chapter sixteen.
le risate di jimin echeggiarono in tutta la camera da letto. era una serata diversa dalle altre, e per qualche strano motivo jimin e yoongi si erano ritrovati sopra il letto, stretti fra loro con la coperta calda sopra, a guardarsi dal pc un drama comico.
un raro momento di spensieratezza in una relazione complessa.
«sul serio, come fa a non farti ridere?!» esclamò jimin, dando scherzosamente un leggero pugno al braccio dello spirito.
«non mi piace questo genere, tutto qui» disse yoongi guardandolo storto per l'azione del più piccolo. «e poi sei tu che ridi per ogni minima cosa!»
jimin stava per scoppiare a ridere di nuovo, ma l'ultima battuta del grande lo fece trattenere. non gliel'avrebbe data vinta.
«va bene, allora non riderò più» borbottò jimin fintamente offeso, facendo il broncio.
lo spirito assottigliò gli occhi e avvicinò la mano al fianco di jimin, iniziando a solleticarlo. l'umano prese a ridere senza sosta e, spostandosi con rapidità diede spazio libero a yoongi, che nel mentre aveva iniziato a solleticare anche l'altro fianco.
il piccolo si coricò, sfinito, dando dei leggeri colpetti al maggiore. intanto yoongi si era posizionato a cavalcioni sopra il busto di jimin e continuava a muovere le mani sul suo corpo agitato, avvicinando il viso al suo per rubargli un bacio veloce.
le sue dita smisero di muoversi e si sistemarono sotto la maglia del piccolo, accarezzando con lentezza la pelle calda. agli occhi del piccolo lo spirito era irresistibilmente attraente, e sentire le fredde mani sul suo busto non faceva altro che farlo arrossire come una fragola matura.
«ti amo» mormorò jimin con rapidità, abbassando lo sguardo timidamente.
quelle due parole zuccherose fecero sorridere il più grande, che non perse tempo e diede un altro bacio all'umano, cercando questa volta di approfondirlo. malgrado jimin volesse rivelargli della lametta trovata in bagno, i baci di yoongi erano per l'appunto troppo magici da non poterne rimanere stregato.
«ti amo» ripeté più e più volte jimin, e ogni volta lo spirito lo premiava con umidi baci sulle labbra rosee, sul collo o sulla mascella.
probabilmente quella notte non sarebbe stata la migliore per parlarne, ma il mattino seguente, appena jimin si svegliò e notò yoongi già sveglio ad abbracciare il suo corpo. il piccino si fece coraggio e, come un treno in corsa, iniziò a parlare.
«un paio di giorni fa ho trovato una lametta con del sangue sotto il lavabo, e penso sia tua. o meglio, fosse.»
yoongi sbarrò gli occhi, perplesso, e si voltò verso jimin.
«... che? perché me lo stai dicendo soltanto ora?»
il minore si morse il labbro inferiore, nervoso. i pensieri negativi iniziarono a far parte della sua mente e a rendere jimin più insicuro, facendolo balbettare.
«perché avevo bisogno di tempo per realizzare, e ho subito pensato che se te lo avessi detto poi tu avresti voluto finirla e io non-»
la stretta di yoongi lo fece bloccare. il maggiore sospirò e rifletté per un istante, arrivando ad una conclusione. forse la più logorante, ma la più esatta per i due.
«sarebbe facile andarmene ora, lasciandoti soffrire da solo. è vero che non sto nel migliore dei modi, ma non m'importa, perché se tu portassi la lametta con te, io potrei starti vicino fino alla fine.»
il piccolo alzò lo sguardo demoralizzato per incontrare quello del maggiore. i suoi occhi divennero acquosi, e la sue mani strinsero inconsapevolmente quelle di yoongi.
annuì, accennando un leggero sorriso.
«va bene, allora» sibilò, lasciando che le lacrime facciano il loro percorso sul suo viso. «scusami se penso troppo, se faccio tutto di testa mia e arrivo a conclusioni affrettate. scusami, scusami...»
yoongi lo tirò a sé e strinse con forza il suo busto nudo, sussurrandogli all'orecchio parole di conforto. il cuore del piccolo era estremamente felice, ma triste allo stesso tempo, un miscuglio di emozioni che non sapeva nemmeno lui come poterle definire.
jimin si tranquillizzò e si alzò dal letto per andare a prendere la lametta dove l'aveva nascosta, ovvero all'interno del mobile in bagno. la prese con cautela e la mostrò al maggiore, che appena la vide sgrano gli occhi e si prese il petto, accusando dolore.
jimin, preoccupato, iniziò a gridargli incontro e a chiedere cosa avesse, ma yoongi non rispose, perché dentro la sua testa si stava verificando un flashback devastante per lui: il momento in cui la lametta tagliò verticalmente i suoi polsi e in cui i lamenti erano troppo forti da essere repressi, il momento in cui lanciò con rabbia la lametta e iniziò a vedere sfocato, fino al nero più totale.
«yoongi!» gridò jimin, prendendo il viso magro del maggiore fra le sue mani piccole. «yoongi, che ti succede?!»
lo spirito scosse la testa e aprì gli occhi, tornando alla realtà. lasciò scendere la mano dal suo petto e guardò il più piccolo come se avesse appena ucciso qualcuno. se stesso.
«è quella» balbettò scioccato, non accorgendosi delle lacrime che rigavano le sue guance. «è quella, jimin.»
il biondo lo abbracciò improvvisamente, stringendo con più forza che poté il suo busto magro per fargli capire che lui c'era per lui, e che ci sarebbe sempre stato. lo spirito nascose il volto umido dentro l'incavo del collo di jimin e si sfogò, capendo per l'ennesima volta che l'umano avrebbe provato sempre a farlo stare meglio, fino alla fine dei giorni.
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can you see me? | yoonmin
Fanfictioncompleted ㅡ jimin si trasferisce dalla sua vecchia casa per iniziare un'altra vita, ma non è conoscenza che l'appartamento sia già abitato da un incantevole fantasma di nome yoongi. © minyawn | 2016