chapter fourteen

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chapter fourteen.

il giorno successivo jimin si era alzato stanco dal letto, con un forte dolore al fondoschiena e la schiena coperta da graffi. per tutto l'orario di lavoro si dovette lasciare la sciarpa, perché altrimenti i segni violacei avrebbero attirato l'occhio di molti clienti e dei compagni di lavoro.

per tutto la giornata ebbe la testa fra le nuvole, ma non troppo da essere incapace a gestire i clienti. agli occhi del piccolo le ore passavano con più lentezza; forse era per il fatto che yoongi non fosse vicino a lui in quei momenti, e non potesse ammirare il suo viso chiaro, toccare i suoi morbidi capelli corvini e baciare quelle labbra screpolate che jimin tanto adorava. ma a riportarlo per terra erano i pensieri delle cicatrici e dei lividi che yoongi portava sul suo corpo.

quei lividi avevano toccato più volte il corpo di jimin. ogni volta che il ragazzo si ricordava di aver sfiorato con le dita le sue cicatrici, una stretta al cuore lo faceva svegliare dai suoi sogni.

jimin sapeva che yoongi aveva passato situazioni ben peggiori di quelle sue. voleva attraversare la sua barriera di malinconia, di odio, stringerlo forte a sé e dirgli che lo amava. ogni qual volta che jimin pensava al fatto che fosse un fantasma, sentiva le sue gambe diventare deboli e gli occhi farsi lucidi. non poteva aspettare; non sapeva quanto tempo gli rimanesse da passare con yoongi, e non voleva sprecarlo per le sue insicurezze.

quando arrivò a casa, la prima cosa che fece fu ascoltare da dietro la porta il brano che lo spirito stava suonando. anche questa volta la melodia era triste, e fece venire i brividi al più piccolo. aprì la porta e avvolse con le sue braccia il collo di yoongi, facendo scendere le mani sul suo busto.

il suo cuore prese a battere con grande velocità e un triste sorriso gli si formò sulle labbra. non gli piaceva che yoongi suonasse melodie tristi; o meglio, sapeva che purtroppo quei suoni rispecchiassero il suo stato d'animo, e non voleva che il suo amato spirito fosse sempre con quella strana luce malinconica nei suoi occhi.

«mi sei mancato» sibilò.

i muscoli di yoongi si irrigidirono, comprese le sue mani che si fermarono non appena il più piccolo mise le braccia intorno al suo collo. da una parte, il fatto che jimin sentisse la sua mancanza soltanto dopo qualche ora lo rendeva felice. ma dall'altra, non voleva tutto ciò.

«perché non dici niente?» borbottò jimin. «io non ti sono mancato?»

yoongi non disse niente, si limitò ad annuire appena.

il biondo, notando il silenzio del più grande, si sedette vicino a lui e gli prese il viso candido fra le sue piccole mani.

«yoongi, che c'è che non va?» chiese preoccupato jimin.

«se ti manco solo dopo qualche ora, cosa farai quando io non ci sarò più?»

quella semplice e unica domanda fece raggelare il sangue dell'umano. osservò yoongi e avvicinò il volto al suo, facendo toccare le fronti e sfiorare le labbra.

«non lo so, ma non voglio pensare a quando tu non ci sarai più. voglio godermi tutto il tempo che ho a disposizione con te e per te, per renderti felice»

yoongi sgranò gli occhi e strinse i pugni. sapeva che jimin fosse speciale, eppure ogni volta che il biondo gli dimostrava quanto fosse di buon cuore, lo spirito veniva totalmente rapito da lui. il moro si gettò sulle sue labbra carnose e le baciò con tenerezza, chiudendo gli occhi.

l'umano rimase inizialmente sorpreso, poi si lasciò trasportare e chiuse gli occhi anche lui. schiuse la bocca e il bacio si fece più passionale. le loro lingue si muovevano con calma e dolcezza; entrambi stavano assaporando ogni secondo di quel lungo e caldo bacio.

i due aprirono gli occhi e si guardarono. lo sguardo magnetico di yoongi era riuscito totalmente a stregare jimin, che lo osservava desideroso di un altro dei suoi baci. lo spirito poté ammirare la bellezza del più piccolo: sulle sue guance si presentava un quasi impercettibile color rosato, causato dall'emozione che lo stava travolgendo in quell'istante.

«yoongi» soffiò sulle sue labbra il minore.

«mh?»

«dobbiamo parlare» disse jimin, annullando la vicinanza tra i due.

lo spirito deglutì, capendo immediatamente quale sarebbe stato l'argomento della loro grandiosa chiaccherata. sapeva che l'interesse di jimin fosse motivato, ma gli recava pur sempre fastidio parlare di quel yoongi che tanto odiava.

la voce incerta di jimin venne subito bloccata da quella di yoongi.

«non so perché l'ho fatto, jimin» disse, alzando le spalle. «ma io mi sono suicidato, e non c'è niente per poter rimediare al danno, no?»

la sua voce strozzata e tremante fece intuire subito che tra poco non avrebbe più retto. infatti i suoi occhi divennero lucidi, e una lacrima gelata scese sulle sue gote pallide. a quel punto jimin si avvicinò preoccupato, e allo stesso tempo ferito da quella confessione, al più grande. yoongi mise una mano su una spalla di jimin per fermarlo; non voleva che lo abbracciasse o che tentasse di confortarlo, non in quel momento.

«io mi sentivo morto già da molto tempo prima che mi suicidassi, e le cicatrici sono una prova. vedere il sangue che mi scorreva nelle braccia mi faceva ricordare che io non fossi morto, non ancora.»

si passò il bordo della felpa sugli occhi e li asciugò.

«non so far altro che fare incazzare le persone, piangere e sfogarmi, usando come tela il mio corpo» ringhiò, stringendo i pugni.

quell'ultima frase non risultò come una confessione, piuttosto come un suo pensiero detto ad alta voce. jimin rimase immobile e cercò di trattenere le lacrime, che impazienti cercavano di uscire dai suoi occhi. non voleva che yoongi lo confortasse, e tutto ciò che poteva dire gli risultò patetico. un mi dispiace non bastava, e nemmeno delle scuse.

il più piccolo capì che quei lividi erano sicuramente causati da qualche lite avvenuta poco prima che lui si suicidò, e non volle andare oltre. vedere il suo amato spirito in quello stato gli faceva del male, sia psicologico che fisico. il cuore, da quando yoongi iniziò a parlare, non smise di accusare dolore per un istante.

jimin provò di nuovo ad avvicinarsi, ma questa volta il moro non disse, o fece, niente che potesse fermarlo. avvicinò le labbra alle sue e gli diede un dolce bacio a stampo, stritolando il suo busto contro il suo.

se non sai fare altro, allora perché riesci a far battere il mio cuore così forte, yoongi?

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora