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"Sentiamo la mancanza delle persone nel momento in cui stiamo per perderle,o forse, quando le abbiamo già perse."
-Isa

Pov's Luisa
Sono due giorni che siamo tutti rinchiusi in ospedale, io la sera vado a casa per riposarmi un po', anche se preferirei restare qui.
Gli ospedali non mi sono mai piaciuti, ma per la vita che ho sempre fatto ci passò molto tempo. Di sicuro non mi sarei mai immaginata di stare qui perché mio fratello gemello rischia di morire a soli 19 anni.
Guardo le persone intorno a me, la mia famiglia, siamo tutti distrutti. Bonnie non parla da quando mi è scoppiata a piangere tra le braccia, appena sono arrivata in ospedale.
Rylie fa avanti ed indietro per il corridoio senza fermarsi mai, sembra non trovare pace. Mel piange in silenzio ormai da ore.
Jace passa la maggior parte del tempo nell'area giochi con Sophie, lui odia gli ospedali più di me ed in più cerca di tenere lontana la bambina da tutta questa tristezza.
Io, beh, io mi limito a fissare il muro davanti a me ed a cercare di capire perché non esce nemmeno una lacrima dai miei occhi.
I dottori mi hanno consigliato di stare più tempo a casa, perché essendo incita non fa bene al bambino, ma non ci riesco, ho troppa paura di allontanarmi.
Sento le porte del l'ascensore alla mia destra e mi volto per vedere chi è appena arrivato: un altro dottore, seguito da un ragazzo con un giacchetta di pelle.
Aspetta, ma quello è Josh!
Si dirige a passo svelto verso di noi ed ha due occhiaie enormi. Sento l'aria mancarmi nei polmoni, sono tre mesi che non lo vedo e non lo sento. In un'altra occasione lo avrei già picchiato. Evito il suo sguardo e mi sento morire quando lui, dopo aver salutato tutti, si siede vicino a me e mi stringe a se posando una mano sul mio ventre.
Sento le lacrime bagnarmi gli occhi, ma le ricaccio dentro e raddrizzo la schiena.
"Che ci fai qui?" Sussurro e lui mi guarda spaesato, come se la mia domanda fosse assurda.
"Mi ha chiamato Jace dicendomi che Alex era in condizioni critiche. Ho preso il primo aereo che ho trovato." Mi spiega come se fosse la cosa più logica al mondo. Vorrei dirgliene di tutti i colori, però mi limito ad annuire ed a spostare nuovamente lo sguardo verso il muro.
Le ore passano interminabili e i dottori ci passano davanti senza neanche rivolgerci uno sguardo o qualche parola sulle condizioni di Alex. Ieri lo hanno operato per estrarre i proiettili, tre per l'esattezza, ed ancora non si è svegliato. Ci hanno detto che potrebbe andare in coma, ma nulla è certo.
Sta lottando, ne sono certa. Non ci abbandonerà mai, soprattutto ora.
Un sospiro sorpreso esce dalla bocca di Josh e mi volto a guardalo, però il suo sguardo è rivolto al corridoio. Seguo il suo sguardo ed i miei occhi si posano su una figura femminile che si affretta a venirci incontro facendosi passare frettolosamente una mano fra i folti capelli mossi.
Mi alzo di scatto e mi ritrovo tra le braccia della mia migliore amica. Una lacrima solitaria riga il mio volto e lei con il pollice l'asciuga.
"Andrà tutto bene, baby." Mi stringe forte a se ed io sento di stare per crollare.
"Non litigate,vi prego." Le sussurro.
Non serve che io faccia il suo nome e quello di Josh, per farmi capire da lei.
So che non si metterebbero mai a litigare in una situazione del genere, però mi sono sentita di doverglielo dire.
"Non gli rivolgerò nemmeno la parola. Puoi stare tranquilla." Dalle sue parole trasuda rancore, e mi fa così male vedere quanto si siano divisi.
Faccio un sospiro ed annuisco.
"Dov'è Jace?" Domanda Charlotte facendo un cenno di saluto agli altri.
"Nell'area giochi con Sophie." Le rispondo monocorde.
Lei annuisce e cerca di rivolgermi un sorriso di incoraggiamento. È forzato, ma la ringrazio mentalmente.
"Vado io con la bambina, così Jace potrà stare con voi." Annuisco e lei si dirige nuovamente verso l'ascensore.
Noto Josh che la segue con lo sguardo finché lei non sparisce dietro le porte automatiche dell'ascensore.
Si passa una mano sulla faccia, visibilmente frustrato. Non l'ho mai visto così impotente.
Non so cosa sia successo tra loro due, ma deve essere grave e sono certa che sarà difficile da risolvere. Charlotte quando chiude con una persona lo fa per sempre e Josh non sembra essere in grado di lottare, spero che sia solo una mia impressione e che non sia tutto perso.
"Ragazzi, i genitori di Alexander Dallas?" Domanda un dottore uscendo dalla sua stanza.
"Non sono in città. Siamo venuti a trovare nostra sorella che abita qui. Noi siamo di Los Angeles." Spiega Bonnie. Sono felice che abbia parlato lei, io non ne ho le forze.
"Lei è?" Chiede il dottore rivolgendosi a Bonnie.
"Sono sua sorella maggiore." Dice lei.
"Okey, allora parlerò con lei." Le indica una stanza e lei lo segue silenziosamente.
Andrà tutto bene. Mi ripeto questa frase decine di volte nella mia testa.
Afferro la mano di Josh e lui all'inizio sembra sorpreso, poi me la stringe.
"Bimba, eccomi." Jace si siede accanto a me e mi deposita un bacio sulla fronte.
Sento parte della mia tensione scivolare via.
"Jace." Le lacrime escono senza che possa riuscirmi a contenere.
Lui mi prende in braccio e mi fa sedere sulle sue gambe. Mi sfogo contro l'incavo del suo collo e lui mi passa dolcemente la mano fra i capelli.
Sono così preoccupata, i dottori non ci hanno detto nulla per quasi due giorni ed ora vogliono parlare con Bonnie, ho così paura.
"Dov'è Bonnie?" Domanda Jace a Josh.
Josh indica una porta chiusa vicino alla stanza di Alex e poi risponde: " Il dottore sta parlando con Bonnie. Non so che pensare, spero che vada tutto bene."
Jace annuisce impercettibilmente e mi culla un altro po' posando la mano sul mio ventre e facendo dei giri circolari con il pollice.
Mi rilasso più che posso e mi accoccolo meglio a lui.
Dopo venti interminabili minuti, sento la porta aprirsi e ci giriamo tutti per vedere Bonnie uscire.
Le lacrime le rigano il viso ma sul suo volto si estende un debole sorriso.
"Resterà qui un'altra settimana, ma è fuori pericolo. Il dottore ha detto che è un miracolo vivente. A Los Angeles dovrà fare molta riabilitazione perché un proiettile ha preso anche la gamba destra. " sputa tutto d'un fiato.
"Ha detto che tra qualche ora si sveglierà e mi ha consigliato di chiamare i nostri genitori." Continua ed io ho sul volto stampato un sorriso da ebete. Alex è fuori pericolo!

Love doesn't exist Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora