chapter four

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chapter four.

jimin spalancò gli occhi, non credendo a ciò che aveva appena fatto. uno spirito sapeva che lui poteva vederlo. tutti avrebbero ripreso ad odiarlo, a giudicarlo, a dirgli quanto faccia schifo e di come sia dannatamente pazzo.

ma una domanda, come da risposta ai suoi dubbi, gli ronzò in testa: c'è ancora qualcuno che non si è del tutto dimenticato di me?

──

lo spirito indietreggiò all'improvviso e guardò con un'espressione sconvolta l'umano.

«tu puoi vedermi?»

jimin rimase pietrificato sulla sedia. si limitò solamente ad annuire con debolezza.

la mente di yoongi divenne un ammasso di confusione allo stato puro. non voleva realizzare; per la prima volta in tutta la sua vita da spirito aveva desiderato che un umano non potesse, come avrebbe solitamente voluto, vederlo e potergli parlare.

jimin sapeva di tutte le volte che lo spirito lo osservava cantare, ballare o piangere fino allo sfinimento. addirittura di quando senza alcun scrupolo lo osservava lavarsi, e di questo yoongi se ne vergognò terribilmente.

voleva sparire. e così fece.

yoongi si nascose agli occhi di jimin. lui era un'anima imprigionata dentro l'appartamento, ma ciò non significava che potesse essere sempre visibile.

nessuno spirito si nasconderebbe, perché il loro unico scopo è di trovare una persona che li possa aiutare prima che impazziscano. ma a yoongi, in quel momento di imbarazzo assoluto, non gli importò più niente.

lui non lo avrebbe mai ammesso, ma ciò che fece fu stupido e immaturo. lo capì soltanto dopo circa un mese di assenza che aveva sbagliato.

nessuno dovrebbe scappare da questa opportunità, ripeteva di continuo nella sua mente.

e così, con il suo solito fare silenzioso, yoongi tornò dal suo possibile aiuto.

in quel momento jimin stava provando per l'ennesima volta a suonare la pianola, ma non riusciva a suonare qualcosa che gli piacesse o che, almeno, lo facesse stare meglio.

yoongi comparì all'improvviso vicino a lui.

«sei troppo teso» mormorò, posando la mano su quella più piccola di jimin.

l'umano si spaventò a morte, balzando leggermente sulla sedia.

«non ci credo!» esclamò. «dove eri finito?»

silenzio. jimin lo guardò con i suoi grandi occhi scuri, aspettando una risposta.

«non ti importa

la freddezza di yoongi ruppe immediatamente lo stupefacimento di jimin.

inizialmente si chiese perché lui, che poco prima di sparire aveva detto di desiderare che jimin lo vedesse, si comportasse così. ma capì subito dopo che l'atteggiamento glaciale di yoongi fosse più che motivato.

yoongi non era più un umano, ma se si parla di emozioni, allora poteva essere classificato come tale. poteva provare sensazioni come la felicità, la tristezza o la rabbia. yoongi in quel momento provò tanta frustrazione e, nonostante cercasse di far finta di niente, anche una grandissima tristezza.

lui odiava essere ignorato, ma non come avrebbe potuto odiarlo qualsiasi altra persona. con lui era diverso. l'odio era pienamente giustificato a causa della vita da umano che aveva avuto.

nel mentre yoongi posava ancora la sua mano su quella di jimin, e dopo la grandiosa esaltazione nel rivedere il suo spirito sano e salvo, si accorse che effettivamente lui lo stava toccando.

per la prima volta. e il tocco era talmente tenero da fargli contorcere lo stomaco. si chiese come una mano così fredda potesse avere un contatto così estremamente caldo.

yoongi portò la concentrazione verso la sua mano paffuta e la spostò con lentezza.

«vedi?» disse. «i movimenti sono più facili se hai la mano morbida.»

«non è soltanto la questione della mano tesa» balbettò jimin. «non riesco a suonare, a sentirmi a mio agio con la musica come quando canto o danzo.»

«sei troppo stressato, e le dita rigide ne sono una prova.»

lo sgabello era largo per una persona, ma stretto per due. tuttavia, jimin notò yoongi avvicinarsi leggermente per posizionargli meglio le dita sui tasti, e allora gli fece posto.

lo spirito, essendo così freddo, appena toccò la mano di jimin sentì una piacevole scarica di calore pervardergli in tutto il corpo. non sentiva, e non provava, il calore umano da quasi due anni, perciò quella sensazione era più che ovvia.

si sedette, provando con tutte le sue forze ad ignorare che jimin fosse seduto a fianco a lui. per un attimo, ebbe paura di non riuscire a spostare le sue gelide mani da quelle così soffici e calde del più piccolo.

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora