ventuno

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mi fermo e rigiro il telefono tra le mani per poi girarmi e correre verso il ragazzo.

«ehm... Aaron?» lo chiamo timidamente.

«Alexia» mi sorride. «non pensavo di mancarti di già»

arrossisco violentemente e faccio un respiro profondo, per diminuire l'imbarazzo e trovare un po' di fiato per parlare.

«tu... c-cioè, io... no, v-volevo dire che... insomma, per sbaglio ci siamo scambiati il telefono» balbetto.

«oh, scusa» ride. «tieni» mi porge il telefono e gli sorrido per ringraziarlo.

«a dopo bellissima» mi sussurra prima di andarsene.

ci sta provando con me?

scuoto la testa. basta pensare ai ragazzi, sto già abbastanza male per uno di loro, non ho bisogno di altre preoccupazioni.

accendo il telefono e si apre una chat. il contatto è salvato come 'strafigo' e l'unico messaggio presente è stato inviato da parte mia.

me:
.

un punto. seconda figura di merda della giornata, devo averlo inviato per sbaglio, ma a chi?

tento di ricordarmi chi io abbia salvato come 'strafigo'. ho salvato i ragazzi più belli e popolari della scuola dei quali riuscivo in qualche strano modo a prendere il numero con soprannomi simili, ma al momento non riesco proprio ad associare un nome vero a quel soprannome.

sbuffo disperata, questa giornata fa davvero schifo. la mia vita fa schifo.

improvvisamente sento il cellulare vibrare ed uno squillo mi avvisa che è arrivato un messaggio.

strafigo:
hey bellissima, volevo scusarmi per aver scambiato apposta il mio telefono con il tuo e per averlo sbloccato e salvato il mio numero... ma non avevi impostato nessuna password e questo era l'unico modo (no, non è vero, non era l'unico, ma di certo quello più ad effetto) perché io avessi il tuo numero e tu il mio. spero non ti dispiaccia :)

Alexia, dovresti mettere la password al tuo telefono. anzi no. me la dimenticherei e devo ammettere che mi ha fatto piacere che lui si sia salvato il mio numero, quindi niente password.

sorrido e vado al mio armadietto per prendere i libri per l'ora successiva.

sento la campanella suonare e poco dopo noto Elisabeth precipitarsi nella mia direzione.

«tutto bene? ti ho portato il libro di storia, l'avevi lasciato in classe. se vuoi la prossima ora la saltiamo insieme, così avrai un po' di compagnia. se invece preferisci stare da sola...»

«Els» la blocco ridendo. «sto bene. e per oggi mi è bastato saltare la prima ora. abbiamo la stessa lezione anche adesso, vero? perché devo raccontarti un po' di cose»

la sua faccia assume un'espressione confusa e non posso fare a meno di scoppiare a ridere per poi prenderla sottobraccio e trascinarla verso l'aula di fisica iniziando a descrivere il mio incontro con Aaron.

***

uhm, abbiamo una nuova entrata, Aaron! fatemi sapere come vi sembra, se vi sta simpatico o no, ecc.
oggi non sarebbe venerdì, ma ho deciso di aggiornare comunque perché siamo arrivati ad 1k visualizzazioni, vi amo. ho studiato fino ad ora e sto ancora pensando a Pascoli e alle sue poesie, quindi non so quanto bene possa essere venuto questo capitolo, spero comunque che lo apprezziate.

Anna💗

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