chapter five

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chapter five.

jimin si sentiva al settimo cielo. con l'aiuto di yoongi, pian piano stava riuscendo a suonare senza che si bloccasse di continuo.

inizialmente lo spirito lo guidò con le sue mani, e risultò parecchio difficile ad entrambi. jimin era come se stesse andando a fuoco, mentre yoongi cercava di ignorare il fatto che gli piacesse fin troppo il calore che emanava il più piccolo. nonostante questo, tutte e due erano ignari di cosa facessero scaturire all'altro.

dopo yoongi gli insegnò la melodia che suonò e, per la sua prima volta dopo che non toccò più il pianoforte, jimin riuscì a suonare in modo eccellente.

gli occhi si socchiusero leggermente e un dolce sorriso spuntò sul suo viso paffuto.

«finalmente!» esclamò, battendo leggermente le mani.

yoongi, dopo averlo già visto nei peggiori dei modi per jungkook, si sorprese nel vederlo così esaltato. rimase indifferente e non mostrò le sue emozioni come, invece, stava ampiamente facendo jimin.

«sei un musicista?» gli chiese l'umano con un accenno di curiosità sul volto.

«lo ero.»

«lo sei ancora» puntualizzò sorridente.

«no» replicò yoongi, con voce atona. «non posso esserlo, ora sono soltanto morto

il suo viso, tranne per qualche volta che rimaneva estasiato dalle doti canore di jimin, non esprimeva niente. appariva freddo e vuoto, e ciò non corrispondeva a come fosse veramente lui: era indubbiamente freddo, ma vuoto no.

lui era così colmo di sensazioni, emozioni e talento. era un artista, ma non si vedeva tale. per lui, min yoongi era solo un fantasma che avrebbe passato il resto della sua esistenza a impazzire.

o forse no, non se jimin avesse iniziato a fare la sua parte.

──

«devi aiutarmi a sparire» disse yoongi all'improvviso, facendo rompere il silenzio che si era creato.

jimin, che era ancora seduto a fianco a lui, si voltò a guardarlo.

«in che senso, scusa?»

«riesci a vederci, sono sicuro che non è la prima volta che uno spirito ti chiede di aiutarlo»

l'umano deglutì. «perché vuoi che ti aiuti?»

«non voglio impazzire o far del male a qualcuno, e poi...»

la sua voce tremò a quelle ultime parole. era come se volesse dire qualcosa ma che allo stesso tempo ne avesse il terrore, e allora rimase in silenzio.

jimin lo osservò senza dire niente. come al solito il viso di yoongi non esprimeva nulla, perciò non poté capire cosa gli stesse passando per la testa.

«a meno che tu non sia morto da troppo tempo, non puoi impazzire o far del male a qualcuno.»

«non voglio andarmene quando avrò già fatto del male a qualcuno. la mia anima è racchiusa in qualcosa dentro questo appartamento, ma non riesco a ricordare cosa e io stesso non potrei liberarmi. quando avvertirò che mi rimane poco tempo prima di impazzire, tu dovrai aiutarmi. lo farai, sì o no?»

jimin avrebbe potuto aiutarlo, ma non voleva: inconsapevole dell'effetto che gli facesse lo spirito, ne era rimasto incuriosito, e voleva sapere molto di più su di lui e su ciò che era successo all'interno dell'appartamento prima che si trasferisse.

prima di tutto, voleva sapere il suo nome. secondo, avrebbe semplicemente voluto sentirlo parlare, cantare e suonare di più. adorava la sua voce e rimaneva assorto nella musica quando yoongi premeva con dolcezza i tasti della pianola.

lo spirito era abbastanza chiuso con sé stesso, perciò l'umano non sarebbe mai riuscito a conoscerlo bene come avrebbe voluto. non se avesse risposto di no alla sua domanda.

jimin sorrise, cosciente della bugia che stava per dire.

«certo, ti aiuterò.»

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora