XXII-NICO- Preparativi

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Serena è uscita sbattendo la porta e mi accascio sulla poltrona. Capisco la sua rabbia ma non posso rischiare di metterla in pericolo standole vicino. È meglio che si allontani da me, così sarà al sicuro. Intorno a me i due semidei e Chirone osservano le mie azioni. Will mi scuote leggermente la spalla per attirare la mia attenzione.
"Vuoi uscire per prendere un po' d'aria?"
Annuisco alla sua proposta. Forse un po' d'aria mi fará bene e mi distrarrà dai miei cupi pensieri. Ci alziamo e andiamo alla porta seguiti da Annabeth.
"Nico aspetta: avvisa tua sorella che dovete partire entro il weekend. Se passa troppo tempo il semidio che dovrete recuperare rischierà la pelle."
"Va bene Chirone. Le faremo sapere."
Usciamo dalla Casa Grande e appena sono fuori tiro un sospiro di sollievo. La dentro stavo soffocando sentendo il peso della responsabilità dell'impresa affidatami e dell'odio di Serena. Annabeth ci saluta e raggiunge Percy poco lontano. I due si baciano e finalmente dopo anni di sofferenza non provo più niente, anzi, sono felice. E la mano di Will che stringe la mia me lo conferma. Andiamo verso la baia camminando lentamente. Ci sediamo e Will cerca di farmi confessare le motivazioni del mio comportamento, senza successo.
"Come farai a evitare tua sorella anche nell'impresa? Dovresti scusarti, lei non ha colpe è solo una vittima dei piani contorti delle Moire e di Ade. Non puoi prendertela con lei è l'unica parte della tua famiglia mortale che ti rimane."
Rifletto attentamente a cosa dirgli, sentendo la pressione del suo sguardo color cielo. I raggi del sole si riflettono sui suoi capelli, facendoli sembrare oro massiccio.
"Hey, Neeks, hai capito?"
La mia risposta è molto intelligente.
"Eh?"
Will sorride.
"Non mi stavi ascoltando vero? Sei il solito. Ho detto che mi avevi promesso di imparare a tirare con l'arco. Non va bene che sai usare solo una spada."
"Va bene. Hai ragione."
"Per cosa?"
"Per la famiglia mortale. E di Serena. Forse dovrei scusarmi." Will mi scompiglia i capelli.
"Lo sapevo che non eri del tutto stupido!"
La baia è insolitamente vuota. E mentre sto parlando con il mio ragazzo le orecchie iniziano a fischiarmi. Provo a tapparle e il fischio diventa un ronzio. Will cerca di parlarmi ma vedo solo le sue labbra muoversi senza sentire i suoni. Quando smette la vista si annebbia e dopo un po' torna normale. Will mi guarda preoccupato e intorno a lui sento un forte profumo di alloro ed è circondato da una leggera aura dorata.
"Sei un angelo in incognito ammettilo Will."
Il ragazzo mi scuote.
"Nico smettila di fare il coglione. Si può sapere che hai?"
Il suo sguardo è sempre più preoccupato.
"Sai di alloro e sei circondato da un'aura dorata. Ammettilo che sei il mio angelo custode in incognito."
Il figlio di Apollo scuote la testa ridacchiando.
"Grazie per il complimento Neeks ma sei sicuro di star bene?"
"Mai stato meglio."
Will mi aiuta ad alzarmi e torniamo verso le cabine, stringendogli la mano sempre più. Inizio a sentire paura e agitazione che mi contagiano. Il naso mi pizzica e al profumo intenso di rose starnutisco.
"Will, eccoti! Abbiamo bisogno di te, Drew continua a lamentarsi del suo naso rotto."
L'aria intorno a Piper è rosa pastello e i suoi occhi caleidoscopici sono seccati. Sbatto un paio di volte le palpebre ma gli aloni e i profumi non svaniscono.
"D'accordo Piper. Nico tu stai qua?"
"Credo che andrò in cabina o in arena, dipende come mi gira."
"Ci vediamo più tardi."
Il ragazzo mi bacia sulla guancia e si avvia con Piper all'infermeria. Un tiepido venticello primaverile scuote le chiome degli alberi e mi porta le voci dei semidei residenti al campo, oltre a vari profumi. In lontananza sento Drew continuare a lamentarsi del naso rotto chiedendo a Will di rifarle il suo "bellissimo naso". Lì vicino Piper mormora insulti contro gli atteggiamenti della sorella. Un urlo e un suono disgustoso mi fanno capire che Will ha rimesso al suo posto il setto nasale della ragazza, che smette di lamentarsi per il naso e continua a rompere le scatole per guarire il suo fidanzato. Immagino la faccia esasperata di Will e Piper, che la zittisce usando la lingua ammaliatrice. Entro nella mia cabina stendendomi sul letto dalle lenzuola nere. Mi stendo a pancia in su, osservando il cielo stellato dipinto sul soffitto. È l'unico modo per rilassarmi e tutti quegli odori e voci nitide mi hanno stordito. Mi giro sul fianco e inizio a leggere il libro che avevo dimenticato sul comodino. Non so dire quanto tempo è passato quando sento passi furiosi avvicinarsi, accompagnati dalla forte fragranza di melograno misto a cadavere in decomposizione. La porta di mogano sbatte e la figura femminile entra urlando.
"Quel grandissimo bastardo! Si può sapere che cazzo ha in testa, è andato con quella puttana dopo quello che abbiamo condiviso!" La ragazza tira un pugno al muro e imprecando indietreggia. Si gira verso la mia direzione assottigliando lo sguardo alla mia vista. Appoggio il libro per distogliere l'attenzione da lei. Serena si siede sul letto di fianco a me zittendosi. Riesco quasi a sentire i suoi pensieri tumultuosi, troppo veloci e variegati per leggerli con chiarezza. Mi guarda e poi succede qualcosa di inaspettato: la ragazza inizia a piangere, coprendosi la faccia con le mani per nascondere le lacrime. I suoi singhiozzi a sentirli fanno quasi male, raschiati a forza dalla gola. Rimango immobile non sapendo cosa fare. Non so mai cosa fare quando qualcuno piange e di solito finisco a combinare guai. "C'è qualcosa che posso fare?"
La ragazza in mezzo alle lacrime ridacchia amaramente.
"Se sai come fare sparire una persona e far capire a un'altra quanto ci tengo sì, mi puoi aiutare."
Aspetto che si calmi e ciò accade dopo qualche minuto. Si asciuga le lacrime e mormora "Scusa". Stiamo in silenzio e aspettiamo: entrambi non sappiamo come colmare quel divario che ci separa.
"Credo che l'avrai capito ma non è facile essere figli delle divinità, specialmente di Ade. Siamo potenti, più dei mortali, ma i loro problemi per noi sono triplicati: facciamo fatica a mostrare i nostri sentimenti e le nostre capacità sono ampliate. Siamo vittime di amore, rabbia, sete di vendetta, voglia di fare la differenza e non è facile sopportare tutto questo."
Serena mi guarda interessata e anche preoccupata.
"Quindi non ce l'hai più con me?"
La sua voce è leggermente insicura. All'inizio facevo fatica a credere che era mia sorella da entrambi i lati ma guardandola è come vedermi a uno specchio un po' distorto. In quegli occhi leggo ciò che vedevo nei miei fino a poco tempo fa: la voglia di mostrare il proprio valore e essere accettati dalla propria famiglia. Devo proteggerla, non posso perdere anche lei, soprattutto non dopo Bianca e mia mamma.
"Non sono mai stato veramente arrabbiato con te. Avevo bisogno di accettare la notizia e sono stufo che gli dei mi nascondano sempre qualcosa."
Il tempo di parlare che lei inizia ad esultare e a farmi domande su domande. In comune accordo decidiamo di partire il prima possibile, il tempo di fare le valigie e chiedere alcune informazioni. Con l'esuberanza di una bambina prende carta e penna e traccia una piantina approssimativa della città di Firenze, iniziando a parlare a raffica.
"Dovremo trovare il semidio affidandoci a vista, olfatto e istinto, credo sia per questo che oggi abbiamo visto le auree e sentito gli odori dei semidei. Perché è capitato anche a te giusto?" La mora interrompe il discorso guardandomi e dopo un cenno affermativo prosegue. "Qui nel centro, in Piazza Duomo sono collocati i monumenti più famosi, il Battistero e la Basilica di Santa Maria del Fiore o Duomo."
La matita scende un pochino in basso, appena sopra al fiume Arno.
"Qua ci sono gli Uffizi e appena sopra, in piazza della Signoria vi è il Palazzo Vecchio."
"È dove facevano le esecuzioni pubbliche nel 1300."
La interrompo. Serena annuisce trionfante.
"Dovremmo trovarvi le anime di Marta e Priscilla Medici. E ci arriveremo facilmente a piedi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella."
"Come fai a sapere così tante cose della città?" Chiedo.
"Sono andata in vacanza l'anno scorso e poi avevo un ...amico... con una casa in centro e trascorrevo le vacanze da lui."
La sua voce ha esitato sulla parola "amico" e decido di non indagare. Dalla sua espressione sembra che sia arrabbiata con quella persona.
"Zeus si arrabbierà se prenderemo un'aereo? O è più sicuro usare un traghetto per arrivare in Portogallo e da li prendere i treni? È più sicuro Zeus o Poseidone?"
"È più sicuro la Signora O'Leary e gli Inferi." Ribatto con una smorfia. Già Zeus è incazzato con noi e spera di farci fuori, Poseidone è più mite ma imprevedibile.
"Vado da Chirone ad avvisarlo e prendo qualche provvista. Tu prepara gli zaini partiamo domattina all'alba."
"Agli ordini capo."
La ragazza fa un saluto militare e inizia a preparare due zaini, uno blu e uno nero, oltre a raccogliere la piantina e a preparare dei cambi. Esco dalla cabina, scuotendo la testa e trattenendo un sorriso. I semidei intorno a me continuano con la loro routine e solo io mi sento immune a tutto questo. Passo in infermeria e trovo un ragazzo sui tredici anni, alto, dalla pelle brunita e con i capelli biondi pettinati in treccine a forma di elica del DNA: Austin è vestito in modo sobrio, con solo dei jeans e una maglia a mezza manica sta riordinando i kit di primo soccorso, aggiungendo ciò che manca alle cassettine bianche. Il ragazzo si volta verso di me, salutandomi calorosamente. Prendo tre kit e poi mi dirigo alla Casa Grande, in cerca di Chirone ma senza trovarlo. Sbuffando torno nella cabina 13, vuota, e metto via il necessario. Mi faccio una doccia veloce e dopo qualche minuto sento la sirena dei pasti suonare. Esco e vado nel padiglione della mensa e in lontananza il sole che inizia a tramontare sul mare creando un paesaggio da favola. Ma questa non è una favola, è la realtà dove mostri ed eroi convivono senza capire chi è l'uno e chi l'altro. Intorno a me i vari semidei si avviano nella mia stessa direzione e i vari profumi semidivini si confondono l'uno con l'altro. Entro e sfioro con lo sguardo il tavolo degli immortali, ricostruito dai figli di Efesto, cercando Will o qualcuno dei miei amici. Nell'angolo più lontano il tavolo di solito riservato ai figli di Ade è occupato da Serena, Asia, Rebecca, Piper, Jason, Will, Annabeth e Percy, con l'aggiunta di Leo e Calipso, che osserva con affetto quasi materno mia sorella. Mi siedo tra mia sorella e Will, proprio di fronte a Jason e Percy che discutono su chi è più forte tra Acquaman e Superman. Leo mette fine temporaneamente alla disputa con la sua affermazione "Katniss Everdeen vince tra loro: è cazzuta, gnocca e sa tirare con l'arco."
"Leo! Ti sembrano affermazioni da fare?"
Il folletto sorride alla sua compagna. I nostri piatti si riempiono e nell'allegria generale consumiamo la cena e per tutto il tempo Serena rimane muta, a fissare Drew seduta in grembo a Davide, che si imboccano a vicenda.
"So che non dovrei dirlo perché è mio fratello, ma fanno schifo. Sembrano una coppia di cinquantenni sposati da una vita." Sussurra Rebecca alle sue due amiche.
"Domani partite per l'impresa quindi?"
Percy spezza il silenzio e tutti gli sguardi del tavolo si posano su di noi. Leo sorride e dalla sua cintura magica tira fuori due smarphone con riflessi bronzei, dandone uno a me e uno a Serena che afferma subito "Non possiamo usare i telefoni cellulari, sono pericolosi."
"È una fortuna allora che abbiano un nucleo di bronzo celeste, alimentati a energia solare, fatti con una lega indistruttibile e abbiano un pizzico di magia dei figli di Ecate. Sono uguali agli smartphone mortali ma innocui per i semidei. E cosa più importante i nuovi Valdez-phone non esplodono e tra poco saranno disponibili in tutti i migliori negozi semidivini."
Leo recita le parole a memoria come uno spot pubblicitario.
"Tranquilli sono sicuri. O almeno è esploso solo il primo modello." Afferma l'ispanico vedendo la mia espressione. Fantastico, ora sono proprio rassicurato
"Grazie Leo."
"Per una bella ragazza questo ed altro. Anche per il suo simpatico fratello."
Afferma facendo l'occhiolino alla corvina, prendendosi uno scapaccione sul coppino da Calipso.
"Ti ricordo che sei fidanzato, folletto in fiamme." Lo fulmina la ragazza.
Usciamo e ci sediamo di fronte al falò con gli altri ragazzi, mentre Will mi prende la mano discretamente. Dopo i canti in onore degli dei arriva il momento delle confessioni a cui non tutti partecipano. Serena si alza e saluta tutti noi dirigendosi alla cabina. Riesco a capirla: fa male vedere la persona che ami stare con un'altra persona che non sia tu e riesco a percepire parte del suo dolore. Odio vedere soffrire le persone a cui tengo. "Will, forse è meglio che vado. Domani devo svegliarmi presto e non so quando ci vedremo."
"Va bene Re degli Spettri. Fai attenzione, non voglio perderti."
"Non mi perderai Will. Non lo permetterò." Il ragazzo mi sorride e mi stampa un bacio in fronte.
"Buonanotte."
"Anche a te Will." Torno in cabina, aprendo la porta senza far rumore. Serena si è già addormentata, tutta raggomitolata sotto le coperte con solo parte della faccia visibile. Addormentata così sembra un cucciolo indifeso, e se uno la guarda di sfuggita sembra morta. Mi cambio, mettendo la
T-shirt e i pantaloni neri con i teschi che compongono il mio pigiama, poi mi infilo sotto le coperte nere e mi addormento.

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora