chapter eighteen.
strinse con forza la poca pelle sulle sue guance, guardando con occhi strabuzzati un punto del pavimento. aveva le ginocchia per terra, lui si sentiva così debole. almeno, una parte di yoongi lo era. non era mai successo prima, lui lo aveva avvertito nell'ultimo periodo, ma non era pronto. non si è mai pronti a lasciare tutto e a morire definitivamente. fisicamente lo era, ma la sua anima era tutt'altro che morta.
sentiva delle voci, voci che non portavano niente di buono. spostò le mani in fretta verso i suoi capelli, tirandoli e stringendo i denti. tra non molto il yoongi che conosceva jimin non ci sarebbe più stato, quanto ancora poteva sopportare? un paio di ore, al massimo. e poi tutto sarebbe terminato. sorrisi, baci, lacrime, amore.
lacrime di dolore scesero dai suoi occhi, bagnandogli le ciglia. sentiva un dolore immane alla testa, sembrava stesse per esplodere. la parte debole di yoongi stava combattendo nonostante tutto, mentre l'altra parte, quella più maligna, cercava di impossessarsi di lui.
ad un certo punto le voci smisero di tartassargli la mente, e sentì la testa alleggerirsi. aveva appena passato la crisi più forte che avesse mai provato, e probabilmente la prossima sarebbe arrivata presto.
«yoongi?» lo chiamò jimin ad alta voce, dalla cucina. «sto finendo di preparare gli snack, tra poco usciamo.»
il fantasma si asciugò con immediatezza le lacrime, si alzò dal pavimento e procedette verso il comò. prese, ben nascosti, i fogli con su scritta la melodia per jimin e li posò sul letto. alzò lo sguardo da essi, mandando giù il groppo in gola che sentì non appena li ebbe tra le mani.
una mia memoria in più per jimin, pensò lui. ed era così, ma faceva male comunque.
«yoongi, ci sei?» chiese il minore.
il fantasma uscì dalla camera. si mise dietro jimin che, nel mentre, era ancora impegnato con gli snack, e accerchiò con le braccia il suo busto. il più piccolo sobbalzò e si voltò verso di lui con un sorriso smagliante, che però si affievolì non appena vide il viso del maggiore.
«sembri stanchissimo» mormorò jimin con preoccupazione, posando il palmo della mano sulla guancia fredda del fantasma.
«sto bene, piccolo, piuttosto vuoi che ti aiuti?»
yoongi si sforzò di sorridere all'umano, che rispose scuotendo la testa.
«no, ho terminato.»
era tarda mattina, e due giorni prima i due avevano progettato di andare alla spiaggia. non come la prima volta a vedere le stelle, ma semplicemente per passare il tempo e, se l'acqua non sarebbe stata troppo fredda, fare un bagno.
──
la sabbia era calda, piacevole da sentire sotto i piedi. il più piccolo si guardò attorno, non notando particolare movimento. c'era solo una famiglia in lontananza, qualche coppia a prendere il sole e loro due. si posizionarono, come l'ultima volta, dietro gli scogli. nessuno poteva vedere jimin da lì, lui avrebbe potuto tranquillamente stare a contatto e parlare con il maggiore.
«ti vedo diverso, yoongi» disse l'umano al fantasma.
jimin era in costume, coricato sul telo da mare e con il braccio che sfiorava la mano di yoongi, seduto vicino a lui.
«sono stanco, sai» replicò yoongi. «forse puo' capitare anche a noi non-vivi»
esternò una risata poco convincente, che fece sospirare il più piccolo.
«voglio crederti, so che non mi mentiresti. non in questa situazione, e lo apprezzo tanto.»
le parole sincere di jimin fecero provare qualcosa al fantasma, qualcosa che non provava da tanto tempo: il senso di colpa. dopo il suicidio, tutto sembrava essere peggiorato. vide il suo stesso corpo privo di vita, davanti a sé. sentì la voce calma di sua madre dal telefono che, appena la informarono dell'accaduto, si tramutò in urla disperate e singhiozzi. odiava il senso di colpa, perché sua madre non era stata effettivamente una buona madre, perché la sua vita era triste e colma di rabbia, pensieri suicidi e dolore. non aveva mai ritenuto che togliersi la vita fosse stato uno sbaglio, eppure tutta quanta la situazione gli procurava un dolore immane.
per un secondo yoongi sembrò rispondere al più piccolo, ma le sue labbra si serrarono in un sorriso amaro e il suo sguardo si abbassò verso le sue stesse mani.
«giusto, amore?» chiese il più piccolo, un po' insicuro, cercando conferma da yoongi.
il maggiore annuì, sforzandosi un'altra volta di sorridere. «certo, jiminie.»
il sole era alto in cielo, la sabbia rovente, e jimin non esitò un secondo a buttarsi in acqua. appena risalì in superficie, un largo sorriso gli illuminò il volto.
«non sai che ti stai perdendo!» esclamò jimin a yoongi, che roteò gli occhi sbuffando.
jimin scoppiò a ridere quando vide l'espressione scocciata del fantasma. lui non poteva fare il bagno, ed in più non gli era mai piaciuto stare in acqua, anche quando era vivo. il minore rimase vicino alla riva, così da riuscire a parlare con yoongi.
yoongi. la sua testa stava riprendendo a far male; leggere fitte alle tempie facevano stringere i pugni al fantasma. ciò significava solo una cosa: un'altra crisi in arrivo. tuttavia jimin era così felice che sembrava stesse vivendo, per quelle poche ore, fra le nuvole, in totale spensieratezza. non notava il dolore di yoongi, e chi poteva biasimarlo? il maggiore stava nascondendo abbastanza bene il suo malessere. ma, per quanto potesse nasconderlo, tra poco sarebbe esploso.
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- 2 ☆ミ
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can you see me? | yoonmin
Fanfictioncompleted ㅡ jimin si trasferisce dalla sua vecchia casa per iniziare un'altra vita, ma non è conoscenza che l'appartamento sia già abitato da un incantevole fantasma di nome yoongi. © minyawn | 2016