è pressante. E il periodo con mio marito mi sembra sempre troppo corto. Mentre mio padre non mi calcola mai."
"A chi lo dici. Mia madre è morta e mio padre è quasi del tutto assente. Adesso sto cercando mia sorella."
"Siete andati in battaglia o a una festa in maschera?"
"Festa in maschera. Solo che avevamo detto che ci saremmo incontrati qui ma non l'ho più vista."
"Complimenti per il costume, Nico."
Osservo la donna con sospetto. Non mi sembra di averle detto il mio nome. Anche se dalle informazioni che mi ha dato...
"Tu sei Persefone." Affermo.
"Beccata!" Sorride la donna.
"Tuo padre voleva farti sapere dove si svolgerà la battaglia finale: in una crepa vicino allo Stretto di Messina. E voleva farti sapere che voi semidei sarete soli contro Urano. Scegli bene i tuoi compagni e partite il prima possibile. Più tempo passa, più Urano diventa potente."
"Perchè dovrei fidarmi di te? Odi tutti i figli di Ade." La dea fa una smorfia.
"Non puoi avere la certezza di chi puoi fidarti, devi solo sceglierlo e capirlo da solo . E non è che vi odio, sono solo gelosa. Non ho motivo di mentirti, se tutto va bene uno di voi due morirà e l'altro sarà l'Erede, in caso contrario perderò tutto quello che amo. Troverai quello che cerchi quando smetterai di cercare. E ora se vuoi scusarmi, mia madre mi aspetta."
La dea scompare in una nuvola di petali rosa chiaro e con estrema lentezza torno al campo, dove molti semidei mi osservano inquieti. Will mi trascina nell'infermeria insistendo per medicarmi. Entro la fine della giornata dovrò parlare con Chirone per avere un'impresa: la resa dei conti è vicina.
***
Ade sedeva impaziente sul suo trono di ossa, vestito con la sua tunica nera, tamburellando nervosamente le dita sul bracciolo del trono. Cerbero riposava con tutte e tre le teste appoggiate sulle zampe ai piedi del trono. Persefone apparve in tutta la sua bellezza con una tunica bianca a fantasia floreale che contrastava con i capelli rossi facendoli risaltare. Ade corse incontro alla moglie.
"Persefone com'è andata? Hai fatto?"
La donna sospirò. "Sì, ho fatto. È stata dura convincerlo che ero in buona fede. Cocciuto, testardo e diffidente quasi quanto il padre. Mi è sembrato di parlare con te in una delle tue giornate no!"
"Scusa fiorellino, ma sai benissimo che se esco da qui per aiutarli Zeus mi fulmina. E poi la resa dei conti è vicina, tra un po' sarà tutto finito."
Il dio si avvicina alla moglie e la bacia, stringendola a sè. Quando si staccano una mano di Ade si sofferma sul solco tra i seni della moglie ed entrambi hanno il respiro affannato.
"Quanto tempo hai prima che tua madre ti scopra?" Domanda il re degli Inferi.
"L'incantesimo che scherma la mia aura durerà almeno altre due ore. Cos'hai intenzione di fare, mio re?"
La donna notò lo sguardo e il sorriso malizioso del marito. Una scossa la attraversò da capo a piedi intuendo le intenzioni del marito. Ade la prese in braccio e dopo essersi accomodato sul trono la strinse ancora più a sè. Dopo un bacio che mozzò il fiato a entrambi l'uomo sussurrò all'orecchio della dea "Allora impieghiamo bene queste due ore con qualcosa di interessante."

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora