Ethel si trovava ormai davanti al suo armadio da una buona mezz'ora. Il problema? Non era mai stata in un locale, di sera. Ed era in momenti come quello che la cosa si trasformava in un vero e proprio dramma. Continuò a fissare l'interno del suo armadio: prima di tutto, non sapeva come doveva uscire, secondo, in che razza di locale si stesse cacciando. Era un locale tipo discoteca o locale che non comportava un abbigliamento femminile ridotto a un vestito corto con un paio di tacchi vertiginosi? O, almeno, così li aveva definiti Ethel guardando i film.
Qualcuno bussò alla porta. Ethel era in stato di panico. Tra non molto si sarebbe dovuta incontrare con Leroy e Ben all'inizio del suo quartiere e in quel momento era ancora ridotta in tuta.
«Sì!» diede il permesso Ethel a chiunque volesse entrare.
Stella sbucò lanciandole un'occhiata. Teneva i capelli neri raccolti in una coda alta ed era truccata come se dovesse uscire per andare in discoteca: «Che fai qui dentro?»
Ethel sbuffò e si buttò sul letto: «Sto cercando qualcosa da mettermi.»
Stella entrò in camera e chiuse la porta alle sue spalle. Fece un sorrisetto malizioso e raggiunse Ethel gettandosi anch'ella sul letto e guardando l'armadio aperto: «E dove devi andare, stasera?»
«In un locale.» Ethel provò ad essere vaga.
«Uh-uh!» esclamò Stella curiosa: «Ethel Palmer che va in un locale di sera. Tirate fuori le telecamere, forza!»
«Non è divertente. In realtà è una vera tragedia.»
«Non è male passare una serata in un locale, sai? Ti piacerà.» sorrise la ragazza di Kimball con fare sicuro.
«Pensa per te.» ribatté Ethel: «Conosci il The Blue Lion? Mi pare si chiami così.»
Stella strabuzzò gli occhi, sorpresa: «The Blue Lion? Scherzi? Ci vado stasera!»
«Come? Cosa? Ci andate tu e Kimball?»
«No, no.» negò svelta Stella: «Devo incontrare un tizio, pareggiare certi conti. Roba da nulla.» lo disse come se volesse nascondere qualcosa: «Comunque, per stasera sarò qui. Non ti dispiace, vero, se dormo anche stanotte a casa tua?»
Ethel alzò le spalle anche se rimase vagamente interdetta sul perché Stella andasse in quel locale: «Non sono io la padrona di casa, per me va bene.»
«Sì, ma sei la sorella del mio ragazzo.» continuò Stella: «Il tuo consenso è importante in ogni caso.»
Ethel fece un gesto veloce con la mano, come se volesse scacciare una mosca: «Nah, nessun problema. Per me è tutto apposto.». Poi lanciò un'occhiata all'abbigliamento della ragazza che aveva di fronte. Indossava una canotta nera coperta con una giacchetta jeans scura e una minigonna bianca. Portava delle calze scure e un paio di stivaletti col tacco. Inoltre aveva il collo abbellito da almeno tre collane, entrambi i polsi coperti di bracciali e un paio di orecchini luminosi.: «Già che ci sei, » continuò fissandola: «potresti darmi un suggerimento su come dovrei vestirmi?»
Stella sorrise come se Ethel avesse risposto correttamente ad una domanda da un milione di sterline: «Certo! Fammi dare un'occhiata al tuo armadio, se permetti. Ti farò uscire perfetta!»
«Niente di sfarzoso, però.» annunciò fretta Ethel guardando come Stella si avvicinò ai suoi vestiti e cominciò a rovistarli.
«Tranquilla.» disse lentamente Stella. Ma Ethel era tutt'altro che tranquilla.
Mezz'ora dopo, stava uscendo di casa. Mentre mise il cellulare e le chiavi in tasca. Sua madre corse davanti al portone d'ingresso, proprio dove si trovava lei: «Dove vai?»
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Bitter Fate - Destino Amaro
Paranormal***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzat...