chapter one

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chapter one.

jimin sfilò le chiavi dalla tasca e le infilò dentro la serratura. aprì la porta ed entrò dentro il piccolo appartamento, osservandosi attorno.

gli piacque da subito il locale: l'arredamento era semplice e ogni stanza aveva giusto il necessario; però per una persona, e soprattutto per uno come lui, andava bene.

il ragazzino dai capelli biondi si sentì bene dopo tanto tempo: era scappato dalla sua vecchia vita opprimente, per dare finalmente spazio ad una più libera e felice. avrebbe potuto dar libero sfogo alle sue passioni e dimenticare i suoi genitori, che per tutti i suoi vent'anni di vita lo avevano etichettato come pazzo e schifoso omosessuale.

sì, perché da quando nato, jimin ebbe un dono. il dono di poter vedere le anime che non erano ancora riuscite a raggiungere il paradiso, ma che erano rimaste sofferenti sulla terra, col desiderio che qualcuno potesse riuscire a vederle.

esattamente: lui riusciva a vedere i fantasmi.

──

l'indomani mattina jimin era già sveglio, pronto per affrontare il suo primo giorno di lavoro. la sera precedente non fece molto caso a ciò attorno a lui: finì frettolosamente di osservare le stanze, posò sul tavolo i tre grandi borsoni colmi di vestiti e si diresse in camera da letto per fare una lunga dormita, senza notare la presenza di un'altra persona, o meglio anima, all'interno dell'appartamento.

uscì dal palazzo e si affrettò ad andare al posto di lavoro, ovvero un piccolo negozio di articoli musicali in città in cui lui era stato assunto come cassiere.

il lavoro procedette alla grande: jimin riuscì a gestire i clienti ma soprattutto non si fece sopraffare dalla stanchezza. verso le sette di sera era già sulla strada del piccolo appartamento che poteva già definire come casa.

salì le scale e prese dalla tasca le chiavi, quando il suono di una voce lo fece bloccare all'improvviso.

la voce che sentiva era fin troppo bella per poter essere umana, e jimin lo sapeva bene, ma il panico prese sopravvento su di lui e infilò con rapidità le chiavi dentro la serratura, per poi spalancare immediatamente la porta.

un ragazzo dal viso cereo gli si presentò davanti agli occhi. la sua pelle chiara faceva contrasto con i morbidi ciuffi corvini che gli ricadevano sulla fronte. il suo piccolo busto era dentro una larga felpa di color blu notte, mentre le sue gambe magre indossavano dei semplici jeans neri.

appena jimin fece la sua entrata rumorosa lui smise di cantare e, con i suoi piccoli occhi neri, osservò l'umano.

jimin sgranò gli occhi, capendo all'istante. quel giovane ragazzo non era un ladro, tantomeno un pazzo che aveva scelto proprio il suo appartamento per esercitarsi a cantare o fare un concerto.

ma soprattutto quel ragazzo non era un umano, bensì un fantasma.

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora