venticinque

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mi stacco da Justin e respiro profondamente, completamente confusa e felice per ciò che è appena successo.

sento qualcuno che tenta di richiamare la mia attenzione con dei leggeri colpi di tosse.

Els.

mi guarda sorridente, sinceramente felice per me. le sorrido di rimando e mi allontano da Justin per stringerla in un abbraccio. lei mi stringe forte e non posso non essere felice per avere un'amica come lei.

«vi lascio soli» mi sussurra all'orecchio prima di sciogliere il nostro abbraccio.

la tiro nuovamente vicino a me e stavolta sono io a sussurrarle qualcosa.

«vai a cercare Aaron, è un bravo ragazzo, dolce e simpatico e credo proprio che avrebbe bisogno di qualcuno come te nella sua vita»

mi guarda con gli occhi che luccicano dalla felicità ed annuisce entusiasta. le piace davvero, ci avrei scommesso. poi mi stampa un bacio sulla guancia e si allontana.

«allora...» mi giro verso Justin. «noi abbiamo un discorso in sospeso»

lui sorride e avvicina il suo viso al mio, ma lo blocco sorridendo.

«è una discorso lasciato in sospeso un bel po' di tempo fa...» sospiro e lo faccio sedere sulla panchina per poi sedermi al suo fianco.

lui mi guarda e mi fa un leggero cenno con la testa per incitarmi a continuare.

«come sai il mio secondo nome?» chiedo velocemente.

lui abbassa la testa per poi rialzare lo sguardo e fissarmi negli occhi.

«Justin, voglio sapere tutta la verità. com'è nata la scommessa, da chi o da dove sei venuto a conoscenza di alcune informazioni su di me, perché proprio io... tutto»

«Alexia» mi solleva il viso con un dito, facendo incontrare i nostri occhi. «io sono pronto a raccontarti tutto, ma ho troppa paura di perderti. mi prometti che anche se ti arrabbierai, se ciò che ti sto per dire ti farà del male e vorrai lasciarmi, continuerai comunque a parlarmi? sei diventata una parte troppo importante della mia vita»

è preoccupato, spaventato e mi fa male vederlo così. annuisco per poi appoggiare la mia guancia sulla sua spalla mentre ascolto il suo racconto.

mi spiega che la scommessa è nata tra lui e Alfredo, uno del suo gruppo, che tutti conoscono come Fredo. hanno scelto me perché ero una delle ragazze più misteriose, solitarie, asociali e difficili della scuola. volevano che fosse una sfida difficile, ma anche interessante, infatti hanno scelto la più attraente tra le ragazze che presentavano le caratteristiche citate prima. sono entrati nell'ufficio del preside e hanno rubato il fascicolo con tutte le informazioni su di me. hanno scoperto che ho un secondo nome, le materie in cui vado meglio e quelle in cui ho più difficoltà, la via in cui vivo, le lezioni che frequento, il mio numero di telefono. e così è nato lo scherzo.

fortunatamente mia mamma è abbastanza riservata, non ha detto nulla al preside sulla mia vita privata, sul trasferimento e sui motivi per cui è avvenuto.

«Al?» mi richiama Justin vedendomi assorta nei miei pensieri. «scusami per tutto, so che non avrei dovuto fare una cosa simile, ma non me ne pento, perché ora nella mia vita ci sei tu»

«Justin, è tutto okay, dico davvero. ma ora tocca a me raccontarti una storia. è una storia personale, non l'ho mai raccontata a nessuno, nemmeno ad Elisabeth, ed in questa città nessuno ne è a conoscenza, eccetto i miei genitori» respiro profondamente tentando di farmi coraggio. odio ripensare al passato, fa troppo male. «non abito qui da sempre, prima vivevo in un piccolo paese in Louisiana, un paese di quelli in cui ci si conosce tutti e le notizie girano in fretta, troppo in fretta. ero estroversa, socievole, piena di amici. andavo bene a scuola, uscivo tutti i pomeriggi, ero felice. durante il settimo anno, avevo circa tredici anni, ho conosciuto un ragazzo più grande. si chiamava Nathan, aveva diciassette anni, era il cugino di una mia amica e ci siamo conosciuti proprio a casa di quest'amica. abbiamo iniziato a parlare, era simpatico, dolce e, devo ammetterlo, anche molto bello. ci siamo scambiati i numeri di telefono e qualche giorno dopo siamo usciti insieme. ci siamo messi insieme, ovviamente di nascosto dai miei, che se lo avessero saputo mi avrebbero uccisa. ero completamente presa da lui, era perfetto ai miei occhi: bello, simpatico e più grande. non riuscivo a capire come mai stesse con me, insomma, non mi sentivo alla sua altezza. fino a che non lo capii: verso la fine dell'ottavo anno, dopo circa un anno che stavamo insieme, lui approfittò di me. sì, sono stata violentata a tredici anni; ho detto tutto ai miei genitori e lo abbiamo denunciato. in meno di due giorni tutto il paese sapeva cos'era successo e l'atmosfera per me e la mia famiglia è diventata insostenibile. non appena finii scuola ci trasferimmo qui; se abbiamo scelto New York non è un caso: in una città grande è più semplice passare inosservati. ho conosciuto Elisabeth e quello che ora è il suo ex, Mark. ho vissuto una vita tranquilla, ma nel terrore e nella solitudine. non volevo più provare sentimenti per nessuno, avevo paura di innamorarmi e farmi nuovamente del male. ho scelto di tenere nascosto il mio secondo nome e di nascondere con esso il mio passato. lui adorava chiamarmi Clarisse. quando mi hai scritto ho avuto paura che fosse lui, che fosse tornato a tormentarmi. ma fortunatamente eri tu, che mi hai riportata a vivere»

Justin mi abbraccia e io mi abbandono nuovamente al pianto, questa volta un pianto liberatorio. singhiozzo appoggiata alla sua spalla e mi lascio stringere forte. è così bello sentirsi al sicuro dopo tanto tempo. è così bello sapere che c'è qualcuno a cui finalmente ho raccontato tutto, qualcuno che mi conosce.

la pausa pranzo è finita da un po', probabilmente ancora mentre discutevamo, e ci stiamo perdendo le lezioni successive, ma in questo momento non mi interessa affatto.

sono stesa sulla panchina, con la testa appoggiata alle gambe di Justin che mi accarezza dolcemente i capelli. prendo il telefono e decido di cambiare di nuovo il nome al contatto di Justin.

*hai cambiato il nome del contatto da 'coglione stronzo' a 'Jus🐧'*

poi scorro nella chat con lui, fino ad arrivare a quel primo messaggio che mi ha mandato.

Jus🐧:
ciao Clarisse :)

rileggo la chat sorridendo finché non arrivo ad un messaggio inviato da me.

me:
ce la faccio benissimo anche da sola. e non credere di riuscire ad impressionarmi con qualche informazione su di me. tu non mi conosci davvero e non mi conoscerai mai!

mi sbagliavo. sorrido di nuovo e dopo averlo screenshottato cancello quel messaggio. come ho già detto, le cose cambiano.

***

oggi non è venerdì lo so, ma sono stata a casa da scuola perché sto poco bene e ne ho approfittato per farvi una sorpresina. okay sto quasi per piangere. abbiamo raggiunto la fine della storia, oddio! è la prima storia che completo qui su wattpad e sono felice ed emozionata. non ci sarà alcun epilogo, perché, a grande richiesta, farò il sequel! vorrei le vostre opinioni su questo finale, in cui sono stati svelati tutti i piccoli misteri della storia. come penso avrete notato è un capitolo più lungo degli altri e mi sono impegnata di più nella stesura, perché volevo fosse perfetto. è abbastanza strano dirvi ciao per l'ultima volta su questo libro, ma è giusto che sia così. vi voglio bene!

Anna💗

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