Diede l'ennesimo pugno. Le nocche ormai gli dolevano ed erano rosse del sangue di Rex che intanto riprese a ridere. Che tipo buffo che era.
«Hai finito?» disse l'Avveratore come se i pugni di Leroy fossero in realtà un semplice gioco. Aveva il viso rosso, diversi punti feriti ed un occhio che si avviava ad assumere un raccapricciante color nero-violaceo.
«Oh, amico, questo è solo l'antipasto.» esclamò vivacemente Leroy togliendosi la giacca di pelle e gettandola sul divano adiacente.
Rex sbuffò, quasi come se fosse una seccatura, un capriccio, come quando i bambini costringono i genitori a giocare con loro anche se questi vorrebbero solo starsene per i fatti propri. «Che noia.»
«Sei un tipo interessante, sai?» cominciò Leroy con fare intellettuale: «Suoni in una band ridicola, sei uno degli Avveratori più detestati nel mondo dei detentori dei destini, e, per concludere, sei così stupido che ti immischi in una rissa nel bel mezzo di un sequestro di persona.»
«Non lo definirei proprio sequestro di persona.» ribatté allegramente Rex.
«Quel che è.» disse svelto Leroy: «E dimenticavo, ti vesti come un clown ubriaco che pensa di essere addirittura affascinante. Sai, quando vedo te, mi stupisco che tu respiri ancora.»
«Neanche tu sei tanto male.» puntualizzò Rex ignorando il dolore; «Amico di uno Scongiuratore, assassino dei tuoi simili, paladino di Rivelatrici carine.» scoppiò in una sonora risata: «E, per concludere, un falso. Sai, posso apparire molto stupido ad occhi normali, ma non sono scemo, oppure credi davvero che io sia cascato nella piccola recita tua e di Ben?»
«Di che parli?» sorrise falsamente Leroy ascoltando con espressione di finto interesse l'Avveratore.
Quest'ultimo continuò: «Whoa, whoa, qui mi stai facendo apparire un vero rincoglionito, amico.» ridacchiò senza attendere qualche parola da parte di Leroy: «Tu e Ben che siete amici miei? Seriamente, ragazzi, dovreste conoscermi meglio di così!»
«Che vuoi dire?» in quel momento, Leroy non era più falsamente interessato.
«Pensaci bene. Io che ho degli amici? Sembra più una barzelletta!» scoppiò a ridere.
«Tutti hanno diritto ad avere degli amici.»
«Ma non io!» urlò improvvisamente irritato Rex. Leroy fu sul punto di fare quasi un passo indietro: gli occhi dell'Avveratore ferito erano carichi d'odio, ma anche di qualcos'altro, qualcosa che Leroy non riuscì a decifrare.
Rex respirò affannosamente, come se le sue ultime parole fossero state affaticanti come dieci chilometri di corsa pesante. Abbassò il capo per non guardare in faccia l'altro Avveratore.
«Perché tu no?» domandò piano Leroy. In quel momento, odiava ammetterlo, ma provava un po' di pietà per il ragazzo legato alla sedia di fronte a lui. Non seppe perché. Lui non provava mai pietà.
Rex fece qualcosa. Una risata o forse un verso soffocato, un lamento, Leroy non riuscì a capirlo. Poi alzò il capo, apparentemente calmo. Gli occhi avevano una scintilla maliziosa e le labbra erano allungate in un piccolo sorriso: «Allora, che ne dici? Passiamo al primo piatto?»
Leroy deglutì e fece una smorfia. Quella conversazione aveva preso una piega piuttosto strana e capì l'esigenza di Rex di chiudere il discorso. Perciò, come desiderato, ripartì con i pugni.
***
Quando arrivarono, accanto alla porta d'ingresso del palazzo, c'era Tatiana, appoggiata alla parete, intenta a fumarsi una sigaretta. Non appena vide arrivare Ethel e Ben, la spense e si avviò verso i due ragazzi.
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Bitter Fate - Destino Amaro
Paranormal***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzat...