chapter twenty

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chapter twenty.

appena oltrepassò l'entrata dell'appartamento, lasciò cadere la borsa. l'appartamento era vuoto. i suoi pensieri tornarono a mesi e mesi fa; aveva appena varcato la soglia, quando vide per la prima volta il viso di yoongi. all'inizio avere una presenza in casa era strano, specialmente se si trattava di qualcuno come yoongi, ovvero un fantasma di bell'aspetto che gli parlava pur non immaginando veramente che jimin potesse vederlo.

inizialmente la sua presenza non era voluta da jimin. ma era riuscito ad abituarsi così in fretta, che ormai era diventata una compagnia necessaria per lui, per la sua mente, e soprattutto per il suo cuore.

jimin pianse accovacciato, con le braccia a coprirgli la testa e la schiena poggiata al legno della porta. jimin pianse sotto la doccia, mentre l'acqua scorreva e scivolava via con le sue lacrime. jimin pianse davanti allo specchio. jimin non fece nient'altro che piangere senza un attimo di calma.

nessuno mi apprezzava, se non lui.

voglio stare con yoongi per sempre.

ho bisogno di lui.

farei di tutto per vederlo un'ultima volta.

entrò soltanto verso tarda notte in camera da letto. il foglio sul letto attirò subito la sua attenzione. allungò rapido la mano verso la carta e vide la melodia che yoongi aveva composto pensando a lui, durante tutte le ultime settimane.

la sua vista era sfocata, gli occhi erano troppo irritati per poter leggere con agevolezza, ma ora aveva qualcosa di suo fra le sue mani; non si sarebbe dato un attimo di tregua, non poteva lasciar perdere.

avvicinò meglio il foglio al suo volto ed iniziò a leggere. sopra la melodia, in cima, yoongi aveva scritto un «per jimin» con la matita. il più piccolo fece sfiorare l'indice sulla scritta, trattenendosi, con tutte le forze che aveva, dal lanciare il foglio e piangere finché non si sarebbe addormentato.

nonostante ciò, il minore si sentì così grato nei confronti di yoongi. aveva lasciato qualcosa di concreto, per far si che jimin si ricordasse di lui soltanto potendo effettivamente avere qualcosa fra le mani. nessuna foto, nessun regalo costoso; solo un foglio di carta.

jimin passò alle note scritte su un pentagramma disegnato con facilità. iniziò a canticchiare la melodia; era semplice, solo in alcuni punti avrebbe dovuto impiegare un po' del suo tempo; ma per il resto, yoongi aveva formato qualcosa di facilmente suonabile anche senza il suo aiuto... anche senza la sua presenza.

«fa male» sibilò il minore, abbassando lo sguardo.

e faceva male sul serio, tanto male. yoongi aveva portato via con sé la parte allegra e dolce di jimin; ora non rimaneva niente di lui, se non un'immensa tristezza. era troppo da poter sopportare, la ferita era appena stata aperta e il ragazzo era a pezzi.

se avesse prestato più attenzione al foglio, forse non avrebbe impiegato così tanto tempo a ritornare in sé. una volta posato sul comodino, ci volle un bel po' di tempo prima che jimin lo prendesse di nuovo fra le sue piccole mani.

il minore passò intere giornate a letto. nonostante avesse bisogno di più tempo per rimettersi, decise di prendersi solo una piccola pausa dal lavoro; nessuno era con lui, nessuno lo avrebbe aiutato, di conseguenza nessun stipendio sarebbe arrivato a casa se lui non avesse continuato a lavorare.

──

erano poco più passati quattro mesi dalla scomparsa del fantasma. jimin passava molto più tempo fuori casa che dentro, ed era un bene per lui. nonostante volesse rimanere stare sul letto a piangere, dormire e pensare a yoongi, il lavoro riusciva a mettere jimin a contatto con le persone. riusciva a provare sensazioni diverse oltre alla tristezza, al voler sparire e al farla finita una volta per tutte.

le dita che percorrevano veloci i tasti della pianola, gli occhi chiusi di jimin, le labbra un poco schiuse, il vento che accarezzava i suoi capelli; era da troppo tempo che il ragazzo non provava un'emozione di questo tipo. tranquillità.

ma, infatti, avrebbe impiegato molto meno tempo a rimettersi se soltanto avesse girato il pezzo di carta su cui si trovavano scritte tante note diverse fra loro. il foglio era davanti a lui, posato sul leggio. appena le sue dita si bloccarono sui tasti, queste presero il foglio e lo posarono sulla coscia.

«allora, se c'è il bequadro, vuol dire che devo portare la nota allo stato naturale» borbottò jimin, facendo memoria su ciò che, tempo fa, yoongi gli aveva insegnato. passò la matita vicino al penultimo rigo.

non appena finì di scrivere e posò il foglio sul leggio, senza pensarci girò il pezzo di carta, per vedere se ci fossero altri righi da imparare. jimin spalancò gli occhi, le sue dita si immobilizzarono. non ci pensò due volte, e senza un attimo di tregua, lesse le ultime parole di yoongi. voleva piangere, voleva piangere e rileggere le sue parole.

malgrado le lacrime stessero rigando le sue guance paffute, un leggero sorriso spuntò sul viso di jimin. da quanto tempo non sorrideva? così tanto tempo che nemmeno lui riusciva a credere di aver appena compiuto quell'azione tanto lontana.

non so se avrò il tempo di dirti tutto ciò che io vorrei. perciò scrivo qui, sperando che tu legga subito il mio messaggio. io rimarrò con te. per sempre. anche se non mi puoi vedere, io sarò sempre lì, a guardarti. fa bene piangere, jimin. ma non andare oltre a ciò. spero di rivederti, un giorno. magari suoneremo il pianoforte assieme, forse sarai diventato perfino più bravo di me! ma... non voglio rivederti troppo presto, okay? vivi la tua vita, jimin. io sono stato solo una piccola parte di ciò, non tutta. non fare come me, vivila fino in fondo. trova qualcuno che faccia stare meglio di quanto abbia fatto io.

non vedo l'ora di guardarti domani, al mare, mentre mi sorridi. non starò bene, ma fingerò finché posso per te. ti amo tanto, jimin.

yoongi.

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora