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"Ho capito di amarla quando guardandola ho pensato che lei dovesse appartenermi, in un modo o nell'altro."
-Isa

Pov's Jace
Luisa è chiusa nella sua camera da quando siamo tornati, circa tre ore fa.
Josh, Melody e Alex hanno provato più volte a farsi aprire, ma lei non ha neanche risposto.
Cameron ed Amanda si stanno spazientendo.
"Jace, vai da lei." mi dice in tono calmo zia Amanda.
"Mi dispiace, ma non ce la faccio." Mi alzo dal divano e vado nella mia stanza.
Non ce la farei davvero. Ho sempre aiutato Luisa in tutto, ci sono sempre stato, ma lei si comporta come una bambina viziata e così non va bene.
È una cosa più grande di noi e ne sono consapevole, ma ora tocca a noi gestirla.
I Rodrigo ci hanno rovinato la vita già una volta, non gli permetterò di portarmi via Sophie, farò qualsiasi cosa per lei.
Un tonfo mi fa svegliare dai miei pensieri. Mi alzo in piedi e sento un urlo. Mi precipito fuori alla porta e vado nella direzione della stanza di Luisa.
Inizio a bussare, ma lei non apre.
"Bimba, cazzo aprimi subito!" urlo. Lei però non risponde.
Continuo a bussare, ma senza nessun risultato. Ma è possibile che dentro questa casa tutti si facciano i fatti loro?
Al diavolo.
Do una spallata alla porta e poi un'altra ancora e la porta si apre.
Mi guardo in torno e la stanza è un vero caos. Luisa mi guarda dal letto ed il suo sguardo sembra spaventato, poi mi squadra e scoppia a ridere.
Mi stranisco per la sua reazione e corrugo la fronte, il mio sguardo poi però si sposta sulla bottiglia che ha in mano.
Chiudo per un secondo gli occhi e quando li riapro non è cambiato nulla. I vestiti dentro l'armadio buttati per terra, il vetro della finestra rotto, il letto disfatto con le lenzuola a terra. Luisa mi guarda e non fiata. È ridotta male: ha le occhiaie, il trucco sciolto, gli occhi rossi, le labbra secche ed indossa solo una vecchia maglietta ed un paio di mutandine. Mi avvicino a lei e le sfilo la bottiglia dalle mani, facendole uscire dalla bocca un piccolo lamento.
"Andiamo a fare una doccia, Bimba. Sei ridotta parecchio male." La prendo in braccio e lei si accoccola nell'incavo del mio collo.
Puzza di alcool ed è ubriaca marcia. Le è sempre piaciuto bere, ma non regge per niente bene.
Quando arriviamo in bagno la faccio sedere su un ripiano vicino al lavandino ed apro l'acqua per riempire la vasca. Lei mi guarda, ma non ha ancora detto nulla.
Luisa non è una persona taciturna ed il fatto che mi guardi senza dire nulla, mi preoccupa e non poco.
Continua ad osservarmi ed io mi sento a disagio dopo un po'. Non mi sento mai sentito in imbarazzo quando qualcuno mi guarda, sono un modello ed ormai ci sono abituato.
Però quando Luisa mi guarda sento qualcosa dentro di me che non mi fa sentire sicuro di chi sono.
Quando la vasca è piena chiudo l'acqua. Torno da Luisa e le tolgo la maglietta e le mutandine.
Beh, in questo non mi sento sicuramente in imbarazzo. Ha un corpo favoloso e tante volte ne dubita, ma è davvero stupenda.
La faccio entrare nella vasca e metto un po' di musica per spezzare il silenzio assordante che c'è.
Parte "Demons" degli Imagine Dragons.
Luisa risposa di nuovo lo sguardo su di me e con la testa mi fa segno di alzare. Faccio come mi dice e senza pensarci un momento di più, mi spoglio anch'io ed entro nella vasca.
Questa canzone è fondamentale la nostra canzone, noi siamo questa canzone.
Abbassa gli occhi, come se ora fosse in imbarazzo davanti a me e poi con la spugna inizia a strofinarsi le braccia.
mi avvicino a lei e l'abbraccio.
"Non mi abbandonare, Bimba. Sei la mia roccia." Mi abbraccia ancora più forte e la sento sciogliersi sotto il mio tocco.
"Ce la faremo." Le bacio la fronte e lei mi lascia un piccolo bacio sul petto.
Le lavo la schiena e lei fa lo stesso con me, in un'altra circostanza la situazione si sarebbe evoluta in qualcos'altro, ma per questa volta va più che bene così.
Per tutto il tempo non ha detto neanche una parola, ma i suoi occhi erano abbastanza loquaci. La tristezza era bene visibile e non ha neanche cercato di nasconderla.
La sbronza le è passata, infatti quando sto per aiutarla con la mano mi blocca e fa tutto da sola. Abbiamo passato un'ora dentro la vasca e penso che ci abbia fatto bene stare un po' da soli in un completo silenzio.
Apre lentamente la porta ed esce. Io la seguo e quando arriviamo davanti alla sua camera si porta una mano alla bocca e scuote la testa. Già, un bel casino.
"Andiamo nella mia camera." La prendo per mano e la porto nella mia stanza.
Chiudo la porta a chiave e vado verso l'armadio per prendere qualcosa da mettere, sia per me che per lei.
Le prendo una vecchia maglietta e dei boxer e glieli passo. Per me prendo dei boxer e dei pantaloni della tuta e mi metto sul letto con il telefono.
Dopo essersi vestita Luisa si siede sul letto accanto a me e dopo un po' mi prende il telefono e lo poggia sul comodino dalla sua parte.
La guardo confuso e lei prende un respiro profondo.
"Perché non mi abbandoni mai?" mi domanda con gli occhi curiosi.
Davvero non lo sa?
"Lo sai il perché." dico deciso.
Corruga la fronte.
"Mi comporto sempre come una bambina, ti tratto male, ti sto rovinando la vita e tu non sei mai andato via. Mai. Ti sei arrabbiato tante volte, ma non mi hai mai abbandonata ed io non riesco a capire perché, nonostante il mio carattere, tu sia ancora qui." sputa queste parole come una liberazione.
Lei davvero non sa perché io non l'abbandonerò mai.
"Sono ancora qui perché la mia vita senza di te non avrebbe alcun senso." le dico accarezzandole il viso.
"Non ti credo, nessuno ha bisogno di me." mi toglie la mano dal suo viso e si alza dal letto.
"Io sì, io ho bisogno di te." dico alzandomi anch'io.
"Perché?" si gira guardandomi velenosa.
"Perché ti amo, ecco perché!" le parole escono involontariamente dalla mia bocca e solo in quel momento mi rendo davvero conto di quello che davvero provo per Luisa. Io la amo.

Love doesn't exist Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora