chapter three

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chapter three.

yoongi osservò senza proferire parola il corpo di jimin rannicchiato sul letto. i lamenti strozzati di jimin rimbombavano all'interno della camera. i suoi occhi erano gonfi e rossi dal pianto, il viso umido. ad ogni lamento, la sua espressione diventava più sofferente.

il suo cuore era lacerato dal dolore. lui aveva amato tante volte nella sua vita, ma solo una volta i suoi sentimenti vennero ricambiati. e quella volta fu jeon jungkook.

jimin non amava con la testa. quando lui iniziava a voler bene non riusciva a notare i difetti della persona amata, e quelle poche volte che capitava, gli veniva sempre semplice accettarli. lui amava con il cuore. non con una piccola parte o metà, ma con tutto; e quando questo veniva illuso, jimin moriva con esso.

continuò a fissare il cellulare. il suo ex ragazzo aveva trovato una nuova persona da amare, con cui poter condividere le esperienze che aveva precedentemente condiviso con jimin.

guardò di nuovo la foto del ragazzo di jungkook. più lo guardava, più gli sembrava perfetto per lui: aveva i capelli tinti di un biondo sabbia, gli occhi scuri e un bellissimo sorriso rettangolare.

intanto, lo spirito dalla carnagione chiara si sedette sul bordo del letto. per tutto questo tempo jimin non aveva fatto altro che ignorarlo, perciò era certo che nessuno potesse vederlo.

«jimin, non hai nulla da invidiargli» disse debolmente yoongi.

quella fu la prima volta che lo spirito chiamò jimin con il suo nome, ma soprattutto, quella fu la prima volta che provò a consolarlo.

jimin spalancò gli occhi stupefatto da quella semplice frase, e di come gli fece provare un caldo e dolce tepore vicino al cuore; ma rimase ancor più sorpreso del fatto che un fantasma si fosse comportato con più umanità delle stesse persone vive che aveva incontrato durante la sua vita.

trattenne un lamento e avvicinò la piccola mano alla bocca.

jimin avrebbe tanto voluto risponderlo. ringraziarlo, dirgli che avrebbe voluto conoscerlo e sentire di più la sua voce. perché jimin, pur non consapevolmente, era rimasto attratto della voce profonda di yoongi da quando lo sentì cantare per la prima volta.

──

era lunedì. terminato il lavoro, jimin rientrò a casa e si mise subito a provare la pianola. l'aveva comprata la sera precedente, ma non aveva ancora avuto il tempo di poterla usare.

si sedette, l'accese e iniziò a premere un paio di tasti. lui sapeva leggere la musica, e grazie ad alcune lezioni di piano quando era piccolo, sapeva all'incirca come funzionasse il pianoforte. tuttavia era da troppo tempo che jimin non posizionava le sue dita sui tasti di uno strumento musicale, e ciò non lo aiutò. non aveva nessuna idea su come avrebbe dovuto iniziare.

l'esaltazione che aveva per l'acquisto sparì di colpo non appena realizzò che non riusciva più a suonare. non capiva il perché ma era bloccato; perfino la musica non era riuscito a renderlo felice questa volta, e ciò gli fece venire le lacrime agli occhi.

dentro l'appartamento regnava il silenzio più assoluto. una lacrima scese sul suo viso e cadde su uno dei tasti davanti a lui.

«sono un idiota» mormorò.

una frazione di secondi dopo, lo spirito apparì a fianco a lui.

«non del tutto» intervenne, avvicinando la mano destra alla pianola.

davanti agli occhi di jimin iniziò a premere un paio di tasti vicini fra loro, formando una melodia simile a quella di una dolce ninna nanna.

a quel punto jimin avrebbe dovuto urlare come un pazzo: qualsiasi umano, alla vista dei tasti suonare da soli, l'avrebbe fatto. ma lui rimase in silenzio e continuò a guardare la pallida mano di yoongi muoversi su di essi.

«credo tu abbia capito che non sei solo ormai» sibilò. «ma non puoi vedermi.»

yoongi ritrasse la mano.

«... vorrei che tu potessi vedermi

jimin deglutì a fatica, fece scendere le mani dalla pianola e si asciugò le lacrime con i palmi.

«ti vedo» disse.

can you see me? | yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora