chapter ten

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chapter ten.

«vuoi davvero diventare bravo?!» gridò la madre del piccolo yoongi.

la sua espressione era infuriata, e quando la donna si arrabbiava, il bimbo aveva sempre una grande paura. non aveva mai trovato il coraggio di rifiutare o controbattere, perché sapeva che se ne sarebbe pentito amaramente.

«sì, mammina» sibilò.

«allora non lamentarti e continua a suonare!»

il piccolo posò nuovamente le mani sui tasti del pianoforte e riprese a suonare, nonostante le dita fossero doloranti e le mani arrossate dagli schiaffi che la donna sferrava ogni qual volta che lui commetteva un errore.

yoongi pensava che se fosse diventato un importante pianista coreano, sua madre avrebbe iniziato ad accettarlo e a volergli bene. pensava che avrebbe iniziato a mostrargli affetto come solitamente una madre dovrebbe mostrare al proprio bambino.

ad ogni errore, la madre lo sgridava; e ad ogni errore, il cuoricino di yoongi si frantumava sempre di più fino a che i pezzi sarebbero diventati talmente piccoli da non poterli ricomporre.

il bimbo aveva appena sbagliato un'altra nota. continuò a farsi forza e a terminare il brano, fino a che le urla della madre non lo fecero bloccare.

«basta così per oggi» disse, guardando con aria sprezzante il piccolo.

quando yoongi alzò il capo e la guardò con i suoi occhietti, l'espressione presuntuosa della madre divenne un misto tra rabbia e delusione.

ma, purtroppo, nemmeno quella di yoongi scherzava. faceva paura. faceva paura che un bimbo così piccolo avesse già uno sguardo così colmo di tristezza e, a tratti, anche apatico.

«sei stato un terribile sbaglio, min yoongi» mormorò la madre, stringendo i pugni.

diede le spalle e uscì dalla stanza, lasciando il bambino in solitudine.

«lo so» sibilò, provando a reprimere le lacrime. «lo so bene, mammina.»

──

jimin avanzò lentamente, singhiozzando. si sedette sullo sgabello, diede le spalle alla tastiera e abbassò lo sguardo.

«rimani» mormorò, portando una mano sulla bocca per non far uscire un altro singhiozzo.

yoongi sentiva uno strano dolore al petto.

«jimin» sussurrò. «non ho capito che sta succedendo»

bugiardo.

il più piccolo alzò lo sguardo e si voltò verso di lui con occhi supplicanti.

«non so cosa ti sia successo, a volte ti comporti in modo ostile con me, e non riesco a capirti. ma sei l'unica persona che in tutti questi mesi ha provato a consolarmi, a farmi sentire meglio senza nemmeno sapere perché io stessi soffrendo»

le parole di jimin erano soffiate, tremolanti e colme di sentimento.

«percepisco che anche tu stai soffrendo, yoongi. e non so per cosa tu stia male, ma vorrei aiutarti nel modo in cui hai cercato di aiutare me; semplicemente rimanendoti vicino. perciò, per favore, rimani con me»

ci fu qualche attimo di silenzio, poi yoongi rispose. non a parole, perché altrimenti avrebbe iniziato a balbettare e a dire parole sconnesse le une dalle altre per via dell'emozione. così, decise di rispondere attraverso le azioni.

avvicinò una mano alla guancia paffuta di jimin e la accarezzò, andando ad asciugare le lacrime. la portò vicino agli occhi e jimin li chiuse, in modo da lasciar svolgere a yoongi il suo lavoro dolce e amorevole. passò il pollice sulle ciglia e le asciugò, poi posò la mano sulla testa di jimin e gli scompigliò goffamente i capelli.

«grazie» disse con la sua voce roca e profonda.

finalmente, dopo mesi, sul suo viso apatico era spuntato un sorriso. non era granché, solo un piccolo sorriso accennato, ma per jimin si rivelò essere molto di più. le sue parole erano riuscite ad accarezzare l'animo di yoongi, anche se quest'ultimo sentiva sempre un incontrollabile peso sul petto.

era una sensazione strana. yoongi si sentiva felice, ma allo stesso tempo, la sua anima non provava altro che malinconia. era felice che qualcuno come jimin fosse gentile con lui, ma triste perché sapeva che se non si fosse suicidato, loro due non si sarebbero mai conosciuti.

quel minimo sorriso aveva riscaldato il cuore di jimin, lo aveva avvolto in una calda e protettiva sciarpa di cui lui non si sarebbe mai voluto liberare.

dolce e timido: erano questi i primi due aggettivi che jimin pensò vedendo il sorriso di yoongi, e non era nemmeno un sorriso vero e proprio. per quello avrebbe dovuto aspettare un pò di più, ma non se ne preoccupò, perché tanto sapeva che sarebbe stato uno spettacolo.

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora