chapter nineteen

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chapter nineteen.

appena jimin finì di mangiare, decise di andare a prendere il dessert nel bar vicino alla spiaggia. pochi passi, e sarebbe subito arrivato.

«vuoi che ti accompagni?» chiese yoongi.

il minore scosse leggermente il capo. «non preoccuparti, sto arrivando.»

yoongi allentò la presa dalla mano di jimin, fino a lasciarla del tutto. quest'ultimo sorrise al maggiore e si avviò verso il bar.

passarono pochi secondi ed il volto di yoongi si deformò in un'espressione di forte dolore, si prese la testa nelle mani e conficcò le sue unghie nel cuoio capelluto, stringendo i denti. faceva così tanto, tanto male.

«mi dispiace» balbettò, accasciandosi sul telo. «jimin, mi dispiace»

le lacrime scesero rapide sulle sue guance.

«mi dispiace» ripeté.

le voci riemersero, più assordanti e fastidiose di prima. non poteva più, non aveva più le forze. aveva resistito per così tanto tempo che il dolore si era accumulato, non poteva più tornare indietro. ogni crisi diveniva più violenta, e l'ultima sarebbe stata quella finale.

questa, era la sua ultima crisi.

«sono così stanco» ringhiò, spostando le unghie dai suoi capelli alle guance. delirante, graffiava la sua pelle con forza, fino a quando questa prese a sanguinare.

«sono troppo stanco» continuò, piagnucolando. «non mi merito questo, perché tutto è così ingiusto con me?»

stava perdendo totalmente il controllo di se stesso. il sangue colava sulle sue labbra e scendeva, fino a cadere sul telo.

«non voglio più soffrire» balbettò, assottigliando gli occhi dal dolore.

«yoongi?» mormorò jimin, ritornato dal bar e con il gelato nella mano.

appena il fantasma si voltò, gli occhi di jimin si spalancarono e lo videro. videro il suo viso, quello che il più piccolo trovava sempre meraviglioso, sfregiato dalle sue stesse mani. il rosso vivo colorava la pallida carne, il suo sguardo era indecifrabile. non era più yoongi, e se una parte del yoongi che conosceva lui c'era ancora, sarebbe andata a sparire tra poco.

il gelato cadde per terra, le braccia di jimin si allungarono verso il viso del maggiore.

«no, no...» mormorò jimin, ormai con le lacrime agli occhi. «ti prego, yoongi, ti supplico. ti supplico, non andare via. non adesso, non adesso...»

le mani di jimin presero il viso sporco di yoongi e lo avvicinò al suo, facendo sfiorare le loro labbra. yoongi non disse nulla, rimase soltanto a guardare gli occhi lucidi del più piccolo. i loro sguardi erano così vicini. le lacrime calavano dai loro occhi e, quando jimin baciò le labbra del fantasma, si unirono anch'esse.

«rompi la lametta, jiminie» mormorò yoongi. «non voglio farti del male»

«io non posso, non posso» rispose senza prendere fiato. «come farò? come farò, yoongi? non posso lasciarti andare, ti sto supplicando, rimani con me

le lacrime spezzavano la sua voce tremolante. improvvisamente, le mani del maggiore spinsero via il corpo di jimin.

«perché non capisci?!» sbottò yoongi.

mise le mani sulla sua testa ed iniziò a torturare la cute, infliggendosi più dolore.

«ho bisogno che tu rompa quella cazzo di lametta» strepitò, «sto facendo del male a me stesso per non farne a te, lo capisci?! devi lasciarmi andare via, jimin. fammi andare via.»

il suo «fammi andare via» rimbombò nella testa del più piccolo. passò il polso sugli occhi, così da avere la vista meno appannata. la mano di jimin si avvicinò alla tasca dalla borsa, la aprì e trasse fuori la lametta.

«ora spezzala» sibilò yoongi.

la sua voce era rotta dal pianto, roca e decisamente distruttiva per jimin. non l'aveva mai visto in quel modo, il suo cuore accusava dolore e sapeva che yoongi, il yoongi che conosceva lui, sarebbe svanito fra pochi minuti. poco, troppo poco tempo per realizzare il tutto.

era difficile, e questo il fantasma lo sapeva.

«vieni qui» disse, prendendo i polsi di jimin e facendolo avvicinare a lui. le loro labbra si unirono per l'ultima volta. yoongi poté sentire la morbidezza delle labbra del più piccolo prima della sua fine, aveva posato il foglio con la melodia sul letto prima che uscissero da casa. era tutto andato bene, e ora non aveva più niente a cui dovesse pensare.

jimin, durante il bacio, posò i due indici sulla parte superiore della lametta e fece forza, spezzandola. una parte del suo cuore era morta nello stesso istante in cui vide yoongi svanire lentamente. il suo corpo, il suo viso; tutto di lui stava sbiadendo poco a poco.

le parti dalla lametta caddero sul telo, e la mano di yoongi prese quella di jimin.

«scusami se ti ho fatto soffrire» disse il maggiore, singhiozzando a causa del pianto. «ti amo, ti amerò sempre. grazie mille per tutto, jimin.»

l'espressione sul volto del più piccolo era indescrivibile. dai suoi grandi occhi ripresero a scendere senza sosta lacrime e lacrime; allungò le sue braccia verso di yoongi, ma appena riaprì gli occhi, di lui non era rimasto più nulla.

«no...» mormorò jimin, stringendo i pugni sulle proprie cosce. le lacrime bagnarono la stoffa del boxer.

non voleva realizzare quel che era appena successo, non voleva pensare che yoongi fosse andato via per sempre. si voltò verso il telo, disperato, per vedere se fosse rimasto qualcosa di lui. una traccia di sangue, almeno. le piccole macchie erano svanite nel nulla, come se yoongi non fosse mai stato lì, sopra la stoffa, a graffiarsi il viso.

jimin afferrò il telo con le mani e ci immerse il viso per sentire se fosse rimasto un po' del suo profumo, ma niente.

«voglio stare con te, yoongi» disse sommerso dalle lacrime, «non puoi non aver lasciato nemmeno una traccia di te. ti prego...»

la sua voce era un flebile sussurro.

passarono dei minuti. spostò il telo dal viso, si asciugò maldestramente gli occhi e si alzò con lentezza. non aveva più senso rimanere in spiaggia, e inoltre non avrebbe potuto sfogarsi come voleva. si vestì, prese la borsa e si avviò, con passi forzati e sguardo assente, verso il palazzo.

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- 1 ☆ミ

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora