due

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mille domande si affollavano nella mia testa, e non avevo ipotesi plausibili che rispondessero ad almeno una di queste domande.

sono una ragazza semplice. non mi faccio notare, odio stare al centro dell'attenzione e le uniche persone con cui interagisco quotidianamente sono i miei genitori, Elisabeth e Mark. ho i loro numeri salvati in rubrica, quindi non può essere stato nessuno di loro a scrivermi.

valuto le opzioni di risposta: un banale "chi sei?" o "cosa vuoi da me?", un saluto gentile, una risposta a modo mio o non rispondere proprio.

beh, la prima opzione è scontata e, come ho già detto, banale, un saluto gentile semplicemente non è da me e non rispondere è da codardi.

non mi concedo nemmeno il tempo di pensare che le mie dita si stanno già muovendo veloci sulla tastiera. sono una vera professionista nel rispondere male alle persone, allontano tutti, soprattutto chi non conosco e, nel caso di colui o colei che mi ha appena scritto, ho un motivo in più per essere acida: mi ha chiamato con il mio secondo nome.

me:
senti, io non so chi tu sia e sinceramente non voglio nemmeno saperlo. allo stesso modo non so come e dove tu abbia trovato il mio numero, cosa tu voglia da me e perché tu mi abbia chiamato Clarisse. ma sai una cosa? non voglio sapere neppure questo! semplicemente ignorerò il fatto che tu abbia provato ad entrare nella mia vita, e sottolineo "abbia provato", perché questo tentativo è miseramente fallito. ora, se vuoi scusarmi starei studiando storia, buon pomeriggio.

spengo il telefono, questa volta accertandomi di averlo messo in silenzioso e riprendo a ripetere a voce alta tutti gli avvenimenti storici che, purtroppo, mi tocca studiare.

qualche ora dopo sento la porta d'entrata sbattere e mia madre entra sbuffando.

«ciao tesoro, scusa ma oggi sono di fretta... ti ho portato una pizza margherita, la tua preferita... io devo andare, ti voglio bene!» dice lasciandomi un veloce bacio sulla fronte ed uscendo nuovamente di casa.

papà è via per lavoro e mamma sta in ufficio ogni sera fino a tardi. e per tardi intendo che torna quasi tutti i giorni alle cinque di mattina per farsi la doccia e tornare in ufficio.

sospiro e prendo il telefono, magari Els può venire a farmi compagnia.

appena lo accendo, trovo un altro messaggio dallo stesso numero sconosciuto di prima.

365 *******:
ah piccola Al, non credere di liberarti di me così in fretta... studiato storia, eh? lo so, è una delle materie in cui vai peggio, ma... se vuoi posso darti ripetizioni ;)

leggendo il messaggio vengo presa dalla rabbia. non voglio più che quella persona, chiunque sia, mi scriva.

me:
ce la faccio benissimo anche da sola. e non credere di riuscire ad impressionarmi con qualche informazione su di me. tu non mi conosci davvero e non mi conoscerai mai!

metto via il telefono e prendo la pizza, mi conviene mangiarla prima che diventi fredda.

***

hey, sono tornata con il secondo capitolo! la nostra Alexia ha un bel caratterino, eh?
volevo dirvi che il numero è inventato e l'ho censurato per ovvie ragioni.

Anna💗

you don't know me;; jdbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora