Senti qualcuno toccarle timidamente la spalla. Si voltò e trovò gli occhi celesti di Ben osservarla allegro. Lei sorrise, anche se con non troppo entusiasmo, dato che accanto allo Scongiuratore non c'era traccia di Leroy. Forse con il loro ultimo litigio, aveva deciso di non avere mai più niente a che fare con Ethel? Be', tanto meglio.
«Ciao.» salutò la Rivelatrice stringendosi nelle spalle e strofinando il tessuto dell'interno delle tasche dove aveva nascosto entrambe le mani.
«Ehi!» ricambiò Ben: era fin troppo contento, e la cosa fece sospettare non poco Ethel: «Ti va di divertirti un po'?»
Era serio? Dopo non essersi visti per due giorni, invece di parlare di ciò che era successo quella sera o di cosa avevano fatto entrambi intanto, voleva divertirsi? La cosa la confuse e stranamente emozionò in contemporanea.
«Divertirmi? Non sembra una cattiva idea.» accettò Ethel. Se Ben voleva farle vivere un'esperienza che fosse lontana dalla preoccupazione o dallo stress della vita di Rivelatrice, non poteva che andargli incontro.
«Non lo è affatto.» sorrise Ben: «Sarà fantastico! Su, vieni!» Il ragazzo cominciò ad incitarla a seguirla. Si trovavano sotto un edificio, in una via dove Ethel ricordò di essere passata non tante volte, dato che era priva di attrazioni degne. Lo Scongiuratore si avviò verso la porta d'ingresso del palazzo e tirò fuori un paio di chiavi.
Ethel lo guardò incerta sul da farsi: che aveva in mente?
«Forza, vieni!» la chiamò Ben dopo aver aperto la porta. La ragazza sospirò e si ripeté: ci divertiremo! Raggiunse lo Scongiuratore che sorrise radioso. Chiuse la porta e si avviò verso l'ascensore. Per un attimo, Ethel pensò che l'aveva portata a casa sua. Ma per cosa? Il suo senso di divertimento era forse fare giochi da tavola? Be', meglio che vedere gente morire sotto i propri occhi.
Ben cliccò il pulsante per richiamare l'ascensore ed entrambi attesero in silenzio. Quando le porte si aprirono davanti a loro, vi entrarono. Lo Scongiuratore premette il pulsante per raggiungere il quarto piano. Ethel cercò di restare tranquilla: ci divertiremo!, pensò ancora.
«Ascolta, forse ci rimetterò la vita su questa cosa, ma, fidati, ne varrà davvero la pena!» Ben la prese per le spalle e con voce carica di adrenalina le confidò quelle parole. Ethel non seppe se emozionarsi o preoccuparsi. Ma cosa aveva in mente?
«Lo sai? Non so che pensare.» diede voce ai suoi pensieri la ragazza.
«Allora non farlo. Non pensare e divertiti. Goditi il momento!» annunciò Ben mentre i suoi occhi brillavano di emozione. Ethel cercò di ricambiare con un sorriso ma forse ne uscì più una smorfia.
Arrivati a destinazione, le porte si aprirono ed entrambi lasciarono l'ascensore. Ciò che si aprì davanti a loro fu un corridoio contornato da diverse porte in legno segnalate con dei numeri. Ben iniziò a camminare ed Ethel lo seguì: ci divertiremo!, ripeté come un mantra. O forse una preghiera.
Si fermarono davanti alla porta numero diciotto. Ben la guardò e alzò l'indice, avvicinandolo alle labbra: dovevano fare silenzio. Il ragazzo recuperò le due chiavi: prese la seconda e aprì cautamente la serratura. Quando la spalancò, gli occhi di Ethel furono catapultati in un appartamento avvolto nel buio. Ogni finestra era coperta da tende che non permettevano il passaggio di alcuna luce. Ben le fece segno di entrare e lei eseguì, cercando di far silenzio. Quando lo Scongiuratore richiuse lentamente la porta, Ethel osservò il caos che riempiva l'appartamento: alla sola entrata, si poteva ammirare una scarpiera disordinata, un appendiabiti sommerso di giacche e altri capi d'abbigliamento, il pavimento di certo non tenuto nelle condizioni migliori. La ragazza si affacciò alla prima stanza che incontrò, la cucina: era piena di piatti non lavati, scatole di pietanze rimaste aperte e in giro tra la tavola da pranzo e il ripiano per cucinare. La puzza era nauseante. Si coprì il naso con la sciarpa e cercò di non tossire. O vomitare. Doveva pur sempre continuare a fare silenzio.
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Bitter Fate - Destino Amaro
Paranormal***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzat...